Agroalimentare: UDICON, “Diversificare fonti approvvigionamento grano”
“La crisi ucraina sta provocando uno stravolgimento del mercato internazionale dei generi alimentari e di prima necessità che sta danneggiando anche l’Italia e rischia di ripercuotersi sulle tasche dei consumatori. Lo testimoniano i dati di questa mattina resi noti al Durum Days 2022, sull’aumento del prezzo del grano duro, che ha toccato +80% rispetto allo scorso anno” afferma in una nota il presidente nazionale dell’U.Di.Con. Denis Nesci.
“Le condizioni del mercato cerealicolo sono sempre più critiche e se la crisi dovesse perdurare nel tempo, saremmo di fronte ad una crisi alimentare globale che potrebbe destabilizzare l’intera area Ue. Prima della guerra un future sul grano valeva 754 dollari, ieri il prezzo era di 1267,45 dollari. Questo significa che i rincari energetici e alimentari sono molto pesanti. Oggi importiamo oltre il 60% del frumento tenero per la farina, il 35% di grano duro per la pasta e più del 46% del mais per alimentare il bestiame” continua Nesci.
“I consumatori italiani, già provati dalla crisi economica provocata dalla pandemia, non possono continuare a sostenere un ulteriore aumento dei prezzi. Bisogna diversificare le fonti di approvvigionamento, non possiamo scoprirci così esposti ad una unica fonte. Stiamo pagando la scarsa lungimiranza politica di questi anni che ha implicato un’attività di pianificazione mediocre. In particolare, manca una politica multilaterale di approvvigionamento in grado di mettere al riparo i consumatori da eventi geopolitici imprevisti che abbiamo scoperto essere all’ordine del giorno” conclude Nesci.