Michelin: servono meno costi e meno tasse per far fronte all’invasione asiatica
Il 21 gennaio 2025, il managing partner di Michelin, Florent Menegaux, è intervenuto presso la Commissione per gli affari economici francese, chiedendo espressamente alle autorità francesi ed europee di sostenere i produttori europei con una migliore politica dei costi energetici e della tassazione per poter avere una maggiore parità di condizioni in termini di competitività globale. Menegaux, nell’audizione che è durata oltre due ore, ha descritto gli sforzi di Michelin, in termini di sviluppo del prodotto e di innovazione produttiva, spiegando che le aziende europee del settore pneumatici si trovano ad affrontare una “massiccia invasione” di importazioni dai mercati asiatici a basso costo di produzione.
Se questo suona come un discorso di combattimento, è perché lo è stato. Michelin ha ammesso che i produttori di pneumatici premium hanno perso quote di mercato a livello globale, perché, l’esportazione di pneumatici dall’Europa è attualmente insostenibile senza cambiamenti significativi nei costi dell’energia e nella politica fiscale in Europa.
Il titolo dell’audizione, promossa dalla Commissione economica del governo francese, era “La crisi del settore automobilistico” e l’intervento di Menegaux segue quello fatto a marzo dall’ex socio amministratore di Michelin Jean-Dominique Senard, nel suo ruolo di presidente di Renault. Poiché, infatti, per la commissione “il futuro dell’industria automobilistica francese è della massima preoccupazione”, Florent Menegaux è stato chiamato a fornire maggiori dettagli sulle pressioni che devono affrontare il settore automobilistico in generale e il business dei pneumatici in particolare.
Più nello specifico, la Commissione voleva sapere perché Michelin “ha recentemente rallentato la sua strategia di diversificazione dai pneumatici“, mettendo in dubbio che tale strategia possa essere ancora valida a medio e lungo termine. E, per quanto riguarda i veicoli elettrici, la Commissione voleva capire quale potrà essere l’impatto sull’industria manifatturiera dei pneumatici. In altre parole, come vede Michelin il futuro del settore?
Ciò che emerge dall’audizione è che Michelin sta affrontando apertamente sia la dura realtà della perdita di quote di mercato, sia le difficoltà di essere competitiva con la produzione nei mercati occidentali maturi. Per questo l’azienda continua a investire in tecnologia di prodotto e di processo, ma chiede anche condizioni di maggiore parità, ad esempio una legislazione che bilanci la concorrenza con i mercati di importazione a basso costo e regole più standardizzate.
Il managing partner di Michelin ha ammesso che l’azienda ha perso quote di mercato negli ultimi due decenni, ma si è stabilizzata in termini di valore negli ultimi 10 anni, nonostante i volumi siano ancora in calo. Michelin rimane il leader mondiale nel settore dei pneumatici e affronta le stesse sfide degli altri concorrenti premium, con la sovraccapacità globale del settore, le tensioni geopolitiche e il COVID-19, che hanno contribuito a inasprire le difficoltà del settore.
I costi di produzione di Michelin in Europa e negli Stati Uniti sono aumentati in modo significativo rispetto all’Asia a causa dei costi energetici e dell’inflazione. Ciò ha reso difficile per l’azienda esportare dall’Europa. Nonostante i continui investimenti e l’innovazione, i costi sono esplosi, portando alla necessità di investimenti significativi nell’automazione e nella meccanizzazione. L’azienda ha sviluppato una tecnologia per utilizzare l’elettricità al posto del gas per la vulcanizzazione dei pneumatici, che è più efficiente dal punto di vista energetico. Tuttavia, Menegaux ha affermato: “Siamo due volte più costosi in Europa che in Asia, il che rende sempre più difficile competere con i nostri rivali d’oltremare”.
L’attenzione strategica di Michelin rimane rivolta all’innovazione per mantenere il vantaggio competitivo in un mercato globale sfidante, ma Menegaux ha chiesto anche cambiamenti nella politica fiscale francese, osservando che le alte tasse sulla produzione e i contributi obbligatori rendono difficile essere competitivi, sottolineando la necessità di condizioni di parità nella produzione europea ed evidenziando la disparità nei costi salariali tra la Francia e gli altri Paesi. Anche la burocrazia è stata presa di mira, definita “un incubo di oneri amministrativi”: “Quando finanziamo 100 euro di costi salariali, all’azienda costa molto di più, a causa di vari obblighi, rispetto ai nostri concorrenti all’estero. Il nostro paese è il campione delle tasse elevate. Come possiamo prosperare in queste condizioni?”
Menegaux ha additato anche l’infrastruttura di trasporto della regione francese, in particolare ai servizi ferroviari: “Clermont-Ferrand è il terzo mondo per quanto riguarda il trasporto ferroviario, il che pone delle sfide per la nostra logistica. Gli attuali servizi ferroviari sono così irregolari che rendono difficile per i membri del nostro team recarsi a Parigi per le riunioni, il che è sempre più inaccettabile.”
Guarda il video (in francese): Crise de la filière automobile : audition du groupe Michelin