L’industria tedesca della gomma chiede alla Commissione europea meno burocrazia per sostenibilità ed Eudr
L’industria tedesca della gomma wdk accoglie con favore i piani della Commissione europea per un’iniziativa volta a semplificare gli obblighi di rendicontazione delle aziende, ma chiede un intervento di cancellazione e standardizzazione di vasta portata. “Gli obblighi di rendicontazione europei rappresentano uno sforzo immenso per le aziende, senza alcun valore aggiunto”, ha spiegato a Francoforte sul Meno il presidente di wdk Michael Klein.
Klein chiede quindi una significativa semplificazione per quanto riguarda l’EU Supply Chain Act (CSDDD) e la Sustainability Reporting Directive (CSRD), che sono coperti dall’iniziativa di semplificazione denominata Omnibus. “Gli obblighi di rendicontazione della sostenibilità sono troppo ampi e sovraccaricano le aziende. La CSRD obbliga le aziende ad adottare e documentare le misure per un’azione responsabile nella catena di approvvigionamento. Basta così. Un’ulteriore legge sulla catena di approvvigionamento, come la CSDDD, è quindi superflua”.
Inoltre, il presidente del wdk chiede che l’iniziativa Omnibus sia estesa al regolamento dell’UE sui prodotti a deforestazione zero (EUDR). A questo punto deve essere stabilito il “principio del primo contatto”, in base al quale è sufficiente che il primo attore della catena di approvvigionamento europea soddisfi gli obblighi legali di comunicazione e di due diligence. Il fatto che l’UE imponga gli stessi obblighi a tutte le aziende nella successiva catena di approvvigionamento all’interno dell’UE è assurdo e crea un mostro burocratico.
In linea di principio, Klein critica il “sospetto fuori luogo del legislatore”, che si riflette in un inverso dell’onere della prova: “Nel caso della regolamentazione europea della catena di approvvigionamento e del regolamento sui prodotti a deforestazione zero, le aziende devono raccogliere prove che si stanno comportando in conformità con la legge. Sono quindi praticamente sotto il sospetto generale. Anche questo deve cambiare con urgenza. Abbiamo bisogno non solo di una politica più favorevole alle imprese in Europa, ma anche di una prospettiva più favorevole alle imprese.”