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Settore Automotive 2025: tra innovazione lenta e impegno ambientale, la sfida della reputazione

Il settore automobilistico rimane cruciale per l’economia italiana, ma deve fronteggiare crescenti aspettative e significative sfide reputazionali, specialmente sul fronte ambientale. È quanto emerge chiaramente dalla ricerca “Post-Invasion 2024/2025” realizzata in Italia da Omnicom PR Group, società di consulenza strategica in comunicazione con oltre 6.300 professionisti a livello globale.

Secondo l’indagine, ben il 73,7% degli italiani ritiene che le scelte delle aziende automotive abbiano un impatto rilevante sulla vita nazionale, percentuale che sale al 74,9% considerando il contesto globale. Nonostante ciò, quasi tutti i parametri di performance analizzati mostrano forti gap negativi tra le aspettative del pubblico e l’esperienza effettiva percepita.

Commenta Marcello Laugelli, Senior Business Advisor – Automotive Industry Lead di OPRG: “Per superare le attuali criticità reputazionali e sfruttare appieno le opportunità legate alla crescente sensibilità ESG, le aziende del settore automotive devono focalizzarsi su innovazione reale, impegno ambientale concreto e valorizzazione del rapporto diretto con il cliente, assumendo una responsabilità trasparente e misurabile. Nel 2024 secondo Nielsen sono stati spesi oltre 500 milioni di euro in investimenti pubblicitari, eppure nel parametro che misura la percezione di cura da parte del cliente si registrano 58 punti in negativo tra realtà e aspettativa. C’è bisogno di focalizzazione, di ascolto, di relazione, di comunicazione.

L’offerta di prodotti e servizi che creano reale valore per il consumatore è il punto di maggior criticità, con un gap estremamente ampio di -74 punti. Questa discrepanza suggerisce una forte percezione da parte dei consumatori che il valore reale offerto dai produttori sia insufficiente rispetto alle aspettative sempre più elevate di qualità, sostenibilità e funzionalità.

L’innovazione è percepita negativamente, con un gap di -45 punti. Molti consumatori ritengono che le aziende automotive privilegino un’innovazione finalizzata principalmente alla massimizzazione dei risultati economici piuttosto che alla reale introduzione di soluzioni tecnologiche sostenibili e autentiche.

L’impatto sociale del settore automotive è percepito negativamente con un gap di -50 punti, alimentato dai timori crescenti per l’occupazione derivanti dalla crisi del settore. Questo suggerisce la necessità per le aziende di implementare strategie di sostenibilità sociale, che supportino anche le comunità locali e le opportunità di lavoro.

L’integrità e l’impegno etico delle aziende del settore sono fortemente criticati, evidenziando un gap significativo di -53 punti. Questa percezione negativa è legata a comportamenti aziendali ritenuti non abbastanza trasparenti o autentici, sollevando dubbi sulla reale volontà di agire eticamente e responsabilmente.

Sul fronte ESG la lotta all’inquinamento è una priorità per il 72,5% degli intervistati, sottolineando l’importanza attribuita alla sostenibilità ambientale e all’urgenza di implementare pratiche produttive più pulite e soluzioni di mobilità più sostenibili.

Per il 74,5% degli intervistati, la sicurezza dei veicoli e la trasparenza nei richiami rappresentano poi un fattore cruciale. Questa esigenza trova ulteriore supporto nel recente aggiornamento del Codice della Strada, che ha introdotto nuove normative per la sicurezza e la comunicazione dei richiami.

Il 72,4% dei consumatori valuta, infine, molto importante l’implementazione di pratiche di economia circolare e di gestione sostenibile della filiera. Questo riflette una crescente attenzione alla sostenibilità lungo tutta la catena di produzione e approvvigionamento.

Le rilevazioni neuro-metriche condotte sul settore automotive – che permettono di analizzare il non-detto – evidenziano una discreta connessione emotiva, ma rivelano chiaramente la presenza di una marcata dissonanza tra i messaggi trasmessi e la reale percezione dei consumatori. Gli stimoli analizzati, derivanti dai principali marchi del settore, mostrano che le aziende automotive riescono a generare interesse, ma spesso mancano nel creare una reale empatia valoriale con i consumatori.

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