Gruppo Fintyre ad Autopromotec con aziende, brand e network
Lo stand di Fintyre era centrale nel Padiglione 20 di Autopromotec e rappresentava i molti brand distribuiti e le aziende che fanno parte del Gruppo. Abbiamo incontrato il CEO Mattia Franchi, che ci ha dato la sua lettura dei trend del mercato, un commento sull’indagine anti-dumping e un aggiornamento sull’acquisizione di Gexpo e sullo sviluppo del network PaddockPlus.
Indagine antidumping: cosa cambierà nel mercato e per il gruppo Fintyre?
L’indagine porterà sicuramente delle novità e dei cambiamenti sul mercato europeo e, ovviamente, su quello italiano. Bisognerà stare alla finestra perché non è ancora chiara l’entità dell’intervento e le tempistiche che potrebbero essere addirittura retroattive.
Anche noi ci dovremo adattare anche se abbiamo oggi un portafoglio importante di produttori partner e relativi brand e abbiamo già studiato alcuni piani di intervento. Un po’ come in Formula 1: a seconda di ciò che succederà adotteremo il piano A, B o C… Vedremo durante la gara!
Al momento è ancora tutto in definizione ed è forse presto per muoversi in una direzione specifica.

Come si inserisce l’operazione di Gexpo nel Gruppo?
Gexpo Tyre rappresenta un nuovo capitolo di una lunga storia, prestigiosa e di successo quale quella di Gexpo: vogliamo continuare questa bella storia e per questo abbiamo mantenuto e manterremo la stessa struttura commerciale e logistica garantendo professionalità, affidabilità e un’attenzione costante ai bisogni dei nostri clienti.
La nostra missione è far crescere ulteriormente Gexpo Tyre migliorando i servizi commerciali e distributivi e garantendo a tutti i clienti nuove opportunità di sviluppo con un’offerta di prodotti più ampia, più competitiva ma allo stesso tempo distintiva.
Per Gexpo abbiamo già realizzato un B2B digitale più moderno, un catalogo in costante evoluzione e messo al servizio di tutti i clienti un call center in grado di offrire risposte tempestive e professionali.
Siamo fermamente convinti che Gexpo Tyre, mantenendo una sua chiara identità commerciale e potendo contare sulla struttura organizzativa e distributiva del nostro gruppo, possa velocizzare lo sviluppo del suo business.
Fintyre ha un portafoglio di marchi di tutte le fasce: avvertite uno slittamento del mercato italiano, magari in conseguenza alla riduzione del potere d’acquisto?
Assolutamente si. Oltre al potere di acquisto, anche la sensibilità delle persone, ed in particolare dei giovani, alla qualità dell’acquisto e non solo alla “prestazione” del prodotto/servizio acquistato, sta spostando i budget di spesa su prodotti e servizi diversi rispetto al passato. Se pensiamo all’aspetto green o alla sicurezza personale e del pianeta in generale risulta tutto più chiaro. Il trend è ormai segnato da anni e credo sia sinceramente irreversibile. Per il nostro settore, penso che la sfida più grande sia per i produttori più che per i distributori ed in particolare per quelli del segmento premium. Come spesso avviene nelle fasi di cambiamento, credo che i produttori potranno cogliere delle opportunità interessanti: sono convinto che chi si muoverà in anticipo ed è disponibile ad accogliere un cambiamento, potrà avere dei vantaggi sul mercato.
Gruppo Fintyre: tre aziende, una ventina di brand in esclusiva, sei segmenti di business e una rete brandizzata di rivenditori. Come si gestisce una tale complessità?
Si gestisce solo con un team professionale ed affiatato: professionale perché quelli bravi fanno la differenza! A noi piace lavorare con “quelli bravi” e se lo sono più di me, meglio (così imparo); affiatato perché devi poterti fidare dei colleghi, anche a rischio di sbagliare. Nel contesto competitivo attuale penso sia finita l’era del “One man show”. Sono troppe le variabili da gestire, i continui cambi del mercato e delle esigenze del cliente, per poter prendere da soli rapidamente decisioni importanti. La condivisione ed il confronto, nel rispetto dei ruoli, è stata la chiave del successo del nostro gruppo degli ultimi anni e credo lo sarà anche nel futuro.
Paddock Plus: un brand retail che raggruppa e identifica tre aziende? Quali sono i progetti per quest’anno?
Paddock Plus rappresenta per noi, insieme all’apertura dell’Hub di Roma, il progetto dell’anno: continueremo ad allargare le partnership con aziende terze, forniremo supporto digitale e tecnologico ai nostri affiliati, forniremo programmi di formazione sulle principali tematiche gestionali e commerciali, aiuteremo i nostri affiliati ad incrementare la loro visibilità ed il traffico nel loro negozio. Abbiamo allo studio diversi progetti strategici che sveleremo nei prossimi mesi, con l’unico obiettivo di aiutare i nostri clienti a crescere in modo organico e strutturato.
Lanciato a fine 2024, in nemmeno un anno, Paddock Plus ha già riscosso un importante successo, raggiungendo oltre 600 affiliati.
Autopromotec: possiamo dire che l’asse si è spostato dai produttori ai distributori. Oggi sono loro che fanno le strategie sul mercato?
Condivido che l’asse di Autopromotec si sia maggiormente spostato sulla distribuzione: quando penso alla marea di persone (clienti, fornitori, agenti, etc.) che ci hanno onorato della loro visita ai nostri stand mi rendo conto ancora di più di quanto siamo importanti per loro. Questo ci spinge a fare sempre meglio per continuare a soddisfarli.
Nonostante il peso della distribuzione sul mercato stia aumentando, non credo che la strategia sia tutta nelle nostre mani: il ruolo del produttore è ancora oggi molto importante, credo moltissimo nel fare strategie co-costruite con il produttore. Con i produttori con i quali l’abbiamo fatto, i risultati sono entusiasmanti.
Il mercato è in evoluzione e nei prossimi anni assisteremo sicuramente ad un riassetto generale della distribuzione. I segnali sono già evidenti, basta saperli/volerli cogliere. In tale contesto, penso i produttori siano davanti ad un bivio: non cogliere i segnali e attendere l’evoluzione degli eventi, con il rischio di trovarsi un futuro diverso da come se lo immaginano oppure essere protagonisti del riassetto, scegliendo come e con chi vorranno lavorare.
Capisco che la scelta non sia semplice e porti con sé dei rischi, ma anche decidere di non decidere è una scelta.