Ascenso: idee chiare, crescita progressiva e dopo l’agro arriva l’OTR
“Siamo un marchio che ha solo quattro anni di vita, quindi c’è ancora molta strada da fare”. Con queste parole Sumit Khare, president sales di Mahansaria Tyres Private Limited ha iniziato a raccontarci l’ultima avventura imprenditoriale della famiglia Mahansaria nel mondo dei pneumatici di grandi dimensioni.
Su cosa siete concentrati in questa fase?
Stiamo ancora definendo molte cose che sono di base, come ad esempio far salire a bordo i distributori, introdurre uno dei marchi in più rapida crescita nel settore dei pneumatici OTR e completare l’offerta di prodotti. Nel segmento agricolo abbiamo fatto uno sforzo notevole in poco tempo, rilasciando circa 25-30 pneumatici al mese, con un picco di addirittura 38. Ora possiamo dire di avere un portfolio agro davvero completo. Anche per l’edilizia industriale abbiamo un’offerta di pneumatici molto valida, dal movimento terra alle gomme portuali.
L’agro è a regime e adesso state definendo la strategia per il segmento industriale?
Ora siamo in tutti i segmenti, perché anche i nostri pneumatici portuali sono stati testati e ora vengono già montati e utilizzati sulle macchine OTR. Quello che stiamo cercando adesso sono dei canali alternativi per vendere i pneumatici portuali, che rappresentano una nicchia specializzata che non tutti i distributori sono in grado di vendere. L’ultimo step riguarda l’OTR radiale: i primi pneumatici hanno iniziato ad arrivare tra la fine del 2024 e l’inizio del nuovo anno.
Sono previsti dei test di prodotto?
Faremo alcuni test sul campo per tuta la prima metà dell’anno, in modo da essere assolutamente sicuri della qualità dei prodotti. Quando riceveremo i dati e risultati di base, selezioneremo alcuni clienti particolarmente esigenti sulle prestazioni per valutare i nostri pneumatici nelle condizioni più sfidanti e critiche. Alcuni test saranno effettuati in Arabia Saudita e in altri Paesi del Medio Oriente, in Sud Africa e forse anche in Europa.
Finora siamo molto soddisfatti della qualità dei nostri pneumatici, visto che in quattro anni abbiamo avuto pochissimi reclami reali sulle prestazioni, che non fossero cioè dipendenti dalla non corretta applicazione del pneumatico. Penso che questo sia un record, che dimostra che i nostri prodotti sono eccellenti, quasi impeccabili, grazie sicuramente anche al nostro impegno nel fare moltissimi test interni ed esterni. I nostri laboratori sono infatti certificati EC106 e ci hanno consentito di fare, negli ultimi quattro anni, degli ottimi progressi di cui siamo molto orgogliosi.
Come promuovete il brand sui mercati?
Come detto, siamo dei nuovi player sul mercato, per cui stiamo cercando di lavorare bene per mettere delle basi solide, in termini di distribuzione, ma anche di immagine e comunicazione. La nostra marketing manager Simmy Matreja, che arriva dal settore, sta lavorando sul marchio, sulla presenza sui social media e sulle campagne promozionali. L’ultima che abbiamo lanciato riguarda la gamma VF. Un altro elemento da non sottovalutare sono le pubbliche relazioni. L’idea è di crescere progressivamente e lentamente.
Che quote di mercato o che obiettivi avete?
Vogliamo essere competitivi e stare alla pari con gli altri attori del mercato. Dichiarare numeri oggi non sarebbe molto prudente, perché significherebbe essere troppo ambiziosi. Quindi direi che il nostro obiettivo fondamentale è competere con i marchi che sono nella nostra arena. Poi, naturalmente, anche noi siamo affamati di quote di mercato, che contiamo di ottenere grazie al lavoro dei nostri distributori, ma sempre rispettando una crescita progressiva e non troppo aggressiva, perché, quando vai un viaggio, a volte, devi tornare indietro per la stessa strada e quindi, se procedi bene, puoi anche tornare indietro bene.
Quale è il vero punto di forza di Ascenso, che distingue l’azienda o il brand dai competitor?
La nostra è un’azienda a conduzione familiare e i proprietari hanno dimostrato un grande valore nel far crescere le aziende. La famiglia Mahansaria è infatti legata a doppio filo ai business agro e OTR, che conosce molto bene, avendo avuto in passato capacità ed esperienza di crescita di marchi globali in questi settori. Questo caratteristica molto specifica di una famiglia che conosce bene il business e il fatto che ci concentriamo e volgiamo continuare a concentrarci esclusivamente sui pneumatici off-highway sono gli elementi che ci distinguono sul mercato.
Fin dall’inizio, la famiglia Mahansaria aveva stabilito un piano strategico chiaramente definito e ci stiamo muovendo secondo il piano, che fino ad oggi direi che è stato eseguito molto bene. Come e dove arrivare era molto chiaro e la direzione rimane costante. La strategia era di essere presenti in tutte le categorie. L’agricoltura è stata la nostra prima visione, visto che è uno dei segmenti più grandi e siamo arrivati ad avere un portafoglio completo. L’OTR radiale era un altro obiettivo, che avevamo previsto per il quarto o quinto anno e questo è infatti il nostro piano attuale. Come dicevo la visione della famiglia era molto chiara e il piano molto ben elaborato. Noi abbiamo cercato di eseguirlo al meglio.
Avete presentato nuovi prodotti all’Eima di Bologna lo scorso ottobre?
A Bologna abbiamo presentato la nuova gamma di pneumatici con tecnologia VF, che proteggono il suolo, combinando design avanzati del battistrada e carcasse extra resistenti con cinture in acciaio ad alte prestazioni. Per promuovere la gamma VF abbiamo lanciato anche una campagna pubblicitaria importante.
Come lavorate nel mercato italiano?
In Italia abbiamo degli ottimi distributori, di cui sono davvero orgoglioso. Carlini Gomme, che si occupa dell’aftermarket in tutto il Paese già da un paio di anni, ha fatto molti progressi e sta crescendo bene. Hanno un buon team commerciale, sia di specialisti nel settore agricoltura che di professionisti delle vendite, e rappresentano per noi davvero un buon partner.
Lo scorso gennaio, poi, abbiamo nominato Intergomma, per seguire l’attività OEM2. È un’azienda molto ben guidata dalla famiglia, che ha fatto negli anni grandi progressi e alcune innovazioni in OE2.
In Italia non era possibile avere un unico distributore che si occupasse di tutto, perché è un grande mercato, che richiede specializzazione. per questo abbiamo deciso di separare il business OE e quello aftermarket.
Nel primo equipaggiamento in generale avete delle novità?
Ora abbiamo un buon team di quattro professionisti dedicato al business del primo equipaggiamento nell’Unione Europea, con un presidente che prima era nelle Americhe e oggi invece si è trasferito in Portogallo.
Purtroppo il business OE, in generale, non è andato molto bene nel 2024 e lo scenario non è molto positivo, quindi entrare in questo settore richiederà del tempo, anche perché siamo un marchio molto giovane. Oggi i fabbricanti di macchine non hanno bisogno di fornitori nuovi, mentre solo tre anni fa, quando eravamo all’inizio del nostro viaggio e non avevamo ancora tutte le dimensioni necessarie, erano gli stessi OEM a cercarci. In ogni caso il team OE sta facendo un ottimo lavoro e dovremo ricevere buone notizie molto presto.