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Continental: il mercato pneumatici, la sostenibilità – PFU compresi – e la crisi automotive – intervista a Renzo Gonzalez 

Quasi in chiusura di anno, abbiamo intervistato Renzo Gonzalez, Market Manager Tires di Continental Italia, che ci ha parlato dell’andamento del mercato, sia vettura che agro, truck e OTR. Ma ha anche parlato di ricostruzione e, più in generale, di sostenibilità del settore pneumatici, con un occhio particolare ai PFU, e al momento di crisi dell’automotive.

Mercato 2024: siamo in chiusura anno, possiamo fare un bilancio su come è andato il mercato italiano?

Con l’avvicinarsi della fine dell’anno, vediamo che nel 2024 i volumi totali del mercato hanno registrato una modesta crescita nel segmento vettura e autocarri leggeri, così come nel segmento TBR.

Uno sguardo più approfondito mostra che questa crescita è dovuta all’aumento delle importazioni degli ultimi anni, principalmente di origini asiatiche e nei segmenti quality e budget, mentre i volumi europei rimangono per lo più invariati, soprattutto sul lato dei prodotti Premium.

Detto questo, in particolare sul lato Truck, osserviamo il mercato polarizzarsi tra i clienti che richiedono un’offerta Premium e un’ampia fetta di clienti che concentra il proprio interesse sui prezzi, supportando quindi la crescita dei segmenti budget e quality.

Nel vettura, il mercato all season italiano è sempre più in crescita: da cosa dipende il successo dell’AllSeasonContact 2?

In effetti, continuiamo a riscontrare in vari Paesi europei il trend che vede la crescita di domanda di pneumatici all season a scapito dell’invernale. Questa dinamica durerà negli anni e, naturalmente, saremo sempre pronti a soddisfare la domanda del mercato con il miglior prodotto possibile. Il nostro AllSeasonContact 2 è un ottimo esempio di quanto appena detto. Siamo riusciti a realizzare un prodotto ad alte prestazioni con risultati molto positivi in ​​tutte le condizioni: asciutto, bagnato o neve.

Sin dal suo lancio, l’AllSeasonContact 2 ha ottenuto ottimi risultati in molti test, valutazioni e recensioni di numerose realtà indipendenti che lo hanno premiato per la sua resistenza all’usura, la bassa resistenza al rotolamento e i ridotti spazi di frenata in varie condizioni, offrendo di conseguenza prestazioni premium di alto livello e grande convenienza per i nostri clienti.

I business AGRO – OTR – TBR di Continental in Italia: qual è la situazione attuale del mercato e quali le prospettive 2025?

Le dinamiche attuali sono simili tra questi segmenti. Mentre sul lato Agro abbiamo visto un calo costante del volume negli ultimi anni, i volumi complessivi su OTR e TBR sono rimasti un po’ più resilienti, mostrando stabilità e in alcuni casi una modesta crescita. I volumi di produzione europea sono costantemente in calo, mentre le importazioni asiatiche sono aumentate sostanzialmente negli ultimi anni. Certamente le difficili condizioni economiche di questo periodo hanno avuto un forte impatto sugli operatori di mercato, influenzando i loro modelli di domanda. Questa dinamica ha innescato una polarizzazione del mercato: da una parte l’offerta Premium, nella maggior parte dei casi composta anche da servizi a valore aggiunto, dall’altra prodotti di fascia bassa che si rivolgono ai clienti in cerca di soluzioni a basso costo. Ci aspettiamo che queste tendenze continueranno anche nel 2025, guidate da cambiamenti economici e strutturali che probabilmente avranno un impatto sulla domanda di macchinari e servizi correlati.

La ricostruzione degli pneumatici sembra godere di nuova linfa nel mercato europeo. Continental, che ha sempre sostenuto questo tema, cosa si aspetta?

L’ultima volta che ci siamo incontrati, ho parlato del fatto che i modelli di domanda si stanno evolvendo rapidamente, in linea con le tendenze che questo quadro ambientale più rigoroso impone, in particolare nell’UE. Intendo l’uso di materiali ecocompatibili e metodi di produzione a supporto delle economie circolari, soluzioni innovative incentrate sul raggiungimento di migliori prestazioni e maggiore sostenibilità, lo sviluppo di prodotti che offrono minore resistenza al rotolamento migliorando al contempo l’efficienza dei consumi, la disponibilità di veicoli autonomi, elettrici e ibridi che richiedono soluzioni su misura e la disponibilità di soluzioni intelligenti per il monitoraggio delle prestazioni degli pneumatici.

Crediamo fortemente che la ricostruzione giochi un ruolo rilevante nella nostra strategia e ricopra un posto di primo piano nella nostra offerta, dimostrandosi una soluzione efficiente e sostenibile. Ci aspettiamo che questa tendenza si rafforzi ulteriormente, in un contesto che vedrà la nascita di nuove normative europee e tassonomie. Abbiamo definito piani di sviluppo e produzione per continuare a crescere in questi ambiti negli anni a venire.

PFU: i gommisti italiani sono invasi da pneumatici fuori uso. In Germania, come nel resto d’Europa, stanno nascendo nuove aziende dedite alla lavorazione dei PFU grazie ai processi di Pirolisi. Continental è partner di Pyrum e, quindi, direttamente coinvolta in questo campo. Ci sono prospettive per avere stabilimenti di pirolisi anche in Italia?

È forte l’impegno di Continental per la sostenibilità. Siamo costantemente al lavoro per raggiungere i nostri obiettivi in questo campo: per esempio, entro il 2050 utilizzeremo nella nostra produzione di pneumatici il 100% di materiali riciclati e rinnovabili. Questa iniziativa rientra nella nostra strategia di ridurre al minimo le emissioni di CO2 ottimizzando al contempo l’uso delle risorse.

