Trasporto persone, in un anno persa quasi un’immatricolazione su tre in Italia
Tra chiusure, blocchi alla circolazione e restrizioni dovute all’emergenza sanitaria ed economica in atto, il 2020 è stato un anno difficile anche per il mondo del trasporto persone su strada. Continental, brand che da 150 anni fa della sicurezza su strada e dell’innovazione tecnologica la propria missione, ha realizzato un Osservatorio sui macro trend del trasporto pesante con l’obiettivo di fornire una panoramica completa del settore. Per capire quanto ha inciso la pandemia sullo sviluppo del parco circolante e come essa abbia influenzato l’evoluzione del comparto dei mezzi pesanti, l’Osservatorio ha analizzato i dati relativi alle nuove immatricolazioni e ai tipi di alimentazione.
Immatricolazioni
Nel 2020 in Italia le immatricolazioni di autobus di oltre 3,5t sono passate dalle 4.935 del 2019 alle 3.404 del 2020, segnando -31%. Nonostante il trend negativo del Paese, alcune regioni si sono distinte positivamente: il Trentino Alto Adige e la Valle d’Aosta hanno registrato una crescita rilevante, rispettivamente del +109,6% e 90,6%, seguite dalla Calabria col +13%. Il segno meno oscilla invece tra il -2,5% dell’Emilia Romagna e il -59% della Sardegna.
Per il trasporto persone, il calo delle immatricolazioni in Italia è maggiore rispetto alla media dell’Unione Europea (-20,3%). Ad eccezione della Germania, che ha visto un lieve aumento (+0,4% rispetto al 2019), i maggiori Paesi europei hanno fatto registrare una diminuzione del 35,9% per la Spagna e del 10,8% per la Francia; nel Regno Unito invece la perdita è stata del 30,9%.
Alimentazione
Il parco autobus nel nostro Paese registranel 2020 99.883 unità. La maggioranza di questi sono a gasolio (93,7%), seguiti dal metano (4,8%). Sotto l’1% rimangono l’elettrico, il benzina, benzina e gas liquido e l’ibrido.
Nonostante il gasolio rimanga l’alimentazione principale in tutte le regioni, l’Emilia Romagna, le Marche e la Valle D’Aosta si distinguono per il più alto numero di autobus a metano in circolazione (rispettivamente 12%, 11,9%, 9%). Gli autobus a benzina, invece, si attestano ovunque su una quota inferiore all’1% ad eccezione della Basilicata, dove raggiungono l’1,4%. Stesso discorso per gli autobus a benzina e gas liquido, che superano l’1% solo in Emilia Romagna (1,3%), e per gli autobus elettrici che non raggiungono l’1% se non in Piemonte (1,2%). Ancora più bassi i numeri degli ibridi, presenti solo in alcune regioni del Centro Nord.
Analizzando l’evoluzione del parco circolante nel periodo 2019-2020, si nota una diminuzione dell’alimentazione a benzina (-3,6%) e dell’elettricità (-4,7%). A crescere, anche se su numeri ancora molto bassi, sono soprattutto gli ibridi (+9%), seguiti dal metano (+1,8%). L’accelerazione dell’alimentazione ibrida diventa rilevante se si considera l’arco temporale dal 2015 al 2020, dove hanno registrato un +7.200%. L’elettrico stenta ancora a decollare, considerando la lieve crescita del +3,9% rispetto al 2015.