Pirelli-Sinochem: continua lo scontro
Continua lo scontro aperto tra Pirelli e Sinochem – Marco Polo relativamente al cambiamento della governance che toglierebbe il controllo su Pirelli ai cinesi, per poter continuare a esportare negli Stati Uniti con profitto.
Pirelli precisa, infatti, con un’ulteriore nota di ieri sera che “le proposte presentate a Sinochem al fine di superare i temi normativi negli Stati Uniti erano esclusivamente e ovviamente – a differenza di quanto affermato – nell’interesse della società e rispettose di quello di tutti gli azionisti”.
La replica di Pirelli fa riferimento a una nota diffusa da Marco Polo International Italy, la società attraverso cui i cinesi di Sinochem partecipano, con una quota del 37%, al capitale di Pirelli, all’indomani del consiglio d’amministrazione che ha approvato i risultati finanziari del primo trimestre 2025. In questa nota si legge che Marco Polo respinge la proposta sulla governance del gruppo italiano, dichiarando che la considera “potenzialmente dannosa per Pirelli e, nel complesso, gravemente iniqua e squilibrata nei confronti di tutti gli azionisti di Pirelli” con la sola “eccezione di Camfin“, che aveva infatti confermato il suoi appoggio a Pirelli, definendo “non collaborativo e apparentemente non motivato” l’atteggiamento di Marco Polo.
“Respingiamo con fermezza le accuse prive di fondamento ed esprimiamo preoccupazione circa le reali finalità perseguite da Camfin e circa i potenziali conflitti di interesse di soggetti, che ricoprono un duplice ruolo chiave in entrambe le società Pirelli e Camfin”, continuano i cinesi di Marco Polo, riferendosi evidentemente a Marco Tronchetti Provera.
Non è tardata la replica di Pirelli: “Il presunto sostegno a Pirelli richiamato da Marco Polo non si è concretizzato in alcuna proposta alternativa presentata al management, ma in una proposta inviata esclusivamente al Golden Power che, nonostante Pirelli ne avesse fatto richiesta a Marco Polo, quest’ultima ha deciso di non condividere. Gli ottimi risultati conseguiti da Pirelli in questi anni, grazie alle strategie implementate dal suo management, hanno permesso di creare valore a beneficio di tutti gli azionisti, compresa la stessa Sinochem. Pirelli rimane aperta a esplorare soluzioni che possano consentirle la piena compliance con le regole anche del mercato americano e continuerà a fare quanto in suo potere per tutelare lo sviluppo della società in un mercato strategico come quello degli Stati Uniti.”
Fonte del contendere sarebbe la tecnologia Cyber Tyre, che consente il passaggio di informazioni, in qualche modo sensibili, tra penumatici, strada e sistemi di controllo dell’auto, che oggi potrebbe rappresentare un ostacolo per le esportazioni negli Stati Uniti, nel caso in Pirelli permanesse il controllo cinese. I divieti in tal senso, negli Stati Uniti, diventeranno operativi a partire dal model year 2027 e quelli sull’hardware nel 2029, anche se tali veicoli sono già in fase di sviluppo.
Pirelli, nelle settimane scorse, affermava che la “decisione in ordine all’assenza del controllo da parte del socio Sinochem rappresenta un primo passo, ma non risolutivo, nel percorso di necessario adeguamento della governance societaria ai vincoli normativi negli Usa, mercato chiave nel segmento dei pneumatici High Value e di sviluppo e diffusione della tecnologia Cyber Tyre. Il management ha pertanto ribadito che continuerà nel dialogo con i principali soci per allineare la governance di Pirelli alle normative americane, in particolare quella legata ai veicoli connessi, nell’interesse della società e di tutti i suoi stakeholders.”
Nella relazione trimestrale, Pirelli aveva tuttavia comunicato “il termine delle trattative con i principali azionisti della società per tentare di risolvere le problematiche legate allo sviluppo sul mercato statunitense che allo stato non hanno avuto esito positivo”. “Le proposte avanzate da Pirelli a Sinochem sono state infatti rifiutate. Nel contempo – durante le trattative – i consiglieri espressione di Sinochem comunicavano al Consiglio di amministrazione di Pirelli di aver presentato una proposta agli Uffici del Golden Power. Tale proposta non è stata condivisa con Pirelli.“