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Apollo Tyres chiude la struttura tedesca di ricerca e sviluppo

Continua la raffica di chiusure di strutture in Germania, che ha perso già 52.000 posti di lavoro nel settore automotive dal 2020 ad oggi. A questi numeri probabilmente si aggiungeranno anche altri 20 lavoratori: sono i dipendenti che Apollo Tyres impiega nel suo centro di ricerca e sviluppo a Raunheim, che – così dice ora il mercato – sarà anch’esso chiuso presto.

Quando in estate i dipendenti della Apollo Tyres (R&D) GmbH, con sede a Raunheim vicino a Francoforte, hanno ricevuto la notizia che il produttore indiano voleva chiudere la struttura entro l’anno, loro e alcuni osservatori sono rimasti piuttosto sorpresi. Il motivo è ovvio, perché sin dalla sua fondazione nel 2008, allora a Mörfelden-Walldorf, l’impianto ha potuto festeggiare grandi successi, soprattutto per quanto riguarda la creazione e l’ulteriore sviluppo da zero del settore europeo del primo equipaggiamento. A quanto pare, il produttore indiano di pneumatici è spinto dal desiderio di standardizzare processi e strutture di fronte alla crescente digitalizzazione, ma gli osservatori pensano ci sia il pericolo che Apollo Tyres possa perdere il terreno recentemente guadagnato nel primo equipaggiamento, se l’ottimizzazione finanziaria presumibilmente perseguita dovesse prendere il sopravvento sul necessario sviluppo di ulteriori nuove tecnologie.

Alla domanda sui motivi esatti della chiusura, soprattutto in termini di efficienza dei costi, la sede centrale del produttore in India ha dichiarato alla rivista parte del nostro gruppo editoriale per il mercato tedesco Neue Reifenzeitung: “I prodotti eccellenti rimangono il fulcro dei nostri sforzi di ricerca e sviluppo. Apollo Tyres ha preso la decisione di integrare i team di sviluppo dei prodotti per autovetture e OE nel centro globale di ricerca e sviluppo dell’azienda nei Paesi Bassi. Questa mossa strategica aiuterà a massimizzare le sinergie e a ridurre i tempi di sviluppo del prodotto poiché anche i materiali e i team di pre-sviluppo sono ospitati sotto lo stesso tetto.”

In una lettera di fine agosto inviata dal centro di ricerca e sviluppo di Enschede, invvece, si legge che la chiusura è legata ai “nostri sforzi costanti per migliorare la situazione dei nostri azionisti”, e un PDF allegato alla lettera aggiunge che i cambiamenti “fanno parte dei nostri sforzi per migliorare le nostre attività.”

Che la chiusura avvenga per considerazioni pratico-operative o solamente per mere ragioni economiche, anche in questo caso emerge che la Germania non è più il centro automotive europeo, anzi.

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