Pirati ed emissioni: in risalita i costi dei noli
I continui attacchi dei pirati Houthi per i transiti delle navi nel Mar Rosso e dallo Stretto di Bab-al-Mandeb stanno avendo pesanti effetti sui noli dei container, sia dal punto di vista dei ritardi nelle consegne che dei costi.
Le principali compagnie hanno deciso, infatti, di ridurre i rischi facendo transitare le navi dal Capo di Buona Speranza. Le ultime analisi di Drewry mostrano, di conseguenza, un’impennata del 61% in media per le tariffe relative a spedizioni di unità da 40 piedi, per un valore di 2.670 dollari, rispetto alla precedente rilevazione del 21 dicembre 2023.
I rincari più elevati sono registrati, come ci si può aspettare, nella tratta dall’Asia verso Europa e Mediterraneo: i noli da Shanghai a Rotterdam, ad esempio, nelle ultime due settimane sono lievitati del 115% a 3.577 dollari. La rotta di ritorno Rotterdam – Shanghai costa il 17% in più rispetto al periodo precedente, a 546 dollari, mentre le tariffe dal porto cinese a Genova seguono lo stesso trend della spedizione verso Rotterdam: +114% a 4.178 dollari.
Anche le tratte Cina – USA crescono: per Shanghai – Los Angeles la crescita è del 30%, a 2.726 dollari, mentre se si vuole spedire sulla tratta Shanghai – New York bisogna pagare 3.858 dollari, un incremento del 26% rispetto agli ultimi giorni del 2023.
Restano invece pressoché invariati i costi delle tratte transatlantiche: spedire un container da 40 piedi da Rotterdam a New York costa solo il 2% in più rispetto a fine anno 2023 (1.503 dollari), mentre in direzione inversa il valore è stabile a 593 dollari.
Inoltre, a partire dal 2024 tutte le grandi navi che arrivano in un porto europeo dovranno pagare una nuova tassa per le emissioni di gas serra da loro prodotte. Quest’anno, i Sole 24 Ore segnala che i costi per una portacontainer che fa la spola tra Asia ed Europa supererà facilmente gli 800mila euro, mentre la stessa cifra nel 2026, una volta che le nuove norme saranno completamente a regime, toccherà i 2 milioni di euro.