La Commissione Europea si esprime sui fondi in Ungheria e la chiusura in Olanda di Apollo Tyres

Il 18 giugno è arrivata la risposta della Commissione Europea all’interrogazione espressa da due eurodeputati olandesi, Tom Berendsen (CDA) e Dirk Gotink (NSC), sulla legittimità delle sovvenzioni europee concesse ad Apollo Tyres, per quasi 100 milioni di euro, per la costruzione della fabbrica in Ungheria, dove è stata trasferita gran parte della produzione che veniva fatta in Olanda, nella storica fabbrica di Enschede, che chiuderà entro il 2026.

Secondo la vicepresidente della Commissione europea, Teresa Ribera, invece, l’aiuto concesso dall’Ungheria nel 2014 è stato approvato in base alle norme sugli aiuti di Stato in vigore all’epoca. Successivamente, Apollo ha ricevuto anche un sostegno basato sui programmi europei COVID-19 e, secondo la Commissione, anche questo è avvenuto secondo le regole.

Nono sono ovviamente soddisfatti della risposta i due deputati, che la definiscono “insoddisfacente“, ritenendo che se anche la legge non fosse stata violata, lo sarebbe stato il suo spirito. Berendsen sostiene inoltre che, anche se non hanno trasgredito alle regole, l’Ungheria e Apollo Tyres sono arrivati ai limiti massimi. “Gli aiuti di Stato da un Paese europeo a un’azienda non dovrebbero portare alla delocalizzazione di posti di lavoro all’interno di quell’azienda da un paese all’altro“, afferma l’eurodeputato. “Ne discuterò con la Commissione”.

La Commissione Europea fa anche riferimento a fondi europei che possono essere utilizzati per sostenere i lavoratori colpiti dalla chiusura della fabbrica, finanziando percorsi di reinserimento, formazione e orientamento. “Naturalmente, questo rimane un cerotto sulla ferita, perché non compensa la perdita del lavoro per i dipendenti“, afferma Berendsen. “Ma è un’opportunità da non perdere“.

Risposta data dal vicepresidente esecutivo Ribera a nome della Commissione europea

1. Nel 2014 la Commissione ha approvato un aiuto a favore di Apollo Tyres sulla base delle norme in materia di aiuti di Stato applicabili all’epoca. Nel 2020 la Commissione ha approvato regimi di aiuti di Stato connessi a misure COVID-19, in base ai quali l’Ungheria ha concesso aiuti ad Apollo Tyres per porre rimedio a un grave turbamento dell’economia e per compensare parzialmente l’impresa delle perdite subite a causa delle misure di confinamento introdotte dal governo ungherese. La Commissione non dispone di alcuna indicazione del fatto che né la misura di aiuto del 2014 né i regimi del 2020 non siano stati attuati in linea con tali decisioni.

2. Le attuali norme in materia di aiuti di Stato, ove pertinenti, prevedono già rigorose garanzie anti-delocalizzazione. La Commissione non ritiene che sia necessario rivedere tali disposizioni. Esse garantiscono che gli aiuti di Stato non possano essere utilizzati in modo da incoraggiare o facilitare la delocalizzazione dei servizi o della produzione in un altro Stato membro.

3. Il Fondo sociale europeo Plus (FSE+) e il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione per i lavoratori espulsi dal lavoro (FEG) possono essere utilizzati per sostenere i lavoratori colpiti finanziando percorsi di reinserimento, formazione e orientamento. Il FSE+ sostiene già Twente come una delle 35 regioni olandesi del mercato del lavoro. I Paesi Bassi possono anche richiedere un’assistenza riattiva una tantum a titolo del FEG quando non è possibile evitare esuberi per finanziare misure di politica del mercato del lavoro. Più in generale, il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) contribuisce a rafforzare la competitività dell’economia regionale dei Paesi Bassi orientali attraverso l’innovazione intelligente e verde, anche per quanto riguarda la transizione energetica e la circolarità, la transizione verso industrie pulite, le competenze per la transizione verde e l’accesso all’occupazione in tecnologie pulite ed efficienti sotto il profilo delle risorse.

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