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Trasporto merci, nell’Unione europea il 78% viaggia su gomma

Nell’Unione europea il 78% del trasporto via terra delle merci viaggia su gomma e solo il 17% su ferrovia. L’Italia è al di sopra della media per quanto riguarda il primo, con l’88%, mentre è al di sotto in relazione al trasporto merci ferroviario, con il 12%. In entrambi i casi, quest’ultimo è in calo: in Unione Europa si è passati dal 19% del 2015 al 17% del 2023 e nel nostro Paese, rispetto al 2015, si è passati dal 13% al 12%. Guardando l’andamento degli ultimi 20 anni, la quota percentuale di trasporto merci su ferrovia è aumentata fino al 2016 (picco del 14,7%) per poi scendere al livello degli ultimi anni. Questo quanto elaborato da Connact su dati Eurostat, presentati durante l’evento Connact Mobility “L’evoluzione delle politiche UE per i Trasporti” che si è svolto a Roma. 

L’evento. L’iniziativa è stata organizzata da Connact, la piattaforma di eventi che favorisce il confronto tra soggetti privati e istituzioni attraverso momenti di incontro e networking, in collaborazione con il Parlamento europeo in Italia. Un momento di confronto tra esponenti delle istituzioni e stakeholder del settore trasporti sulle politiche europee: dall’ammodernamento infrastrutturale a quello dei mezzi di trasporto, dalla realizzazione di un sistema efficiente e sostenibile per lo spostamento di merci e persone fino al focus sui trasporti aerei e marittimi che hanno un ruolo determinante in un sistema integrato e multimodale per la mobilità di merci e persone al fine di garantire efficienza e consentire di rispondere agli obiettivi di sostenibilità ambientale. Questi i temi dell’incontro su cui sono intervenuti, tra gli altri, Fabio Pressi, ceo di A2A E-mobility; Raffaele Latrofa, Commissario Straordinario dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale; Massimiliano Calamea, Head of EU & International Public Affairs di Autostrade per l’Italia; Maria Cristina Scarfia, Responsabile Affari europei di Confetra; Davide Cucino, Vice Presidente Senior per gli Affari UE e NATO di Fincantieri; Marco Mannocchi, Responsabile Relazioni Esterne e Sostenibilità di IP Gruppo api e Aimone di Savoia Aosta, SVP Affari istituzionali e regolatori di Pirelli. 

Trasporto merci: per la ferrovia il trend è negativo. In Europa il trend complessivo del trasporto merci su ferro è negativo. Questo nonostante l’obiettivo della Strategia UE della mobilità sostenibile, lanciata nel 2020, sia di raddoppiare entro il 2050 la quota percentuale del trasporto merci su ferrovia rispetto al 2015. In particolare, la parte occidentale dell’Europa nel 2023 risulta quella meno sviluppata in fatto di trasporto merci ferroviario, con la Spagna al 4,2%, la Francia al 9,2% e l’Italia poco meglio, con il 12%. Il Portogallo appena sopra con il 14,1% di quota di trasporto merci ferroviario, il Belgio 11,7% e i Paesi Bassi 6,4%. Male la Grecia con 1,1%. Diversa è invece la situazione per l’altra metà dell’Europa, a cominciare dalla Germania, con una quota che è al 20,6%. Al di sopra della media UE praticamente tutta l’Europa orientale: Austria al 29,3%, Slovenia al 30,2%, Croazia al 22,7%, Slovacchia al 30,4%, Ungheria al 25,2%, Polonia al 24,1% e Romania al 24%. Sfiora il 40% la Lituania e si colloca addirittura sopra con il 44% la Lettonia. Alti anche i livelli nell’Europa del Nord, con Finlandia e Svezia rispettivamente al 22% e al 29,7%. 

