Michelin ottiene un successo parziale nella causa contro le indagini sulla presunta fissazione dei prezzi
All’inizio dello scorso anno, la Commissione Europea ha condotto perquisizioni a sorpresa presso produttori di pneumatici in diversi Stati membri dell’UE, con l’accusa di accordi di fissazione dei prezzi nella commercializzazione di pneumatici di ricambio per uso vettura e commerciale. Nell’aprile dello stesso anno, Michelin, uno dei produttori interessati, ha intentato una causa contro la Commissione presso la Corte di Giustizia Europea (CGUE), ottenendo ora un successo parziale.
Come affermato nella sentenza della Seconda Sezione della CGUE (ECLI:EU:T:2025:686), pubblicata mercoledì 9 luglio e contro la quale possono presentare ricorso l’attore e il convenuto, le autorità garanti della concorrenza dell’UE non disponevano di prove sufficientemente serie per giustificare le perquisizioni per una parte del periodo in cui si presume siano avvenuti i presunti accordi di fissazione dei prezzi e pertanto non sono state autorizzate a utilizzare le informazioni sequestrate per tale periodo nel procedimento successivo.
La sentenza, tuttavia, conferma ampiamente la legittimità dell’ispezione, riconoscendo così che la Commissione ha sufficientemente corroborato i suoi sospetti relativi al periodo fondamentale dell’indagine. Il Tribunale ha ritenuto credibile la metodologia basata sui dati utilizzata dalla Commissione per monitorare le dichiarazioni delle società quotate al fine di individuare modelli di linguaggio potenzialmente collusivo tra i produttori di pneumatici e ha deciso che tali informazioni giustificassero ulteriori indagini.
Nel caso di Michelin, l’ispezione iniziale si è svolta insieme ai rappresentanti dell’Autorità garante della concorrenza francese presso la sede francese dell’azienda il 30 gennaio 2024. Dopo una sospensione, le ispezioni sono riprese dal 4 al 7 marzo presso la sede della Commissione a Bruxelles. Michelin ha contestato la legittimità dell’ispezione (causa T-188/24, depositata l’8 aprile 2024), sostenendo che la decisione non fosse sufficientemente giustificata e violasse i suoi diritti fondamentali, tra cui il diritto alla privacy e all’inviolabilità dei suoi locali e delle sue comunicazioni.
In breve, l’indagine antitrust della Commissione proseguirà, con il Tribunale che troverà sostegno alle sue principali accuse contro Michelin. La Commissione continuerà ad analizzare i dati e i documenti sequestrati durante le ispezioni. Tuttavia, la decisione del Tribunale di vietare l’uso di prove relative al periodo precedente non definito nel procedimento in corso restringe l’ambito dell’indagine e potenzialmente limita la base per future sanzioni.
In una dichiarazione iniziale sulla sentenza, un portavoce ha sottolineato che la Commissione Europea ritiene che la sentenza rafforzi la sua convinzione che le perquisizioni non siano state “né arbitrarie né sproporzionate” in relazione alla presunta violazione durante il periodo principale oggetto dell’indagine. Secondo la pubblicazione, il “periodo principale” coincideva con la fine del periodo complessivo in esame, che tuttavia non è stato specificato in modo più dettagliato.
Michelin non ha rilasciato dichiarazioni in merito alla sentenza della CGUE.