Boom delle costruzioni: è il trend più evidente del 2023, ma l’inflazione mina la ripresa
Il trend più evidente della classifica «Leader della Crescita 2023» stilata da Il Sole 24 Ore in partnership con Statista è il boom dell’edilizia.
Verissimo, conferma uno dei big player italiani del settore, la Silvi Costruzioni Edili, che dal 1970 è leader a Roma e nel Lazio nella progettazione, costruzione, ristrutturazione e manutenzione di immobili.
Negli ultimi 2 anni —osservano gli analisti di SilviCostruzioniEdili— il settore delle costruzioni ha avuto un ruolo chiave nello sviluppo economico del Paese, con 235 mila posti di lavoro generati, un aumento del PIL legato per più di un terzo alla crescita del comparto e introiti fiscali oltre il 30%.
“La data spartiacque è il primo luglio 2020, data di entrata in vigore del D.L. 34/2020 (Decreto rilancio) che ha dato il via ai superbonus del 110% per gli interventi di efficientamento energetico (ecobonus) e miglioramento sismico (sisma bonus). Dopo questa data il settore ha avuto un’impennata ragguardevole” sostiene Il Sole 24 Ore.
“Ma ora siamo in una fase di stallo che rischia di travolgere migliaia di imprese che operano in questo settore” avverte Gianni Silvi, CEO di Silvi Costruzioni Edili, che dal 1970 è leader nel Lazio nella progettazione, costruzione, ristrutturazione e manutenzione di fabbricati, includendo immobili sottoposti a tutela delle Belle Arti. Tra i suoi clienti, oltre a committenti pubblici ed istituzionali, la Silvi Costruzioni annovera importanti Fondi Immobiliari per i quali ha realizzato “strip out” e ristrutturazioni globali di particolare importanza, come quella del Centro Direzionale AGIP di Roma in Via Laurentina/Via del Serafico.
Grazie al Superbonus 110% nel 2021 erano ripartiti gli investimenti: +25% secondo lo Smart Building Report del Politecnico di Milano. “E negli ultimi 2 anni il settore delle costruzioni ha potuto appunto svolgere un ruolo chiave nello sviluppo economico del nostro Paese” ribadisce Silvia Silvi, General Manager della Silvi Costruzioni.
Con la spinta del Superbonus, nel 2021 sono stati spesi oltre 36 miliardi di euro solo per le superfici opache (i cosiddetti cappotti termici). “Ma già nel corso della crisi pandemica la scarsità di materiale aveva determinato una grave difficoltà di reperimento delle risorse necessarie all’edilizia. Poi l’inflazione e l’aumento delle materie prime hanno innescato un rallentamento nella realizzazione di opere pubbliche e cantieri privati, molti dei quali rimasti bloccati a causa di un vertiginoso aumento dei prezzi” spiega Gianni Silvi.
Nei primi nove mesi del 2022 si è poi registrato un ulteriore aumento del prezzo dell’acciaio tondo per cemento armato (+44%), mentre quello del bitume ha raggiunto addirittura un +446%. Senza parlare —a causa della crisi energetica scaturita dalle tensioni internazionali— dell’aumento dei costi legati all’energia con il gas naturale a +337% e l’energia elettrica a +275%.
“Oltre il 70% delle imprese edili non ha ricevuto alcun tipo di ristoro a copertura dei maggiori costi sostenuti a causa dei rincari dei materiali e —secondo i dati nazionali ANCE— ci sono ad oggi 23 mila cantieri ancora aperti per i quali le imprese edili attendono di ricevere almeno 5 miliardi di euro che esse sono state costrette ad anticipare per garantire la continuità dei lavori” enfatizza Silvia Silvi.