Agricoltura, “sinergie di filiera” per la competitività del made in Italy
In occasione dell’assemblea annuale FederUnacoma, tenutasi a Zola Predosa (Bologna) e aperta da un intervento di Paoli Mieli, università, professionali agricole e costruttori si sono confrontati sulle priorità e sulle strategie per rafforzare la competitività dell’agricoltura nazionale. Le tecnologie di nuova generazione sono un fattore chiave per migliorare la sostenibilità e la produttività delle aziende italiane, tuttavia mancano figure professionali in grado di sfruttarne il potenziale. Il ruolo cruciale della formazione.
La situazione di instabilità politica che il mondo sta vivendo in questo particolare momento storico nasce dalla crisi dell’assetto geopolitico e di quella governance mondiale, vedi l’Onu, che hanno orientato le relazioni internazionali nel periodo compreso tra il secondo dopoguerra e la fine della “guerra fredda”. I conflitti attualmente in corso indicano che il sistema globale è alla ricerca di nuovi equilibri, ma anche in uno scenario così complesso è lecito essere ottimisti. Questo il messaggio lanciato da Paolo Mieli, storico e giornalista, già direttore del Corriere della Sera, che ha aperto i lavori della sessione pubblica dell’Assemblea annuale di FederUnacoma, tenutasi nel pomeriggio di ieri, giovedì 26 giugno, presso la location storica di Palazzo Albergati (Zola Predosa, Bologna). I cicli storici del passato – ha detto Paolo Mieli – insegnano che, molto spesso, i periodi turbolenti precedono significative fasi di progresso e di sviluppo, conseguenti ad importanti salti tecnologici. Così è stato, ad esempio, nel basso Medioevo quando la guerra dei cento anni fu seguita dal Rinascimento, o nel Seicento quando la guerra dei trenta anni aprì la strada all’Illuminismo.
E’ dunque probabile che sotto la cenere degli attuali conflitti si stiano creando le condizioni per un nuova crescita, di cui saranno protagoniste e artefici le nuove generazioni. Dopo l’introduzione di Mieli si è svolto il talk show sul tema “Terra, bene comune”, moderato dal giornalista di Radio 24 Simone Spetia, che ha visto la presenza di Cristiano Fini, presidente CIA, Nicola Gherardi, membro della Giunta di Confagricoltura, Valentino Marcattilii, chef internazionale, titolare fra l’altro del ristorante San Domenico ad Imola, Mariateresa Maschio, presidente di FederUnacoma, Giovanni Molari, Magnifico Rettore dell’Università di Bologna Alma Mater ed Ettore Prandini, presidente Coldiretti. Al centro del convegno i temi relativi al ricambio generazionale, all’innovazione tecnologica e alla formazione. Il settore primario è in profonda trasformazione: connessioni satellitari, sensori, sistemi software per l’elaborazione di dati raccolti direttamente sul campo, robot in grado di svolgere lavorazioni agricole indipendentemente dall’intervento dell’uomo – ha detto Prandini – sono i protagonisti di una rivoluzione che sta cambiando profondamente logiche e modalità produttive del settore primario. L’utilizzo di sistemi ad alta innovazione, che richiede figure professionali con competenze specialistiche, rappresenta anche un fattore di grande richiamo per i giovani e può di conseguenza favorire il ricambio generazionale in agricoltura, ma – ha sottolineato il presidente Coldiretti – sono necessarie forti sinergie tra imprenditori agricoli, università e costruttori di macchine agricole per programmare percorsi formativi rispondenti alle nuove esigenze del comparto.
In un mondo che cambia molto velocemente i giovani sono dunque chiamati a svolgere un ruolo fondamentale, tuttavia – ha evidenziato Giovanni Molari – questo impone al mondo dell’Università di aggiornare continuamente la didattica e i programmi, tenendo il passo di processi di innovazione che si succedono con tempi sempre più ravvicinati. L’accordo di collaborazione sottoscritto tra l’Università di Bologna e l’associazione dei costruttori di macchine agricole FederUnacoma – ha aggiunto Molari – va proprio in questa direzione. Di una “via italiana” all’innovazione ha parlato il presidente della CIA Cristiano Fini. La forza della nostra economia agricola e il successo del made in Italy sui mercati globali – ha detto Fini – sono strettamente legati alla capacità che hanno gli agricoltori italiani di sapersi rinnovare nel pieno rispetto di quella tradizione di qualità ed eccellenza che da sempre contraddistingue le nostre aziende del settore primario nazionale. Nel corso del convegno i relatori si sono soffermati anche sull’importanza strategica che i sistemi di nuova generazione hanno non soltanto per rafforzare la competitività delle aziende in termini di rese e di contenimento dei costi, ma anche per soddisfare quei requisiti di sostenibilità oggi imprescindibili per contrastare i cambiamenti climatici e per garantire un uso ottimale delle risorse. Sul tema è intervenuto Nicola Gherardi, che ha ricordato come le aziende agricole italiane debbano rispettare i rigorosi parametri ambientali fissati dal Green Deal – tra cui, ad esempio, i limiti relativi all’uso di antiparassitari – e come tali standard possano influire negativamente sulla produttività e sulla capacità di affrontare una concorrenza sempre più agguerrita.
Oggi la tecnologia fornisce i mezzi e le migliori soluzioni per incrementare la competitività dell’economia agricola italiana ma – ha spiegato Gherardi, riallacciandosi agli interventi degli altri relatori – mancano figure professionali in grado di cogliere appieno le opportunità offerte dai sistemi 4.0, in special modo per quanto riguarda l’elaborazione della grande quantità di dati raccolti dalle macchine agricole durante le lavorazioni in campo. Dall’incremento delle rese produttive alla sostenibilità, sino al ricambio generazionale e alla formazione delle nuove figure professionali, l’agricoltura si trova ad affrontare sfide impegnative, che – ha aggiunto la presidente di FederUnacoma Mariateresa Maschio – possono essere vinte soltanto con una stretta collaborazione fra tutti gli attori della filiera, decisori pubblici, università, professionali agricole e costruttori di macchinari agricoli. Di grande interesse la testimonianza dello chef Valentino Marcattilii, che ha concluso i lavori del convegno. Nel suo intervento Marcattilii ha ripercorso le tappe più significative della propria carriera, dagli inizi nel ristorante di Imola sino al grande successo della sua esperienza a New York, dove è riuscito ad affermarsi offrendo un prodotto di alta gamma tipicamente italiano. L’Assemblea annuale FederUnacoma è proseguita nel pomeriggio con un concerto dell’Ensemble Symphony Orchestra dedicato al repertorio di Ennio Morricone e con le celebrazioni per l’ottantesimo anniversario della Federazione.