Trattrici: nei primi 5 mesi dell’anno le vendite calano del 19%
Arretra ancora il mercato nazionale delle macchine per l’agricoltura. Dalle trattrici (-19,2%) alle mietitrebbiatrici (-40%), fino ai sollevatori telescopici (-28,3%) tutte le tipologie di macchinari agricoli registrano, rispetto allo stesso periodo del 2023, un sensibile calo delle vendite. La flessione dovuta al declino degli incentivi 4.0 e al ritardo del PNRR, ma anche alla stagnazione dei redditi agricoli.
Prosegue nei primi cinque mesi del 2024 la contrazione delle vendite di macchine agricole che già si era registrata lo scorso anno. I dati sulle immatricolazioni riferiti al periodo gennaio-maggio, elaborati da FederUnacoma sulla base delle registrazioni fornite dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e presentati nel corso dell’Assemblea generale della Federazione, indicano cali consistenti per tutte le tipologie di macchinari. Rispetto allo stesso periodo del 2023 le trattrici calano del 19,2%, in ragione di 6.750 mezzi venduti, mentre le mietitrebbiatrici scendono del 40% a fronte di 100 unità immatricolate. Segno meno anche per le trattrici con pianale di carico, che arretrano del 13,3% (235 unità) e per i rimorchi che, tuttavia, riescono a contenere le perdite al 2% (3.270 unità). Non è andata meglio per i sollevatori telescopici, una categoria di macchine che negli anni passati aveva visto una consistente crescita delle vendite, ma che in questa prima parte del 2024 è stata penalizzata dalla congiuntura sfavorevole: a fine maggio le immatricolazioni si sono fermate a quota 400 unità, segnando -28,3% rispetto allo stesso periodo 2023.
La frenata del mercato nazionale delle tecnologie agricole arriva dopo la forte crescita registrata nel biennio 2021-2022 grazie alla spinta propulsiva degli incentivi pubblici per la digitalizzazione del primario. Il progressivo declino delle agevolazioni per le tecnologie 4,0 – ancora in essere ma con condizioni di finanziamento meno favorevoli – e il ritardo della messa a punto degli strumenti di incentivazione previsti dal PNRR (400 milioni per l’agricoltura di precisione e le nuove motorizzazioni), unito alla flessione dei redditi agricoli, ha condizionato in misura significativa le dinamiche di settore negli ultimi 18 mesi.
Il rallentamento del settore agromeccanico nazionale sembra dovuto a fattori congiunturali e non a un vero calo della domanda interna. La quale, invece, continua ad essere sostenuta, anche se viene soddisfatta in gran parte attraverso il canale dell’usato. Su un totale di 70 mila trattrici immatricolate nel 2023, ben 53 mila erano mezzi d’occasione, mentre solo le restanti 17 mila erano macchine nuove di fabbrica. Si tratta di un fenomeno che prosegue ormai da diversi anni – ha sottolineato l’associazione dei costruttori – e che desta preoccupazione, poiché riferito a mezzi vecchi, con una età media di oltre 22 anni, non in grado di rispettare i più avanzati standard di produttività, sicurezza e sostenibilità. Per un settore strategico come quello agricolo, la presenza di un così elevato numero di macchine obsolete è un elemento di criticità che rischia anche di depotenziare le recenti iniziative messe in campo proprio per facilitare l’introduzione di pratiche innovative.