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Il Chapter 11 di ATD lascia i produttori di pneumatici con oltre 589 milioni di dollari in sospeso

Quando American Tire Distributors, Inc. (ATD) ha richiesto il Chapter 11 il 22 ottobre 2024, che è una sorta di istanza di protezione dal fallimento, presso la Corte fallimentare degli Stati Uniti per il distretto del Delaware, ha lasciato più di mezzo miliardo di dollari in sospeso con alcuni dei più grandi produttori di pneumatici. Questa è la seconda volta in circa 6 anni che il più grande, distributore di pneumatici degli Stati Uniti presentava tale istanza.

I documenti del tribunale depositati presso la Corte fallimentare degli Stati Uniti per il distretto del Delaware come parte del processo del Chapter 11 mostrano i dettagli dei primi 30 creditori. Tuttavia, tali dettagli non mostrano necessariamente quali marchi sono associati a quali società madri. Ad esempio, dopo l’acquisizione di Cooper da parte di Goodyear, il marchio Mickey Thompson rientra nell’ombrello di Goodyear. Di conseguenza, ha senso considerare i due come un’unica entità. Allo stesso modo, Bridgestone Firestone e Bridgestone Americas sono archiviate come due voci diverse nella top 30. Una volta apportate queste e altre simili modifiche e rimossi i creditori non correlati ai pneumatici, ci ritroviamo con un elenco di 18 produttori di pneumatici.

Goodyear, Toyo e Continental sono in cima alla classifica, con oltre 307 milioni di $ in sospeso tra le tre aziende.

ZC Rubber, Sumitomo e Pirelli hanno rispettivamente un credito compreso tra 51 milioni e 44 milioni di $, secondo i documenti del tribunale.

Per mettere le cose in prospettiva, i produttori di pneumatici cinesi elencati avrebbero un credito complessivo di 82,6 milioni di $.

E’ interessante notare che molti analisti indicano che uno dei problemi di ATD sia esterno: i clienti si sono spostati dai pneumatici premium a pneumatici di marche value di fascia inferiore e con margini più bassi, ha affermato Fitch e questo è confermato anche dagli ultimi report finanziari usciti nelle ultime settimane.

La riduzione del potere di acquisto dei clienti finali, con il conseguente slittamento dai marchi premium ai second brand o addirittura più in basso, influenza i ricavi e i volumi dei produttori di pneumatici. E pensare che questo sia un fenomeno legato solo agli Stati Uniti è un errore: basti guardare cosa sta accadendo nel panorama automotive europeo, con le vendite di tutti i principali costruttori in calo, e anche nel nostro settore, con diverse chiusure di fabbriche tra Germania e Francia.

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