Notizie

Strade sicure, durature e sostenibili: a che punto siamo in Italia?

Dal punto di vista della sicurezza, della durabilità e della sostenibilità, a che punto sono le strade in Italia? È da questa domanda che ha preso avvio il convegno Strade sicure, durature e sostenibili: la traccia che vogliamo lasciare nel futuro, organizzato da Ecopneus, società senza scopo di lucro e principale operatore per il tracciamento, la raccolta, il trattamento e il recupero degli Pneumatici Fuori Uso (PFU) in Italia, a Ecomondo. Un momento di confronto dedicato all’applicazione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) nelle infrastrutture stradali, che ha riunito istituzioni, associazioni e imprese per un confronto sulle sfide e le opportunità legate al provvedimento che indirizza il settore verso una maggiore sostenibilità.

Con l’entrata in vigore del Decreto Ministeriale n. 279 del 5 agosto 2024, operativo dal 21 dicembre 2024, si è infatti aperta una nuova era per il settore grazie a un provvedimento che ha introdotto l’obbligo di utilizzo dei CAM per tutte le stazioni appaltanti, rendendoli uno standard imprescindibile per i nuovi appalti pubblici relativi a progettazione, costruzione, manutenzione e adeguamento delle infrastrutture stradali. Si è quindi delineato un contesto normativo che dà impulso all’impiego di tecnologie innovative e materiali eco-compatibili, come gli asfalti modificati con polverino di gomma riciclata da PFU: una tecnologia matura, performante, pienamente conforme ai CAM e capace di apportare benefici concreti, come una durata fino a tre volte superiore rispetto alle pavimentazioni stradali tradizionali, con una minore necessità di apportare interventi di manutenzione, e una riduzione del rumore da rotolamento fino a 5 dB.

Al centro del dibattito del convegno i risultati emersi dalle due indagini commissionate da Ecopneus. La prima, realizzata da Eumetra e rivolta alla Pubblica Amministrazione¹, ha evidenziato come, a quasi un anno dall’introduzione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM), permangano difficoltà operative nell’adozione di tali soluzioni.  Pur registrando un’ampia apertura di principio – il 72% degli intervistati ritiene che i materiali riciclati incidano molto o abbastanza positivamente sulle infrastrutture – e nonostante ci sia anche una vasta conoscenza della possibilità di utilizzare il polverino di gomma riciclata da PFU nelle pavimentazioni stradali, solo 1 intervistato su 10 dichiara di aver già impiegato asfalti con gomma riciclata.

Gli enti locali segnalano diverse barriere operative e informative all’effettiva adozione di soluzioni sostenibili, tra cui i costi iniziali percepiti come elevati (46%), la carenza di linee guida pratiche e supporto tecnico (39%), e la mancanza o scarsità di fornitori qualificati sul territorio (29%). Un divario informativo confermato dal fatto che circa due tecnici su tre (66%), appartenenti soprattutto ai comuni sotto ai 10.000 abitanti, ammettono di conoscere poco o per nulla il contenuto specifico dei CAM, per la cui implementazione servirebbero principalmente una formazione specifica per il personale tecnico (65%) e incentivi economici o finanziamenti dedicati (54%).Solo il 54% degli intervistati, appartenenti principalmente ai comuni di medie-grandi dimensioni, ha già iniziato a implementare le disposizioni dei nuovi CAM nei bandi e progetti dell’ente di cui fa parte, e si prevede che ci vorranno mediamente da 1 a 5 anni affinché esse vengano pienamente integrate nelle proprie procedure. Un percorso piuttosto lungo, di cui comunque si riconoscono i vantaggi: i benefici attesi nel medio-lungo periodo grazie all’applicazione dei CAM, infatti, ci sono: ci si aspetta soprattutto minori costi di manutenzione (47%), aumento della sicurezza stradale (39%) e riduzione dell’impatto ambientale (39%).

