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Pirelli sotto osservazione: gli Stati Uniti sollevano dubbi sull’influenza cinese

Nuove tensioni emergono tra Washington e Roma, in merito alla partecipazione cinese di Sinochem nel gruppo Pirelli. Secondo quanto riportato da Bloomberg, il Dipartimento statunitense del Commercio e dell’Industria avrebbe inviato una lettera alle autorità italiane lo scorso luglio, esprimendo preoccupazioni sull’influenza esercitata da Sinochem, azionista con una quota del 37% nella storica azienda milanese.

La missiva, secondo fonti vicine alla vicenda, sarebbe stata una risposta a una richiesta di chiarimenti da parte del governo italiano, che nel 2023 aveva già attivato il cosiddetto Golden Power per limitare l’accesso cinese a informazioni strategiche e tutelare gli asset industriali nazionali. Tuttavia, per Washington, le misure adottate non sarebbero sufficienti a garantire la sicurezza in ambiti tecnologici sensibili.

Al centro delle preoccupazioni statunitensi vi è la tecnologia dei “cyber-tyre” sviluppata da Pirelli, pneumatici intelligenti capaci di interagire con i sistemi digitali del veicolo. Questa innovazione, che rappresenta una delle punte di diamante dell’azienda, solleva interrogativi sulla protezione dei dati e sulla possibile vulnerabilità in caso di accessi non controllati.

Pirelli, che realizza circa un quarto del proprio fatturato negli Stati Uniti, ha investito ingenti risorse nello sviluppo di questa tecnologia, ma ora si trova a dover affrontare un clima di crescente diffidenza. Secondo le indiscrezioni, è previsto un incontro tra rappresentanti del gruppo cinese e il governo italiano, che al momento non ha rilasciato commenti ufficiali.

La vicenda si inserisce in un contesto più ampio di rafforzamento dei controlli da parte degli Stati Uniti su tecnologie considerate strategiche e potenzialmente esposte a influenze estere. Un tema che coinvolge non solo Pirelli, ma anche altri gruppi industriali italiani attivi in settori ad alta innovazione.

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