I pneumatici che arrivano: elettrico, nuovi marchi e un mercato che cambia pelle
Dopo aver analizzato i cambiamenti strategici a livello marco del settore pneumatici, abbiamo ricontattato Daniel Gainza per una riflessione più approfondita sul tema prodotto e su come i suoi cambiamenti recenti stanno modificando a sua volta il business dei pneumatici.
Daniel, nel suo articolo di ottobre ha descritto un settore che ha già imboccato una nuova direzione. Guardiamo adesso concretamente ai prodotti: quali sono le evoluzioni più significative che vedremo prossimamente, tra elettrico, nuovi marchi e nuove specifiche?
Stiamo entrando in una fase in cui i pneumatici cambieranno più nei prossimi cinque anni che nei precedenti quindici. La spinta dell’elettrico è evidente. Ma non solo: negli ultimi mesi si sono moltiplicate le notizie di investimenti e spostamenti strategici. Linglong ha inaugurato in Serbia uno degli stabilimenti di produzione più avanzati al mondo. Kumho ha appena annunciato un nuovo stabilimento in Polonia. Hankook investirà 540 milioni di euro in Ungheria per iniziare a produrre pneumatici Truck & Bus entro il 2027. Falken, sotto Sumitomo, rilancerà il marchio Dunlop in Europa a partire dal prossimo anno.
In parallelo, stanno emergendo attori completamente nuovi. L’esempio più notevole è ENSO, la startup britannica che ha iniziato a produrre pneumatici dedicati per l’intera flotta elettrica di Uber. È un
segnale chiaro: il settore non è più un club chiuso; nuove idee, nuovi modelli industriali e nuovi approcci alla sostenibilità possono conquistare spazio reale.
E nuove tecnologie?
Sì. Tecnologie che stanno accelerando questa trasformazione. L’utilizzo sistematico della IA e dei cosiddetti “prototipi virtuali” permette di ridurre drasticamente i tempi di sviluppo. L’automazione
delle fabbriche e le nuove presse elettriche favoriscono l’introduzione di soluzioni innovative e strutture ottimizzate anche per EV-dedicated tyres. E poi l’evoluzione dei materiali: PET riciclato,
grafene, composti più stabili sotto coppia immediata. Sono innovazioni tecniche che, fino a pochi anni fa, sarebbero sembrate lontane.
Ha citato l’elettrico. Ma su questo tema non c’è un cambio di rotta?
La polemica sulla mobilità elettrica è logorante, ma sinceramente sono contento che inizi a passarci la “sbronza ideologica”, passatemi il termine. L’elettrico ha un suo spazio, sensato e naturale, e lo sta occupando. Per capirci: un marchio come Mercedes offre da tempo una gamma di circa 40 modelli; oggi 12 sono elettrici puri e altri 17 sono plug-in. Parallelamente vediamo in Italia marchi come Omoda, BYD o Jaecoo, praticamente sconosciuti fino a ieri.
E non dimentichiamo i veicoli pesanti elettrici. Nel Nord Europa sono già una realtà e prevedo che la loro presenza crescerà presto anche da noi. Sono veicoli che richiedono specifiche diverse: indici di carico maggiorati, mescole più resistenti alla coppia elevata, strutture ottimizzate per cicli urbani regolari. In altre parole, nuove misure, nuovi codici, nuova complessità.
Più complessità, quindi. Che implicazioni attendono ai professionisti del settore?
L’offerta si sta ampliando molto più velocemente della capacità del mercato di comprenderla. Più marchi, più modelli, più varianti, più segmentazione. E il rischio evidente è la banalizzazione del
prodotto: quando l’offerta cresce ma la capacità di distinguerla si riduce, i margini scendono e la soddisfazione del cliente cala. È una dinamica che purtroppo conosciamo bene nel nostro settore, e che tenderà ad acuirsi.
A questo si aggiunge un secondo elemento, meno discusso ma altrettanto impattante: le tempistiche di produzione e disponibilità. Siamo in piena stagione invernale, con le prime nevicate, ma la maggior parte delle fabbriche non produce pneumatici Winter da settimane. Le linee stanno già producendo estivi e 4 Stagioni per il 2026. L’incertezza legata alla crescita del 4 stagioni complica ulteriormente le scelte produttive.
Il risultato? I grossisti noleggiano più spazi di magazzino, i gommisti spendono più tempo a cercare il “presunto equivalente” e i clienti rischiano di ottenere un prodotto non ottimale. Il disponibile non
coincide necessariamente con ciò che sarebbe idoneo per il cliente finale. Insomma, l’intera filiera spende energie a cercare di anticipare la domanda partendo dall’offerta!
Non sembra esattamente entusiasta della situazione…
Guardo la realtà delle cose e mi piace trovare soluzioni. Come Gainza Srl siamo dedicati ad aiutare aziende e imprenditori a lavorare meglio —riducendo attriti, aumentando l’efficacia e facilitando la generazione di valore. È chiaro che farò il possibile perché anche nel mondo dei pneumatici si adoperino soluzioni più razionali, più incentrate sul cliente ed infine più soddisfacenti.
Come potrebbe un gommista o un distributore risolvere questo problema e ottenere un vantaggio competitivo?
Mettendo a valore i dati. Passando da un approccio generalista, dove “una gomma vale l’altra”, a uno mirato, che collega ogni veicolo e ogni profilo di utilizzo al pneumatico realmente idoneo. Con la possibilità di programmare ricambio e manutenzione con precisione e trasparenza. E la tecnologia necessaria è già qui: i veicoli sono da alcuni anni tutti connessi, con chilometraggio, pressioni pneumatici raccolte dai TPMS, sempre più frequentemente RFID inseriti nella carcassa, e poi tutte le informazioni relative al profilo dei conducenti.
Attenzione: naturalmente la gestione dei dati personali richiede compliance, rigore e sensibilità. Ma viviamo in un’economia dei dati e non credo che il settore dei pneumatici possa rimanere ai margini.
Ad oggi, però, questi dati vivono in sistemi separati. Ogni attore ha un pezzo del puzzle; nessuno ha il quadro completo.
E allora qual è, secondo lei, il passo concreto che dovremmo aspettarci dal settore per trasformare questa complessità in un’occasione di crescita?
Il primo passo è prendere coscienza dell’enorme quantità di nuovi pneumatici che stanno arrivando —nuovi marchi, nuove specifiche, nuove misure EV-dedicated— e poi smettere di considerare i dati
come un sottoprodotto della tecnologia.
I dati non sono un fastidio: sono il modo più diretto per trasformare la complessità in servizio al cliente, e quindi in valore. Non servono piattaforme miracolose, ma la volontà di far dialogare i sistemi esistenti. Io credo che siamo in un momento in cui si può fare molto. E che valga davvero la pena farlo.
Gainza offre oggi, attraverso la sua società, Gainza Consulting and Solutions S.r.l., con sede a Nizza Monferrato, in Piemonte, la propria esperienza a manager e aziende, che sentono il bisogno di un partner o un mentore in grado di portare chiarezza, fiducia e direzione, soprattutto quando il percorso si fa più buio o incerto. L’approccio, che sia in ambito di strategia, pricing, vendite o marketing, è sempre orientato ai risultati e alla crescita sostenibile delle aziende.