Trasporto merci: l’Europa viaggia sulla strada. Diversa è invece la situazione per il trasporto merci su strada, settore in cui la media europea si attesta sul 78%, con picchi del 95,8% per la Spagna, 98,9% per la Grecia, 99,3% per l’Irlanda, 91,8% per la Danimarca,  88,9% per la Francia, 88% per l’Italia e 85,9% per il Portogallo. In linea con la media europea l’Austria, mentre la Germania, il Belgio e tutta l’Europa dell’est mostrano percentuali di qualche punto sotto la media. Molto sotto la media UE Paesi Bassi (52,8%), Lettonia (56%) e Romania (53,7%). 

“Al porto di Civitavecchia siamo in un momento nodale per la sostenibilità. Ci sono progetti in cantiere per 80 milioni di euro per il Cold Ironing e siamo primi in Italia per l’esperienza sull’idrogeno, come prima Hydrogen valley portuale, con la prospettiva di andare a produrre 200 tonnellate annue di idrogeno verde che potrebbero fare del nostro hub un luogo di distribuzione dell’idrogeno anche come carburante per le navi. Alle istituzioni chiediamo di creare le condizioni per non farci rimanere un modello isolato” ha detto Raffaele Latrofa, Commissario Straordinario dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale. 

“Oggi il 90 per cento dei passeggeri, l’84% delle merci viaggia su strada, e l’80 per cento degli addetti alla manifattura si trova a meno di 20 km da un casello” sottolinea Massimiliano Calamea, Head of EU & International Public Affairs di Autostrade per l’Italia. “Sono numeri che nei prossimi decenni si ridurranno marginalmente, il settore continuerà a giocare un ruolo fondamentale per le competitività economica e sta assumendo anche quello di abilitatore della decarbonizzazione e digitalizzazione”. 

“ll settore della logistica non è contro la decarbonizzazione, è contro un approccio ideologico che cala target irrealistici dall’alto” ha detto Maria Cristina Scarfia, Responsabile Affari europei in Confetra. “Con la Corporate Green Fleet Initiative la Commissione prevede quote di acquisto obbligatorie di camion elettrici che costano circa 400.000 euro, con incentivi che vanno intorno al 10%, quindi 40.000 euro. A questi si aggiungono più o meno 120.000 euro a carico delle aziende per gli allacci, i sistemi di sicurezza, oltre ovviamente al rincaro delle bollette. Da parte nostra speriamo che la Commissione europea ci ripensi, stiamo raccogliendo con la nostra associazione europea e con IRU (Unione Internazionale trasporti su Strada) le firme contro questa proposta e qualora la Commissione dovesse continuare a non ascoltare le voci del settore, ma anche dei tecnici che sostengono quanto sia irrealistica l’opzione solo elettrico per i camion, auspichiamo che il governo italiano e i parlamentari chiedano deroghe o incentivi potenti per il settore se non, addirittura, lo stralcio”. 

“Il settore marittimo ha lavorato nell’ultimo anno e mezzo per contribuire a ispirare una nuova Strategia per l’industria marittima europea che, da una parte, permetta a player come Fincantieri e al loro indotto di attuare una nuova politica industriale e, al tempo stesso, sottolinei la necessità di dedicare risorse e sforzi a nuovi ambiti come quello della dimensione subacquea” ha detto Davide Cucino, Senior Vice President per gli Affari UE e NATO di Fincantieri. 

Aimone di Savoia Aosta, Senior Vice President Affari Istituzionali e Regolatori di Pirelli, ha dichiarato: “Per accelerare la transizione verso un’industria europea sempre più sostenibile e competitiva, è fondamentale individuare obiettivi realizzabili nell’ambito di un quadro normativo ben definito e non frammentato, con tempi di attuazione chiari e prevedibili per consentire alle imprese di pianificare gli investimenti e di implementare i regolamenti. In tal senso, Pirelli auspica un dialogo costante tra istituzioni e industria, affinché le imprese possano contribuire concretamente alla realizzazione di un piano europeo che porti a una maggiore efficienza operativa e a progressi in termini di sostenibilità, innovazione e competitività”.

I promotori dell’iniziativa sono A2A, Autorità di sistema portuale per il Tirreno centro settentrionale, Autostrade per l’Italia, Confetra, Fincantieri, IP Gruppo api, Pirelli. 

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