Conflitto in Ucraina: la posizione di Bridgestone, Goodyear, Pirelli, Yokohama e Continental
Tutte le aziende del settore, in questi giorni, stanno monitorando con attenzione l’evoluzione del conflitto Ucraina-Russia. Abbiamo chiesto ad alcune un commento sulla loro posizione e sulle possibili conseguenze.
Bridgestone, che in Ucraina non ha sedi né dipendenti, dichiara: “Nell’ambito dei nostri piani di emergenza aziendale e per ridurre al minimo l’impatto del conflitto sulle nostre operazioni, la direzione globale e regionale di Bridgestone sta monitorando da vicino la situazione e adatterà in modo flessibile i piani, ove necessario”.
Bridgestone ha successivamente sospeso le attività manifatturiere e le esportazioni in Russia.
Nemmeno Goodyear ha stabilimenti in Ucraina o Russia, ma “continua a monitorare la situazione e a supportare collaboratori e clienti“. Un portavoce dell’azienda ha delineato l’attuale posizione di Goodyear: “In previsione della possibilità di un tale conflitto, abbiamo messo in atto piani per garantire la sicurezza dei nostri associati, che è sempre la nostra massima priorità. Abbiamo tenuto conto di tutti i nostri collaboratori e delle loro famiglie in Ucraina e sappiamo che attualmente sono al sicuro. Continueremo a monitorare la situazione e a supportare collaboratori e clienti”.
Poiché Goodyear non ha operazioni di produzione in Ucraina, Russia o Bielorussia, è meno direttamente coinvolta rispetto ad alcuni dei suoi concorrenti. Tuttavia, alcune materie prime utilizzate in Goodyear EMEA (regione Europa, Medio Oriente e Africa) provengono dall’area interessata. “Durante qualsiasi crisi, – ha piegato l’azienda – Goodyear implementa un processo di continuità aziendale approfondito e il nostro team EMEA e Global Business Continuity sta attualmente lavorando per garantire la continuità della fornitura di materie prime da fonti alternative”.
Nell’annunciare i risultati finanziari del 2021, Pirelli ha condiviso i dettagli delle misure adottate per mitigare l’impatto della “crisi Russia-Ucraina”. Scrivendo il 23 febbraio, i dirigenti hanno spiegato che Pirelli ha condotto una prima analisi della situazione e dei passi necessari.
L’analisi iniziale di Pirelli presuppone che il costo del petrolio e dell’energia rimarrà ai livelli attuali da marzo 2022 a fine anno e considera “il potenziale impatto sulle operazioni locali legato all’importazione e all’esportazione da e verso la Russia di materie prime e prodotti finiti”.
In sintesi, l’analisi di Pirelli conclude che le sfide economiche sono “in parte assorbite dalle azioni di mitigazione già in corso e dall’adozione di un piano di emergenza per far fronte all’evoluzione della situazione”… stima che “la guidance per redditività e generazione di cassa sarà posizionata nella parte inferiore dell’intervallo (EBIT adjusted [utile ante imposte] di circa 890 milioni di euro…)”.
Yokohama possiede uno stabilimento a Lipetsk, a circa 500 chilometri a sud di Mosca, che secondo l’azienda sta funzionando normalmente. Annunciata per la prima volta nel 2009, la fabbrica di Yokohama ha aperto nel 2012, con la produzione di 6 milioni di unità all’anno di pneumatici per autovetture e autocarri leggeri. La fabbrica di pneumatici è stata fondata come joint venture 80:20 con il conglomerato giapponese Itochu. Gli ultimi dati ufficiali dal Giappone parlano di una produzione di “circa 8.000 tonnellate (a partire dal 2021) di pneumatici per autovetture per OE e aftermarket”.
Yokohama collabora anche con Itochu nella vendita all’ingrosso di pneumatici in Russia. L’operazione all’ingrosso, Yokohama Russia LLC, è stata anche costituita come joint venture tra Yokohama e Itochu nel 2005 ed è diventata una partnership 80:20 tra le due società nel 2009.
Inoltre, sul lato opposto del confine ucraino rispetto alla Russia, Yokohama gestisce una società di vendita di pneumatici (Yokohama CEE) in Polonia. Yokohama CEE è strategicamente posizionata per lo sviluppo dei mercati dell’Europa centrale e orientale.
Continental impiega circa 1.300 persone in Russia. Sulla situazione ha dichiarato: “Stiamo seguendo la guerra contro l’Ucraina con grande preoccupazione. I nostri pensieri sono con le persone colpite e speriamo che i combattimenti finiscano il più rapidamente possibile”.
Per quanto riguarda la produzione di pneumatici, Continental prevede che “l’approvvigionamento delle materie prime necessarie per la produzione dei pneumatici si deteriorerà gradualmente, alla luce delle sanzioni imposte e dell’ulteriore peggioramento delle strozzature logistiche”. Pertanto, la società ha “attivato piani di emergenza che includono scorte di sicurezza e fornitori alternativi”.
Naturalmente, non è possibile prevedere quali ulteriori effetti economici avrà l’attuale crisi per Continental e i suoi clienti, ma la dichiarazione di Continental ha confermato che l’azienda continua a rispettare i propri obblighi di fornitura grazie alla flessibilità offerta dalla sua rete globale: “attualmente siamo ancora in grado di adempiere pienamente ai nostri obblighi di fornitura. La nostra rete di produzione globale ci offre la flessibilità per farlo”.
Nel frattempo, l’azienda si tiene al passo con l’evolversi delle circostanze: “Stiamo monitorando molto da vicino la situazione attuale e rivediamo costantemente tutte le opzioni a nostra disposizione. Ciò vale in particolare per le nostre filiere di approvvigionamento delle materie prime, il trasporto di forniture e merci e gli effetti delle sanzioni imposte a seguito dei conflitti armati”.
Continental ha poi deciso di interrompere le esportazioni di pneumatici dallo stabilimento russo