Per quanto riguarda la prospettiva di estendere queste attività all’Italia, rimaniamo aperti a valutare possibilità che si adattino al quadro giuridico esistente che attualmente, rispetto ad altri mercati, limita il potenziale di sviluppo di questo campo. Al momento, stiamo collaborando attivamente con istituzioni e associazioni per un ulteriore sviluppo normativo che consentirebbe processi industriali come la pirolisi a supporto delle economie circolari.

Continental è uno dei pochi fornitori davvero completi e per questo motivo ha una visione più ampia del mercato automotive rispetto ad un produttore di soli pneumatici. È possibile avere una panoramica di quello che sta succedendo nel mercato, partendo dalla crisi della vendita di auto nuove ed arrivando ad analizzare che ripercussioni possono esserci nel settore pneumatici stesso?

Negli ultimi anni, l’industria automobilistica ha sperimentato dinamiche e complessità crescenti nel mercato. Tra i principali fattori trainanti del cambiamento, vediamo sviluppi economici, un quadro normativo sempre più complesso, cambiamenti nei modelli della domanda e nelle preferenze dei clienti, l’evoluzione della tecnologia che innesca un’ondata di digitalizzazione, alla ricerca di maggiore efficienza. Nello specifico, l’attuale situazione economica disincentiva le vendite di auto nuove mentre l’inflazione, che rimane guidata dai costi dell’energia e delle catene di fornitura, spinge i consumatori a cambiare le loro abitudini di acquisto, optando per mezzi di trasporto pubblici o condivisi.

Poiché le tendenze attuali sono destinate a restare e il cambiamento accelera, le aziende devono cercare modi per rimanere competitive adattando costantemente la loro offerta. Da parte nostra, Continental riconosce la necessità di aumentare la flessibilità e la trasparenza per adattarsi alle condizioni di mercato e, in questo contesto, ha deciso di esplorare la possibilità di scorporare la divisione Automotive. L’intenzione è quella di trovare la migliore impostazione per ciascun settore del Gruppo, rivolgendoci non solo ai mercati automobilistici, ma anche a molti altri mercati per applicazioni industriali per ottenere il massimo in termini di valore.

Per quanto riguarda l’industria degli pneumatici, le sfide sono comuni e al momento stiamo portando avanti azioni e piani concreti per garantire che la nostra forza venga preservata, mentre continuiamo a crescere rivolgendoci a settori di mercato rilevanti e aprendoci alle nuove opportunità che guidano il cambiamento.

L’Europa sta cambiando: cala il potere di acquisto, i produttori tagliano i posti di lavoro europei, non aumentano le vendite di auto elettriche. Cosa ci riserva il futuro?

Il peggioramento delle condizioni economiche negli ultimi anni, con l’aumento dell’inflazione e la nascita di tensioni geopolitiche, ha avuto una ricaduta notevole sul reddito disponibile, mettendo alla prova vari settori. Ciò ha portato le aziende di diversi settori, tra cui l’automotive, ad attuare cambiamenti fondamentali incentrati sulla riduzione dei costi operativi, tagliando o delocalizzando i posti di lavoro e trasferendo le operazioni di produzione verso est, sia nell’Europa orientale che in Asia. Inoltre, per aumentare l’efficienza sono state incrementate automazione e digitalizzazione dei processi con un impatto sulla necessità di manodopera, aspetto che diventerà sempre più rilevante man mano che l’IA prenderà piede, aprendo un’ampia gamma di opportunità per molteplici settori. I recenti annunci di diverse aziende automobilistiche che riducono o chiudono sedi produttive in Europa non fanno che confermare ulteriormente quanto appena detto.

Per quanto riguarda i veicoli elettrici, credo che la loro adozione sia stata colpita da tutto ciò che abbiamo menzionato prima. Mentre il settore continua a svilupparsi, i requisiti di investimento sono elevati per la persona media che deve fronteggiare tutte le difficoltà menzionate sopra, mentre l’incertezza economica è ancora elevata per gli anni a venire. Inoltre, la mancanza di infrastrutture di ricarica rende meno attraente il loro uso nella maggior parte dei Paesi, i quali sono in ritardo nel definire le condizioni necessarie per supportarne la diffusione.

Ci aspettiamo che le attuali sfide continuino in futuro. Sebbene questo possa sembrare negativo, da qui nascono nuove occasioni a cui, nel nostro caso, abbiamo già iniziato a lavorare. Tra queste, la crescente attenzione alla sostenibilità crea opportunità per sviluppare prodotti e tecnologie più ecologici come il nostro Continental UltraContact NXT, che offre una soluzione sostenibile che garantisce sicurezza e prestazioni senza compromessi. Come noi, diverse aziende hanno fissato ambiziosi obiettivi di sostenibilità da raggiungere nel prossimo futuro e ci aspettiamo che la loro implementazione porti nuove opportunità economiche.

Per quanto riguarda il lavoro, come accennato in precedenza, il lavoro manuale e i lavori tradizionali si stanno spostando verso l’est del mondo e ciò permetterà di migliorare e affinare le competenze della nostra forza lavoro in nuovi campi o settori che stanno subendo cambiamenti fondamentali come IT, fonti di energia rinnovabili, intelligenza artificiale, sviluppo software, automazione della produzione.

Infine, penso che sia molto importante menzionare il quadro legale e normativo che deve essere adattato per supportare lo sviluppo aziendale europeo. Nell’attuale contesto di crescente complessità geopolitica, i governi devono essere pronti a implementare politiche mirate a stimolare la crescita economica, aumentando al contempo la fiducia.

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