La seconda indagine, condotta da Lifegate su un campione di cittadini², ha mostrato una forte attenzione verso la qualità delle strade, con una chiara richiesta di maggiore sicurezza e meno buche. Se da un lato emerge un significativo gap di conoscenza – il 54% degli intervistati non aveva mai sentito parlare degli asfalti modificati con gomma riciclata, e quasi la metà (46%) è convinta che in Italia esistano meno di 100 km di strade realizzate con asfalti modificati, sottostimando la realtà – dall’altro, una volta informati, l’accettazione è altissima. L’87% li ritiene più sicuri rispetto a quelli tradizionali e il 95% ne apprezza il beneficio nella riduzione dell’inquinamento acustico. È tuttavia chiara che la responsabilità è condivisa: per la maggioranza dei rispondenti, la transizione verso strade più sostenibili è un impegno che deve coinvolgere tutti, dalle istituzioni alle aziende, fino ai singoli cittadini.

Moderato da Roberto Sposini, Direttore di Lifegate, il confronto ha offerto una visione corale del percorso in atto. Sergio Saporetti del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha ribadito l’impegno istituzionale verso infrastrutture più sostenibili; Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, ha sottolineato l’importanza delle sinergie tra pubblico e privato nell’adozione di soluzioni sostenibili; Andrea Minutolo, Responsabile Scientifico nazionale di Legambiente, ha inquadrato i CAM come una sfida strategica per il Paese, a cui ha fatto eco  Alessandro Pesaresi, Presidente di SITEB – Associazione Strade Italiane e Bitumi, portando il punto di vista delle imprese pronte a investire nella transizione. Infine, Patrizia Bellucci, Responsabile Ricerca e Sviluppo – Direzione Ingegneria e Verifiche di ANAS, ha riportato l’esperienza e l’impegno dell’azienda verso pavimentazioni più silenziose e circolari.

“Le indagini realizzate rappresentano un primo passo, ma indicano già un messaggio chiaro: cittadini e amministratori pubblici condividono l’obiettivo di strade più sicure e sostenibili, ma per raggiungerlo servono competenze, informazione, supporto e strumenti concreti” – ha dichiarato Giuseppina Carnimeo, Direttore Generale di Ecopneus. “In Italia abbiamo già oltre 900 km di strade realizzate con polverino di gomma riciclata da PFU, ma il potenziale è molto più ampio, considerando che in Italia ci sono oltre 830.000 km tra strade provinciali, comunali e autostrade. Questa tecnologia garantisce vantaggi prestazionali estremamente validi, e i Criteri Ambientali Minimi offrono un’opportunità strategica per accelerare la transizione ecologica del Paese, ammodernare e rendere più sicura questa rete. Ecopneus, è impegnata a fianco della PA come partner tecnico e operativo, con l’obiettivo di rendere queste soluzioni una realtà diffusa su tutto il territorio nazionale”.

Proprio per rispondere all’esigenza di supporto emersa, Ecopneus ha ribadito il proprio impegno nel programma di formazione gratuito rivolto alla Pubblica Amministrazione, avviato in collaborazione con Punto 3, società specializzata in Green Public Procurement (GPP). Il percorso offre strumenti operativi concreti per tradurre le linee guida ministeriali in capitolati di gara efficaci: un disciplinare tipo, un capitolato tipo e una check list per la verifica della corretta applicazione dei CAM Strade. L’iniziativa, che nel biennio 2024-2025 ha già visto la partecipazione di oltre 280 rappresentanti di enti pubblici, prosegue con l’obiettivo di fornire un supporto qualificato a tutte le stazioni appaltanti.

La formazione è completamente gratuita e può essere attivata su richiesta da enti pubblici, anche in forma aggregata. Per richiederne l’attivazione si invita a scrivere all’indirizzo paolo@punto3.it. Per ricevere i materiali di supporto relativi agli strumenti operativi offerti, è possibile scrivere all’indirizzo info@ecopneus.it.

© riproduzione riservata
made by nodopiano