Macchine agricole: mercati in calo, in attesa di una ripresa
L’andamento poco favorevole dei settori agricolo e industriale frenano, nei primi sei mesi del 2024, le vendite di trattrici sul mercato internazionale, che registra un calo complessivo del 12% rispetto allo stesso periodo del 2023. Per il prosieguo dell’anno non sono previste inversioni di tendenza. La flessione dovuta a fattori di natura congiunturale, non ad un calo del fabbisogno di tecnologie, spinto da un’agricoltura in costante sviluppo. Conciliare produttività e sostenibilità l’obiettivo prioritario.
Il settore della meccanica agricola risente in modo diretto delle variabili che condizionano sia l’economia industriale che quella agricola. Nell’anno passato e nell’anno in corso l’andamento del settore industriale è stato influenzato dal costo elevato delle materie prime e delle forniture energetiche – legato a fattori geopolitici e alla guerra in Medioriente – mentre le politiche monetarie restrittive messe in atto per contenere l’inflazione hanno ridotto l’accesso al credito e rallentato gli investimenti.
Nello stesso tempo, l’economia agricola non vede un significativo miglioramento in termini di produzione e di redditività. L’annata agraria 2024-25 dovrebbe confermare per i cereali i volumi della precedente (-0,05%), con incrementi di produzione in Australia (grano), negli USA (mais) e in India (riso), ma con un calo generalizzato dell’Europa (-7%) dovuto a condizioni meteorologiche non favorevoli. Nel 2024 un incremento contenuto (+0,7%) ha invece registrato la produzione mondiale di carne, spinta da Sud America e Oceania che hanno compensato i cali di Cina, Nordamerica ed Europa.
La congiuntura che ha caratterizzato l’andamento dei settori agricolo e industriale ha influito sul mercato agromeccanico globale. Il costo crescente dei mezzi meccanici – questo lo scenario delineato da FederUnacoma nel pomeriggio di oggi a Bologna, in occasione della conferenza stampa di presentazione di EIMA International – combinato con la difficoltà di accesso al credito e con un andamento del settore primario non favorevole ha infatti determinato una riduzione degli investimenti per l’acquisto di nuove tecnologie.
I dati di Agrievolution, l’organismo che raggruppa le associazioni di costruttori dei principali Paesi, indicano nei primi sei mesi dell’anno per le trattrici, una flessione delle vendite complessive pari al 12% rispetto al primo semestre del 2023. A perdere terreno sono tutti i mercati di riferimento. L’India, che negli anni scorsi aveva registrato un trend incrementale pressoché ininterrotto, cala del 10% così come la Cina, mentre gli Stati Uniti arretrano del 12%. Segno meno anche per l’Europa Occidentale, dove perdono terreno sia pure in misura diversa i due principali mercati nazionali, quello francese (-8%) e quello tedesco (-1%). Cali vistosi si registrano in Canada (-16%), Giappone (-28%), Russia (-32%) e Turchia (-20%).
La seconda parte del 2024 non dovrebbe vedere significative inversioni di tendenza, sicché per fine anno si prevede un bilancio complessivo in rosso, con un totale di trattrici vendute nel mondo non superiore alle 2 milioni di unità. Questo rappresenterebbe il livello più basso dal 2016, giacché – è stato spiegato nel corso della conferenza – nel periodo 2017-2023 il numero delle trattrici vendute a livello globale è stato in media pari a 2,2 milioni di unità, con picchi di vendite nel 2021 (2,5 milioni) e nel 2022 (2,4 milioni).
Tuttavia, la contrazione del mercato globale registrata lo scorso anno e nel primo semestre di questo è attribuibile più a fattori di natura congiunturale che non ad una reale flessione della domanda mondiale. “In un prospettiva di medio e lungo periodo il fabbisogno di tecnologie agricole per il settore primario è destinato a crescere, spinto da un’agricoltura in costante sviluppo – ha spiegato la Presidente di FederUnacoma Mariateresa Maschio – e l’incremento della popolazione globale, che è stimata in 10 miliardi di persone entro il 2050, renderà necessario incrementare la produzione agricola del 50% rispetto ai livelli attuali”.
“Il settore della meccanica agricola – ha sottolineato la presidente di FederUnacoma – si trova dunque ad affrontare una sfida cruciale, non solo sotto il profilo dell’incremento delle rese produttive, ma sotto quello della sostenibilità”. “Il comparto agromeccanico deve produrre tecnologie che – ha concluso Mariateresa Maschio – si adattino ai più diversi contesti ambientali e climatici, e che supportino l’agricoltura nella soluzione dei problemi legati alla carenza di risorse idriche e alla perdita di fertilità dei terreni”.
