Triangle OTR: l’obiettivo è far comprendere il valore della nostra proposta
Si è svolta a marzo l’ultima spettacolare edizione di bauma, la fiera che ogni tre anni raccoglie a Monaco il meglio delle macchine edili, macchine per materiali da costruzione, macchine per l’industria mineraria, veicoli da costruzione e attrezzature per l’edilizia. Anche quest’anno, a Monaco di Baviera, era presente Triangle Tyre, che ha presentato la sua gamma OTR, che arriva fino ai 63 pollici e il suo nuovo sistema di monitoraggio delle prestazioni dei pneumatici (TPMS). Abbiamo incontrato allo stand il direttore Europa della divisione OTR Luca Mai e il responsabile per il mercato italiano e di tutto il sud Europa Igino Schiavi.

Come è stato il 2024 per la divisione OTR di Triangle Tyre?
Luca Mai: Per noi è stato un ottimo anno: abbiamo sicuramente migliorato in modo significativo la nostra presenza sul mercato e la nostra performance.
Quali sono gli obiettivi per il 2025?
Luca Mai: Il nostro obiettivo principale, in generale, è riuscire a trasferire e far comprendere il valore dei nostri prodotti al mercato. La gamma di Triangle è molto vasta sul movimento terra, con moltissimi prodotti estremamente specifici, per cui è fondamentale per noi lavorare con degli specialisti, che siano in grado di comprendere i nostri prodotti per poterli esprimere e gestire sul mercato. E’ importante entrare in contatto con professionisti che comprendano che non si tratta solo di una vendita di prezzo, perché è ormai chiaro che la Cina è sì ancora un mercato dove si possono acquistare prodotti a basso prezzo, ma, allo stesso tempo, è anche un mercato dove si possono trovare prodotti ad altissima tecnologia.
Come si posizione oggi Triangle?
Luca Mai: Diciamo che Triangle in questo momento è sicuramente un pneumatico quality, che ha un prezzo ancora verso il “budget”, per cui ha un livello total cost of ownership o costo orario, che è molto molto interessante. La gamma copre tutte le applicazioni e tutti i mezzi, per cui la vera chiave di volta è, adesso, consigliare all’utente il pneumatico giusto per ogni specifico utilizzo, per dargli il miglior costo orario. Bisogna slegarsi dal costo del pneumatico e guardare al costo orario in base all’applicazione.
Sono in arrivo nuovi prodotti?
Luca Mai: Stiamo lavorando tanto anche sui nuovi prodotti. L’anno scorso ne abbiamo inserita una decina nella nuova gamma e quest’anno ne entreranno altri 11, per coprire tutto lo spettro delle macchine presenti a bauma, nelle varie applicazioni. Siamo anche molto attenti alle evoluzioni delle misure, inclusi i pneumatici giganti, tanto che arriviamo ai 63 pollici dei camion enormi da 400 tonnellate. Infine è importante sottolineare che stiamo sviluppando pneumatici che siano riparabili e anche ricopribili.

Quanto è importante oggi il rispetto ambientale?
Luca Mai: E’ molto importante: essere compatibili con l’ambiente e la ricostruzione è per noi un tema centrale. Un paio di mesi fa, ho partecipato a una riunione negli Stati Uniti con un gruppo di colleghi e l’R&D ci ha presentato i nuovi prodotti da 57 pollici sviluppati proprio per essere anche ricostruibili.
Ho anche incontrato, in occasione dell’OTR Conference, uno dei più importanti ricostruttori al mondo per le grandi dimensioni, una nota azienda cilena, che mi diceva di aver ricoperto più di 100 pneumatici Triangle con ottime soddisfazioni: le performance sia del nuovo che del ricoperto sono molto positive.
Il nostro sforzo oggi è, quindi, proprio quello di testare sempre di più i nostri prodotti, per dimostrare le reali performance e presentarli in maniera approfondita all’utenza.
A Monaco avete presentato anche il nuovo TPMS. Di cosa si tratta?
Luca Mai: Il nostro nuovo sistema per la misurazione della pressione dei pneumatici è in grado di lavorare anche nelle miniere più impegnative e sulle misure più grandi. L’impegno, che stiamo portando avanti, è l’evoluzione dei prodotti in termini di qualità e tecnologia.
