La classifica 2023 dei produttori di pneumatici
Nulla cambia, rispetto all’anno precedente, nei primi nove posti della classifica mondiale dei produttori di pneumatici in base al fatturato 2022. Parecchio cambia invece nella seconda metà, con qualche sorpasso storico.
C’è un divario notevole tra l’olimpo dei primi quattro produttori, che fatturano dai 14 ai 28 miliardi di euro, e il gruppo delle cinque aziende successive, che vanno dai 4 agli 8 miliardi. Tra il nono e il decimo posto, invece, la distanza è di oltre un miliardo di euro, un gap non facile da colmare per i nuovi entrati in Top10, ma che si va comunque riducendo negli anni.
Con oltre 28 miliardi di euro di vendite, Michelin detiene anche quest’anno la prima posizione, strappata nella classifica del 2021 a Bridgestone, che si mantiene a distanza di un milione di euro al secondo posto. Seguono Goodyear con 19,5 miliardi, e Continental con 14 miliardi. Le prime tre aziende classificate segnano una crescita del fatturato, rispetto all’anno prima, di oltre 4 miliardi di euro. Bene anche Continental, che, con la divisione pneumatici, ha un incremento che supera i 2 miliardi di euro. Da segnalare che Cooper non appare più nella classifica, in quanto acquisita per 2,5 miliardi di dollari da Goodyear nel 2021, operazione che aveva portato il fatturato di Goodyear a 15,431 miliardi di euro, rispetto ai 10,040 del 2020, consentendole di guadagnare la terza posizione nella classifica mondiale.
Dalla quinta alla nona posizione seguono Sumitomo, Pirelli, Hankook, Yokohama e ZC Rubber. Si allunga la distanza della quinta classificata Sumitomo Rubber Industries, nota in Europa per il brand Falken, che cresce in termini di vendite rispetto al 2021, ma rimane ancora lontana più di 7 miliardi di euro da Continental, che la precede. Leggermente si allunga anche la distanza tra Pirelli, che fattura 6,615 miliardi di euro, e Hankook, che ne fattura 6,245, mentre nella classifica dell’anno scorso erano vicinissime.
Da segnalare che il bilancio di Yokohama il prossimo anno dovrebbe cambiare per l’impatto dell’acquisizione, per oltre 2 miliardi di euro, di Trelleborg Wheel System, che troviamo in 25° posizione con 1,193 miliardi di euro di fatturato, in crescita rispetto alla 30° posizione dell’anno scorso. Se idealmente sommassimo il fatturato delle due aziende, Yokohama salirebbe dall’ottavo al settimo posto, scalzando Hankook. Staremo a vedere cosa accadrà nella classifica del prossimo anno.
Il più grande produttore di pneumatici cinese è ancora ZC Rubber (Zhongce Rubber Group), nota per i brand Westlake e Goodride, che rimane stabile in nona posizione con 4,348 miliardi di euro di vendite, in lievissima crescita rispetto al precedente bilancio.
Si scambiano il posto la giapponese Toyo Tires, che sale al decimo, e Maxxis, che scende all’undicesimo. Toyo Tires, che quindi entra ufficialmente nella Top10 dei produttori mondiali, ha registrato una crescita impressionante e superiore alla media nel corso degli anni. Allo stesso tempo, Cheng Shin Rubber (CST) di Taiwan, il produttore del marchio di pneumatici Maxxis, nel 2022 ha fatturato 3 miliardi di euro, perdendo un buon 7% di vendite. Ecco dunque che si è verificato lo switch, che ha consentito a Toyo Tires di entrare nell’illustre cerchia dei primi dieci, a cui il concorrente taiwanese apparteneva dall’esercizio finanziario 2011, vale a dire da dodici anni. Per scalare ulteriormente la classifica e superare ZC Rubber, per Toyo Tires ci vorrebbero però altri 1,1 miliardi di euro. Nonostante lo stabilimento inaugurato in Serbia lo scorso dicembre dovrebbe garantire buone possibilità di crescita in futuro, è probabile che per Toyo Tires ci voglia qualche altro anno per fare un ulteriore salto nella top10 senza un’acquisizione.
La folla nel campo degli inseguitori, nella nostra classifica, è molto maggiore dopo la prima decina e vede un impressionante scambio di posti.
Guadagna ben tre posizioni la cinese Sailun, che con quasi 3 miliardi di fatturato, rispetto ai 2,5 del 2021, si piazza dodicesima. Sailun è l’azienda del settore in maggior crescita, con un incremento delle vendite di quasi mezzo miliardo di euro, che corrisponde al 19% e che le consente di passare dalla 15° alla 12° posizione, scalzando Shandong Linglong, che ha recentemente aperto uno stabilimento in Serbia, ma che ha perso il 10,5% delle vendite, in termini di euro, perdendo quindi cinque posizioni e finendo 17° nella classifica.
Altro scambio di medaglia tra Apollo Tyres, che sale di un gradino alla 13° posizione e Giti, che invece perde un posto e chiude 14°.
Sale di due posizioni Kumho Tire, che con 2,56 miliardi di fatturato rispetto agli 1,9 del 2021, arriva 15° in classifica, si piazza 15°. Rimane stabile al 16° posto l’indiana MRF Tyres. Titan e Nexen guadagnano rispettivamente una posizione e si piazzano rispettivamente 18esima e 19esima, facendo scendere dal 18° al 20° posto Nokian Tyres, che ha sofferto parecchio per il conflitto Russia-Ucraina, che l’ha costretta a cedere la sua fabbrica di Vsevolozhsk. Il produttore finlandese ha già però avviato i lavori per un nuovo stabilimento in Romania e, nel frattempo, ha affidato la produzione a suo marchio con accordi di take off ad altri produttori. L’Italia è stata inclusa da Nokian Tyres tra i mercati più importanti, a cui ha garantito la massima disponibilità di pneumatici possibile.
La prima tra le inseguitrici dei primi 20, con 1,64 miliardi di euro di vendite, JK Tyre, 21° produttore mondiale, ancora poco noto in Europa, ma che ha recentemente annunciato l’apertura del suo centro tecnico a Milano.
Per quanto riguarda le posizioni successive questa è la classifica: 22. Double Coin, 23. CEAT, 24. Triangle, 25. Trelleborg Wheel System, 26. Kenda, 27. Advance Tyre (Guizhou Tyre), 28. BKT, 29. Prometeon Tyre Group (che non ha pubblicato i bilanci e quindi è stata classificata con il fatturato 2021), 30. Prinx Chengshan, 31. Brisa, 32. Aeolus, 33. Jiangsu General Science and Technology, 34. Double Star e 35. Nankang.
NOTA
Ci scusiamo con i lettori, ma l’articolo e le tabelle pubblicate il giorno 15 giugno contenevano un errore relativamente al fatturato di Kumho Tire, che è stato corretto il 16 giugno nella versione corrente. Ci scusiamo naturalmente anche con Kumho Tire.