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Marangoni Meccanica a concordato preventivo, 25 posti di lavoro a rischio

Il 6 novembre il consiglio d’amministrazione di Marangoni Meccanica SpA ha depositato la richiesta di avvio della procedura di concordato preventivo. Forte è naturalmente la preoccupazione delle rappresentanze sindacali di Fim Cisl e Fiom Cgil per i 72 dipendenti dell’azienda. “Nessuna apertura ad avviare il confronto con Marangoni Meccanica sulla base dei soli licenziamenti”, aveva dichiarato a novembre Paolo Cagol, segretario organizzativo di Fim-Cisl. “Gli ammortizzatori sociali sono indispensabili per gestire la fase di transizione, poi si potrà ragionare sulla base del piano concordatario che verrà elaborato nei prossimi mesi”.

Ora Marangoni Meccanica ha presentato alle sigle sindacali un piano di licenziamenti che coinvolge 25 lavoratori, piano ritenuto necessario per far fronte alla crisi dovuta alla difficile congiuntura internazionale e non dover chiudere l’azienda. Il sindacato Fim-Cisl considera positivo il fatto che la proposta sia scesa a 25 dipendenti, rispetto ai 40 dipendenti paventati inizialmente. “Il numero, pur essendo meno impattante, rimane però significativo”, sottolinea Cagol. Rimane dunque la richiesta del sindacato ad avviare 12 mesi di cassa integrazione straordinaria e iniziare le trattative per definire gli accordi per incentivare le fuoriuscite volontarie dall’azienda.

Marangoni Meccanica, che progetta, realizza e monta macchinari per la produzione di pneumatici, aveva già ridotto negli ultimi tre anni il numero dei dipendenti da 120 a 72m a fronte di un calo del fatturato del 13% nel 2023 e soprattutto degli ordini. La situazione dei conflitti internazionali – quello in Ucraina in particolare – e della crisi economica avrebbero fatto crollare la domanda ed entro un paio di mesi Marangoni Meccanica dovrà presentare, nell’ambito del tavolo di crisi, una proposta risolutiva nei confronti dei debitori.

Preoccupata per il ridimensionamento aziendale anche il sindaco di Rovereto, Giulia Robol, che però ha avvertito e apprezzato la “grande motivazione” dei vertici aziendali per salvare l’azienda. Nel corso di un incontro presidente e ceo di Marangoni Meccanica, avvenuto subito dopo la domanda di concordato, Robol ha compreso l’inevitabilità di un ridimensionamento, ma anche il desiderio di costruire un piano economico per rilanciare l’azienda, il cui capitale di maggioranza è gestito da Finanziaria Trentino.

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