Questa è già la seconda generazione di TPMS, un sistema che stiamo sviluppando da 5-6 anni e che ormai è stato super testato. Siamo in grado di offrire uno strumento fondamentale sulle misure Giant, dai 49 pollici in su, che hanno comunque bisogno di essere monitorate da sistemi di questo tipo. Sistemi TPMS ce ne sono tantissimi sul mercato, ma il nostro è stato sviluppato da noi, in collaborazione con un produttore, specificamente per pneumatici OTR giganti. Abbiamo messo insieme le nostre risorse e competenze sul pneumatico con quelle del produttore del TPMS ed è stata una scelta vincente, perché ne è nato un prodotto ad hoc e tecnologicamente molto performante. Anche questa novità sottolinea la nostra attenzione all’evoluzione continua sul servizio e sulla qualità tecnologica.
Qual è la strategia distributiva in Europa? E in Italia?
Luca Mai: In alcuni Paesi abbiamo dei distributori, ma sul movimento terra in genere spesso lavoriamo con degli specialisti, che siano in grado di gestire lo sviluppo del prodotto e l’assistenza al cliente.
In Italia, tramite il nostro distributore, cerchiamo appunto di essere in contatto con specialisti importanti, che siano di grado di comprendere e comunicare la qualità del prodotto. L’Italia non è un mercato enorme per il movimento terra, però è un mercato con delle applicazioni interessanti e che ha bisogno di prodotti particolari. Anche in questo momento, ad esempio, stiamo facendo dei test nelle cave di marmo, in cui la pala non lavora con la benna, ma ha le forche e carica blocchi da 60 tonnellate e il nostro pneumatico a tre stelle, con massima portata e con tallone rinforzato ci sta dando enormi soddisfazioni. Sono applicazioni in cui è complicato anche per i premium lavorare.
Come sta andando il mercato italiano?
Igino Schiavi: In generale, in Europa, i mercati dove abbiamo una presenza consolidata e significative quote di mercato, sono quelli in cui è vero che ci affidiamo a dei distributori, ma la rivendita viene fatta su specialisti, che hanno consolidato una posizione partendo dal servizio. Noi oggi in Italia ci affidiamo a Sunebo di Federico Boggio Sella, che è il nostro esclusivista per quanto riguarda il movimento terra per il brand Triangle, mentre Carlini Gomme segue il marchio Diamondback. Il prodotto, venduto in prima battuta a Sunebo, va poi in mano a specialisti, che oggi hanno fatto del servizio veramente un successo. Siamo presenti un po’ in tutti gli specialisti del movimento terra in Italia.
Il 2024 è stato un bell’anno, considerando anche che il mercato del movimento terra in generale è stato in calo, soprattutto per quanto riguarda le immatricolazioni di veicoli off road. Noi abbiamo consolidato la nostra presenza e quest’anno puntiamo anche ad aumentarla.
In generale quello che vediamo è che c’è tanta richiesta di marchi di importazione. Noi siamo presenti sul mercato europeo da 20-25 anni e questo, da un lato, rende le cose più semplici, perché siamo conosciuti e apprezzati, dall’altro però siamo costretti a fronteggiare tanta concorrenza. E’ per questo che puntiamo sulla qualità dei prodotti, che ci differenzia: abbiamo una serie di pneumatici che hanno prestazioni decisamente superiori rispetto ai competitor. Possiamo dire che sui pneumatici ‘standard’, per applicazioni ordinarie, il prezzo è sicuramente una leva importante, ma quando si va su prodotti con determinate specifiche tecniche, per applicazioni particolari, allora noi possiamo davvero fare la differenza. Il mercato lo sa, perché Triangle in Italia e in Europa è un prodotto ormai noto, che ha dimostrato di perfromare bene.
Siete presenti anche nel primo equipaggiamento?
Luca Mai: Triangle è molto presente nel primo equipaggiamento, con moltissimi produttori, come Caterpillar, Sany, SDLG, Liebherr, Bell, Hitachi, Terex, CNH, Hyundai, Komatsu, Sandvik, Volvo e Develon.
L’anno scorso siamo stati premiati come miglior fornitore da Caterpillar, che ci ha anche referenziati sulla pala CAT980, perché abbiamo superato il loro test, molto sfidante, che il 50% dei pneumatici fallisce.
Anche la nostra presenza e collaborazione con le case testimonia il nostro impegno intenso nella ricerca di un miglioramento continuo della tecnologia e dei prodotti e, naturalmente, gli input al dipartimento R&D arrivano anche dalla sede europea, per soddisfare al meglio le esigenze del mercato europeo.
