AST-Barone Gomme, sentenza rovesciata perché “Hankook non è premium”
La sentenza di primo grado del Tar aveva dato ragione a Barone Gomme, che era stato escluso da una manifestazione d’interesse per la fornitura di pneumatici per autobus all’Azienda Siciliana Trasporti. Ora invece la situazione si rovescia e il Consiglio di giustizia amministrativa da ragione all’AST, affermando che l’esclusione dall’appalto di Barone Gomme fu legittima, in quanto il bando di gara si riferiva a pneumatici di “prima fascia” e indicava espressamente i marchi Bridgestone, Continental, Dunlop, Goodyear, Michelin e Pirelli, mentre il gommista palermitano aveva offerto i pneumatici Hankook.
La prima sentenza era andata a favore di Barone Gomme, in quanto l’ente di trasporto, nel bando, avrebbe dovuto includere il “principio di equivalenza“, a tutela della libera concorrenza, e Barone Gomme sostiene appunto l’equivalenza del brand Hankook alle marche citate nel bando.
A ribaltare la sentenza, però, il Consiglio di giustizia amministrativa sostiene ora che le marche considerate di prima fascia sarebbero esclusivamente quelle citate nel bando, mentre “non risulta attestata l’appartenenza delle gomme Hankook alla prima fascia”.
Presentare la prova di equivalenza dei pneumatici spetterebbe all’offerente Barone Gomme. La questione si gioca dunque su un concetto di ‘prima fascia’ che non ha definizioni ufficiali, ma che in genere si basa su una serie di elementi, come storicità del brand, qualità delle prestazioni dei prodotti, disponibilità della gamma, contratti di primo equipaggiamento, programma per la ricostruzione (truck-bus), presenza in Europa (in termini di produzione, sedi commerciali, strutture post-vendita), investimenti media/pubblicità e distribuzione capillare presso i gommisti.
per me: OE (meglio ancora se su marchi eu), produzione europea, risultati dei test, “presenza europea” nel senso sedi uffici strutture post vendita ecc, capillarità del prodotto dai gommisti
Hankook, in realtà, tutte queste caratteristiche le può vantare ed è l’azienda stessa che, in ogni comunicato ufficiale, da alcuni anni ormai, si definisce “premium”.
Fatto sta che secondo il collegio dei giudici amministrativi, presieduto da Rosanna De Nictolis (estensore Sara Raffaella Molinaro), l’esclusione della ditta Barone fu legittima, mentre risulta corretta e valida l’aggiudicazione alle ditte Schirò e Valenti.
Sebastiano Barone, condannato a pagare le spese legali, si dichiara tuttavia “stupito” della sentenza, di cui intende chiedere la revoca, anche in seguito all’inchiesta penale che ha recentemente travolto l’Ast, anche sulla base di intercettazioni relative proprio a questa gara.