Mercato italiano macchine per costruzioni: rallenta la dinamica espansiva, calano le macchine stradali, positivi gli scambi internazionali di settore
Nei dodici mesi del 2022 sono state immesse sul mercato italiano 25.923 macchine per costruzioni, con una crescita del 18% rispetto al 2021. Più in dettaglio, le macchine movimento terra vendute nel 2022 sono 25.121 unità (+19%) e 802 le macchine stradali (-10%). Questi i dati elaborati e diffusi da Unacea – Unione italiana macchine per costruzioni, sulla base delle vendite dei produttori e degli importatori del settore. Confrontando i dati del quarto trimestre 2022 sul quarto trimestre 2021, la crescita del comparto risulta tuttavia più contenuta (+12%); il segmento delle macchine movimento terra si mantiene positivo, ma rallenta la crescita al 13%, mentre le macchine stradali registrano un calo del 19%.
Positivi gli scambi internazionali di settore secondo quanto emerge dall’ultimo numero del Report commercio estero Unacea-Cer. Le esportazioni tra gennaio e ottobre 2022 hanno infatti raggiunto i €2,5 miliardi, con una crescita dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2021. Positive anche le importazioni che crescono del 33% per un valore di €1,6 miliardi, in linea con l’andamento vivace registrato dal mercato italiano. Il saldo della bilancia commerciale si mantiene in avanzo per oltre €800 milioni, pur cedendo il 22% rispetto allo scorso anno.
“Il mercato italiano di macchine e attrezzature si conferma in crescita anche nel 2022, sebbene si intravedano i primi segni di rallentamento, specie sul segmento delle macchine stradali – ha dichiarato Michele Vitulano, presidente di Unacea.
In questi anni, anche grazie agli interventi pubblici di incentivazione, abbiamo assistito all’avvio di un reale meccanismo di rinnovo del parco, con effetti positivi sull’ambiente e la collettività. L’uso di nuove macchine e attrezzature, infatti, contribuisce in modo sostanziale alla sicurezza dei lavoratori e alla sostenibilità ambientale dei cantieri e delle nostre città. Ci auspichiamo quindi che questo sforzo non sia vanificato e che si individuino per il futuro delle misure strutturali di premialità per le aziende che investono in macchinari e nuove tecnologie”.