Veneto: officine in affanno per i PFU, nuovo appello al ministro Pichetto Fratin
L’emergenza legata alla raccolta dei pneumatici fuori uso (PFU) continua a mettere in forte difficoltà le imprese dell’autoriparazione e i gommisti veneti (e non solo).
Confartigianato Autoriparazione, con il presidente veneto Massimo Ruffa, ha nuovamente sollecitato il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica affinché vengano adottate misure urgenti e strutturali per superare l’emergenza.
Secondo Confartigianato, siamo di fronte a un problema che da tempo ha superato la soglia della criticità operativa, trasformandosi in una questione ambientale, economica e di legalità. A pesare sull’emergenza PFU è anche il boom dei pneumatici acquistati online. Oggi fino a un pneumatico su cinque viene comprato sul web, spesso da piattaforme che operano fuori dai canali tradizionali. Un mercato in rapida espansione che rende più complessa la tracciabilità dei flussi e il controllo sul pagamento del contributo ambientale, con ricadute dirette sulle officine regolari chiamate poi a gestire lo smaltimento.
In Veneto operano 4.339 imprese artigiane di meccatronica di cui 316 sono gommisti.
“La situazione è diventata insostenibile – dichiara Massimo Ruffa, presidente di Confartigianato Autoriparazione – le officine pagano regolarmente il contributo ambientale sui pneumatici, ma il servizio di raccolta non viene garantito con continuità. Questo significa spazi occupati, rischi ambientali e un danno evidente alle imprese che operano nel rispetto delle regole. È indispensabile un intervento immediato per ripristinare condizioni di normalità e trasparenza lungo tutta la filiera.”
Confartigianato chiede innanzitutto un intervento immediato di emergenza, attraverso l’attivazione di un nuovo extra target di raccolta dei PFU, indispensabile per smaltire gli accumuli straordinari che oggi occupano gli spazi delle officine e ne compromettono l’operatività.
Accanto alle misure urgenti, è necessario mettere ordine strutturalmente al sistema, a partire dal rafforzamento del Registro Nazionale dei Produttori e Importatori di Pneumatici con una funzione dedicata agli autoriparatori per la gestione centralizzata delle richieste di ritiro. Una governance unica del servizio rappresenterebbe una garanzia di equità ed efficienza per tutti gli attori della filiera.
Confartigianato sollecita inoltre un meccanismo di raccolta che premi la legalità, vincolando il servizio alle imprese regolarmente abilitate ai sensi della legge 122/1992 e in grado di dimostrare l’acquisto corretto degli pneumatici. Una misura necessaria per contrastare abusivismo e concorrenza sleale e per evitare che il sistema continui a penalizzare chi opera nel rispetto delle regole.
Fondamentale anche un rafforzamento dei controlli a monte della filiera, con particolare attenzione alle vendite online, per intercettare i flussi irregolari e contrastare l’evasione del contributo ambientale.
Infine, Confartigianato chiede una revisione dei criteri di assegnazione dei quantitativi di PFU, affinché rispondano alle reali esigenze dei territori, superando accorpamenti geografici poco funzionali che rallentano il servizio e creano squilibri operativi.
“Non chiediamo privilegi – conclude Ruffa – ma un sistema che funzioni: chi paga deve avere il servizio, chi lavora correttamente non può essere penalizzato. È una questione di rispetto per le imprese, per l’ambiente e per la sicurezza stradale.”


