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Fare impresa in Italia è un’impresa. Oggi più che mai – Intervista a Claudia Birolini, Pneus In

Il momento storico è sicuramente critico per l’economia e per le aziende italiane, ma alla domanda su come gli ultimi eventi possano influire sull’andamento delle imprese, Claudia Birolini titolare di Pneus In di Urgnano, in provincia di Bergamo, è molto chiara: “La guerra in Ucraina, il Covid e gli ultimi eventi hanno messo in luce una situazione, che era incancrenita già da tempo e per la quale non vedo soluzioni a breve”.

Non c’è dubbio che le difficoltà di questi giorni complichino ed esasperino le lacune della politica e dell’economia italiana, ma si tratta, secondo Birolini di “lacune fondate su una cattiva concezione del fare impresa e dello sviluppo economico in Italia”. “Fare ricorso alle risorse di Paesi terzi – continua la manager – non permette al nostro Paese di creare un’economia circolare, che sia tesa a valorizzare le risorse del territorio, anche con interventi sul costo del lavoro, piuttosto che sulla politica fiscale e sull’innovazione. In questo modo, è chiaro che non si può arrivare da nessuna parte”.

E il settore pneumatici? Non può che essere il riflesso di questa situazione, per Claudia Birolini: “per produrre pneumatici è necessario il nerofumo ma, nonostante gli investimenti fatti dai produttori in Ricerca & Sviluppo, non siamo ancora riusciti a creare delle risorse interne tali, da essere indipendenti. È chiaro che, in prospettiva, qualsiasi evento esterno può condizionare l’intero settore”.

Se impareremo qualcosa da questa lezione, lo dirà il tempo. Al momento però la reperibilità del prodotto è un fattore critico per tutta la filiera delle gomme. L’approvvigionamento delle materie prime è difficoltoso, la logistica e i trasporti sono alle stelle e i costi dell’energia esorbitanti. Tutti questi fattori, nel settore pneumatici, ma non solo, hanno già costretto diverse fabbriche italiane ed europee a chiudere o a lavorare a singhiozzo e ricorrere alla cassa integrazione.

Certo è che in questa situazione, la regolarità della produzione, in generale, è minata. “Non so quanto questo penalizzerà la disponibilità dei prodotti, anche se è evidente che la crescente richiesta e la poca disponibilità determinano un aumento di prezzi incondizionato, che già pesa sul contribuente finale e sulle aziende intermediarie”, continua Birolini. “Alla difficile situazione economica, si aggiunge poi anche la speculazione, che porta elettricità e gasolio ad aumentare in maniera ingiustificata, aggravando ulteriormente gli aumenti dei prezzi a tutti i livelli, beni di prima necessità inclusi.”

Ma se, a livello generale, Claudia Birolini si dichiara molto preoccupata per la gestione diplomatica del conflitto Russia-Ucraina, scendendo alla prospettiva gestionale della propria azienda, è più serena: “Non credo che la carenza di prodotto, salvo ulteriori eventi eccezionali, possa minare l’andamento di Pneus In, che si sta confermando regolare e solido, anche perché cresciuto e strutturato nel tempo”.

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