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BKT, intervista ai Poddar e a Lucia Salmaso

Dopo la presentazione del piano industriale 2026 di BKT, abbiamo parlato con Arvind Poddar, presidente e AD dell’azienda, Rajiv Poddar, joint Managing Director, e Lucia Salmaso, Managing Director BKT Europe, per avere qualche altra informazione sui piani in corso.   

Bhuj sta diventando il fiore all’occhiello di BKT.

Rajiv Poddar: Quando siamo arrivati nel 2012 la zona era un deserto, letteralmente. Non c’era nulla, niente acqua, niente elettricità, neanche una pianta. Gli uffici erano dentro dei container portati per l’occasione. Oggi abbiamo case per i dipendenti, negozi, palestre, campi per fare sport, numerose fabbriche, uffici, una struttura per gli ospiti, un impianto di carbon black e una centrale elettrica. Incredibile. Tutti questi investimenti in produzione e capacità sono la dimostrazione del nostro intento. Ma Bhuj non è solo capacità produttiva: abbiamo piantato 100.000 alberi, oggi c’è biodiversità, sono arrivati gli uccelli.

Visitando lo stabilimento il tracciato di test sembra essere una struttura importante.

Rajiv Poddar: E’ cruciale. Permette la verifica immediata della qualità della produzione e la verifica dei concept, in condizioni estremamente simili condizioni alla vita reale. Insieme al centro di ricerca e sviluppo, è il fiore all’occhiello dello stabilimento.

Gli investimenti su Bhuj porteranno a una concentrazione produzione?

Arvind Poddar: Assolutamente no. Gli altri stabilimenti riceveranno gli stessi aggiornamenti tecnologici di Bhuj. Basti pensare che quando abbiamo fondato Bhuj abbiamo inizialmente investito 500 milioni di dollari e, negli ultimi 3 anni, ne abbiamo spesi altrettanti per ammodernamenti negli stabilimenti esistenti, acquistando nuovi macchinari più efficienti dal punto di vista energetico, più veloci. L’espansione verrà implementata a Bhuj perché è l’unico stabilimento con tanto terreno libero nei pressi della struttura esistente.

Quanto ha investito BKT finora a Bhuj e quanto denaro è necessario per la prossima fase?

Arvind Poddar: Ad oggi l’investimento è di circa 1 miliardo di dollari. La prossima fase sarà completata con circa 500 milioni di dollari. Ma Bhuj sarà un progetto che non avrà mai fine a tutti gli effetti.

Avete sperimentato difficoltà nel reperimento delle materie prime negli anni del covid?

Arvind Poddar: No, abbiamo lavorato per non essere impattati da problemi di approvvigionamento delle materie prime. Lo stabilimento interno di carbon black è l’esempio lampante di questa strategia. Non solo siamo diventati autosufficienti, ma siamo diventati fornitori di produttori premium di pneumatici.

E invece la guerra in Ucraina ha avuto qualche tipo di impatto?

Lucia Salmaso: Direi di no. Un nostro distributore ha avuto, purtroppo, un magazzino andato in fiamme, che però poi è stato ricostruito. Siamo confidenti che continueremo a non subire impatti di alcun tipo.

BKT ha grandi piani di crescita. L’azienda sta valutando di crescere anche tramite acquisizioni?

Arvind Poddar: No, crediamo nella crescita interna, organica.

Qualche anno fa avevate annunciato che erano in corso di valutazione piani per uno stabilimento americano. Ci sono ancora progetti di questo tipo?

Arvind Poddar: No, abbiamo in effetti valutato la costruzione di un piccolo stabilimento per servire USA e Canada, ma è stato accantonato il progetto. Abbiamo deciso di continuare ad investire in India. Lo stabilimento di Bhuj ha anche un altro aspetto strategico: è molto vicino al porto, in posizione perfetta per l’import di materie prime e l’export dei prodotti finiti.

Qual è la percentuale di carbon black venduto?

Arvind Poddar: Ad oggi il 70% del carbon black prodotto è usato internamente, il 30% venduto. Con l’espansione, che porterà la produzione a circa 500.000 tonnellate metriche all’anno, arriveremo a 50-50. In questa nuova fase produrremo anche il cosiddetto speciality carbon black, che sarà totalmente venduto. Vorrei anche aggiungere che so bene che la produzione di carbon black ha un certo impatto ambientale. Producendocelo, tuttavia, siamo in grado di controllarne la fabbricazione e in ultima analisi la sostenibilità.

Qualche anno fa avete annunciato di aver iniziato a studiare la gomma da dente di leone. Come procede questa attività?

Rajiv Poddar: Abbiamo ricevuto la gomma prodotta dal dente di leone recentemente e ora ne stiamo studiando le proprietà.

La centrale elettrica attuale è alimentata da carbone e gas. Ci sarebbe lo spazio per alimentarla completamente a energia solare. Sarà possibile una cosa di questo tipo?

Rajiv Poddar: È evidente che l’energia solare a Bhuj non manca. Il prossimo progetto di espansione della capacità fotovoltaica è quello che punta a raggiungere 5,5 mw nei prossimi 2-3 anni. Al momento ci stiamo concentrando pe raggiungere questa capacità, mentre per il futuro vedremo. In ogni caso, la nuova centrale elettrica sarà alimentata solamente da gas e non da carbone.  

Come si divide il fatturato tra agro e OTR e che quote di mercato avete?

Lucia Salmaso: Oggi l’agro rappresenta il 49% delle vendite. Contando agro e otr insieme, abbiamo una quota di mercato del 5-6%. Solo nell’agro, invece, siamo all’11%. Questo a livello globale. In Europa siamo in doppia cifra, ma in alcuni paesi raggiungiamo anche il 25%.  

Il construction è cresciuto molto negli anni. Prima la quota dell’agro rappresentava una percentuale vicina all’80% del nostro fatturato totale, quindi il construction è per noi oggi molto importante. Puntiamo molto sull’industrial nel prossimo futuro.

Qual è il vostro più grande mercato?

Lucia Salmaso: L’Europa nel suo insieme sicuramente, e all’interno di essa la Germania, la Francia e l’Italia, nell’ordine. Dall’Europa, da Seregno in particolare, governiamo tutte le attività di marketing globali. È una sede strategicamente fondamentale quella italiana.

BKT a differenza di altri competitor offre solamente un brand al mercato. Ci saranno cambiamenti da questo punto di vista? Strategia 1 brand o futuro altri.

Lucia Salmaso: No, continueremo con la strategia ad un brand, una filosofia fondamentale per noi. I nostri sforzi sono stati, sono e saranno solo su BKT. Non crediamo nella policy multi brand: è complicato gestire i marchi e si diluiscono gli investimenti di marketing. Con un unico brand, tutti gli sforzi si concentrano in un’unica direzione.

I cingoli in gomma sono in arrivo?

Arvind Poddar: Siamo appena partiti: ad oggi la produzione è molto ridotta, appena 6 – 7 tonnellate metriche. Ci sono piani per portarla a 30 e poi a 50, nei prossimi 5 anni. Saranno di 2 tipi, quelli con i “metal links” interni e quelli industrial, i cosiddetti CTL tracks.

Vedremo dei pneumatici per camion stradali BKT?

Arvind Poddar: Per i prossimi 20 anni non se ne parla (ride). Abbiamo sdolo annunciato che lanceremo i pneumatici OTR per camion, che non saranno sul mercato prima del 2025. Sono i nostri contatti nel segmento OTR ad averci chiesto i pneumatici per camion: miniere e dealer. D’altronde, il mercato del movimento terra gode di ottima salute al momento, è il momento giusto per fare questo passo.

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