Macchine agricole: il calo dell’export frena la produzione italiana
Il valore complessivo della produzione nazionale di tecnologie per l’agricoltura e per il giardinaggio si avvia a chiudere l’anno con un calo del 19,5% rispetto allo stesso periodo del 2023, fermandosi a 13,2 miliardi di euro. La flessione dovuta alla contrazione della domanda interna, ma soprattutto al rallentamento dei mercati esteri, i quali contribuiscono in misura significativa al fatturato delle aziende agromeccaniche italiane. FederUnacoma: per la ripresa, necessario attendere la seconda metà del 2025.
Il clima di incertezza sui mercati esteri e sul mercato nazionale si riflette sull’andamento della produzione italiana di tecnologie per l’agricoltura, che si avvia a chiudere il 2024 con un calo significativo rispetto al 2023. Le previsioni dell’associazione dei costruttori FederUnacoma indicano una flessione pari al 19,5%, per un valore complessivo di 13,2 miliardi di euro, vale a dire 3,2 miliardi in meno rispetto all’anno precedente. Il dato relativo alla produzione di mezzi meccanici per l’agricoltura – è stato spiegato questo pomeriggio a Bologna nel corso della conferenza stampa di presentazione di EIMA International tenuta da FederUnacoma – deriva dalla somma delle diverse tipologie di macchine. Le trattrici pesano per poco più di 2 miliardi di euro (-25% rispetto al 2023), le trattrici incomplete e ricambi pesano per circa 1 miliardo (-28,6%), le macchine operatrici e attrezzature rappresentano un valore di 6,2 miliardi (-16,5%), la componentistica di 3,3 miliardi (-17,5%), mentre le macchine per il giardinaggio e la cura del verde contribuiscono per 700 milioni, con una flessione sull’anno precedente del 22,2%.
Sulla contrazione del fatturato nel primo semestre ha pesato la flessione della domanda interna. Il mercato italiano delle tecnologie per il settore primario – che nel 2023 aveva chiuso con un passivo del 12,9% per le trattrici e con cali anche per le altre tipologie di mezzi – nei dieci mesi da gennaio a ottobre registra flessioni ancora più accentuate, con le immatricolazioni di trattrici a -14,6%, le immatricolazioni di mietitrebbiatrici a -31,5%, le trattrici con pianale di carico a -18,2%, i sollevatori telescopici a -14,9% e i rimorchi a -2,4%. I dati relativi alle vendite di macchine e attrezzature per il giardinaggio, elaborati da Comagarden sulla base del gruppo di rilevamento Morgan e riferiti al mese di settembre, sono leggermente più positivi (+1,2%), ma non compensano il forte passivo registrato dal settore del garden nel biennio 2022-2023.
Sul calo della produzione nazionale di macchinari per l’agricoltura ha pesato soprattutto la contrazione della domanda estera, stante la forte propensione delle aziende italiane ad esportare sui mercati globali. Nei primi sei mesi dell’anno – è stato spiegato in conferenza stampa – le esportazioni di trattrici, delle parti di trattrici e delle altre macchine agricole (esclusi i dati sulla componentistica e sul giardinaggio) sono calate complessivamente del 9%, con un valore di 3 miliardi e 408 milioni di euro, mantenendo comunque un saldo attivo della bilancia commerciale pari a 2,2 miliardi. Stati Uniti, Francia e Germania si sono confermati, nell’ordine, come i principali Paesi di destinazione delle tecnologie agricole “made in Italy”, seguiti dalla Turchia che si posiziona al quarto posto.
Nel bilancio di fine anno non si prevedono miglioramenti, come emerge anche dal monitoraggio che la Federazione dei costruttori realizza sistematicamente presso le proprie aziende associate. “Nel terzo trimestre di quest’anno – ha osservato la presidente di FederUnacoma Mariateresa Maschio – il 70% delle industrie di settore ha segnalato un andamento del fatturato peggiore rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con una prevalenza di aziende che indicano una flessione compresa fra l’11 e il 20%. Secondo il 60% delle case costruttrici censite, un’inversione di tendenza potrebbe concretizzarsi a partire dalla seconda metà del 2025”. “La ripresa potrebbe essere favorita da una stabilizzazione del quadro economico complessivo, ma – ha concluso la presidente di FederUnacoma – per quanto riguarda la domanda interna molto dipende dalla messa a regime del sistema di incentivazione per l’acquisto di macchinari agricoli di ultima generazione».