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Da Greentire un’innovativa proposta di regolamentazione dei PFU

Greentire ha presentato, durante Futurmotive Expo & Talks by Autopromotec, la fiera internazionale dove si è discusso il futuro della mobilità e della transizione energetica ed ecologica, una innovativa proposta di regolamentazione relativa al settore dei PFU.

Nonostante si trattai di un filiera di eccellenza e nonostante le finalità e i principi fondamentali della normativa vigente siano adeguati, con cadenza sostanzialmente annuale si ripresenta la problematica degli insufficienti o ritardati ritiri, evidente dimostrazione della necessità di interventi.

Una profonda analisi del settore e la conoscenza dei vulnus del DM 182/2019 ha portato Greentire a proporre l’introduzione di nuovi principi di riferimento e una completa riscrittura della regolamentazione, finalizzando la stessa ad una vera transizione ecologica. La ridefinizione dei soggetti della filiera e l’attribuzione a ciascuno di essi di diritti e doveri potrebbero consentire di eliminare le zone d’ombra oggi presenti, garantendo al Ministero di disporre, in tempo sostanzialmente reale, di dati oggettivi, utili anche a valutare le performance dei soggetti gestori.

A garanzia della equidistanza di questa rivoluzionaria regolamentazione da ogni interesse particolare provvederà Eticos, un innovativo sistema di gestione sviluppato con il Politecnico di Milano, Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria, in grado di identificare e monitorare le criticità per il buon funzionamento della filiera.

Immagine tratta dal software Eticos

L’impianto di regolamentazione, che ha come obiettivo di gestione (target) non l’immesso nell’anno precedente, ma l’arising (ossia l’effettivo quantitativo degli PFU presenti sul territorio), si basa su quattro pilastri operativi, costituenti un vero e proprio cambio di paradigma, ossia, utilizzare

i.) un criterio di raccolta differente dall’attuale (quello geografico), sostituendolo con quello della “difficoltà di raggiungimento” del punto di generazione del rifiuto,

ii.) l’inserimento dei gommisti quali soggetti detentori di diritti e doveri,

iii.) la creazione di un rapporto diretto tra singolo punto di generazione del rifiuto ed il soggetto gestore e

iv.) l’istituzione di un centro di coordinamento simile a quello già in essere nei RAEE.

Non sono stati trascurati, poi, aspetti oggi non contemplati dal vigente decreto, tra cui una premialità per chi raggiunge significativi risultati in ambito di recupero di materia, la mancata gestione dei pneumatici ricostruiti e delle carcasse, la mancata distinzione tra coloro che importano pneumatici senza fini commerciali ma per proprio uso privato (ad esempio, le flotte di autotrasporto), la puntuale valutazione delle spese dei soggetti gestori, principalmente in ambito comunicazione e nei progetti di ricerca e sviluppo.

“Con il solo obiettivo di rendere un servizio al comparto e, conseguentemente, all’intero Paese – afferma il Presidente di Greentire, Roberto Bianco partendo da una sorta di foglio bianco, ossia senza pregiudizi o posizioni precostituite, con l’apporto dell’esperienza di tutti gli operatori del settore e grazie anche a professionisti di assoluto livello quale l’ing. Giovanni Corbetta e l’ing. Paolo Bucher, abbiamo realizzato una innovativa regolamentazione che, riteniamo, potrebbe risolvere gran parte delle problematiche che oggi subiamo. E dato che ogni buona norma, se non correttamente applicata, risulta vana, abbiamo ideato, con il prezioso e qualificato supporto dei docenti del Politecnico di Milano, un software in grado di valutare e monitorare le attività di tutti i soggetti coinvolti, evidenziando, in modo documentale e oggettivo, eventuali criticità, onde permettere l’attribuzione di specifiche responsabilità e, conseguentemente, risolvere dette problematiche. Abbiamo cercato di redigere una regolamentazione equa ed oggettiva, in grado di abolire possibili interpretazioni che favoriscono una sorta di autogestione dei flussi di PFU da parte dei soggetti preposti, con la finalità di aprire la filiera a obiettivi più ambiziosi e sostenibili”.

Si stima, infatti, che tra il dato ufficiale di immesso e il dato di arising vi sia una differenza prossima alle 30-40mila tonnellate di pneumatici; nel mercato del ricambio, questo quantitativo comporta un mancato versamento del contributo ambientale per raccolta e riciclo di circa 12 milioni di euro, un’evasione dell’IVA stimabile in circa 80 milioni e un’esposizione al rischio di abbandono nell’ambiente di gomme fuori uso derivanti da attività illegali (fonte: Rapporto “I Flussi illegali di pneumatici e PFU in Italia” anno 2020).

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