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GiPA: in officina e dal gommista si va più spesso, ma si spende meno

Come è cambiata la manutenzione dell’auto nel 2020 e quale è stato l’impatto dell’emergenza Covid nell’aftermarket automotive italiano? Un quadro esaustivo è stato disegnato, in occasione di un evento digitale con la stampa, da Marc Aguettaz, country manager di GiPA Italia, la società internazionale di automotive aftermarket intelligence, che grazie ad una conoscenza approfondita del comportamento e delle attese dei differenti target, offre agli operatori del settore studi personalizzati e analisi dettagliate.

Sullo sfondo di un parco circolante vecchio, dove, per la prima volta in Italia, è stata superata la soglia dei 10 anni di età media (il 52% delle auto ha più di 10 anni di età), è naturale che la manutenzione sia un’attività molto importante. Aumentano infatti dell’8% gli ingressi in officina, ma non aumenta purtroppo il fatturato degli operatori, che perdono anzi 14 punti, in quanto la spesa media per ingresso è scesa del 20%.

Nonostante il trend generale di implementazione dei servizi di meccanica, i gommisti italiani rimangono fortemente ancorati ai pneumatici, che pesano per l’86% sul totale delle loro attività. Le analisi di GiPA sottolineano poi l’affermarsi nei gusti dei consumatori dei pneumatici quattro stagioni (+29% rispetto al 2019), a scapito degli invernali (-27%) e degli estivi (-20%).

Altri prodotti che hanno sofferto nel 2020 sono i filtri aria (-11%) e olio (-12%), candelette (-13%), pastiglie freno (-16%), dischi freno (-24%) e filtri diesel (-25%). Numeri che sono tutto sommato comprensibili, considerando che nel 2020, a causa dei DPCM che limitavano gli spostamenti, la percorrenza media delle auto si è ridotta a poco più di 10.000 km annui.

Viceversa, i prodotti e i servizi intesi a igienizzare l’abitacolo dell’auto hanno vissuto una stagione fiorente: filtri abitacolo +36% e pulizia impianto aerazione +23% rispetto al 2019.

Il numero degli incidenti nel 2020 è cresciuto, probabilmente per la minore abitudine a guidare. E’ calata però la propensione alla riparazione dei danni di piccola entità, come anche è diminuito il costo medio della riparazione.

Da segnalare, infine il forte incremento dell’utilizzo di internet per l’auto, dovuto probabilmente al confinamento in casa, che ha stimolato gli automobilisti a fare ricerche online per trovare informazioni, ma anche per acquistare. Se la ricerca di informazioni su prezzi e prodotti è passata in un anno dal 19% al 44%, gli acquisti online di ricambi e accessori sono più che raddoppiati, passando dal 5% all’11%. Insomma, è un record storico: nel 2020 la metà (51%) degli automobilisti ha utilizzato internet. Nel 2019 era stato ‘solo’ il 25% e nel 2018 il 28%. Il trend sembra inarrestabile.

Marc Aguettaz, managing director di GiPA – © Remo Casilli

E il futuro? Secondo Aguettaz non è molto roseo per l’aftermarket. Alla domanda se nel 2021 hanno intenzione di risparmiare e in quali settori, gli automobilisti intervistati hanno risposto di sì (56%) e che la voce ‘manutenzione auto’ potrebbe venire penalizzata del 15%. Certo, la previsione è peggiore per altri settori, come trasporti (32%), tempo libero e vacanze (31%), abbigliamento e calzature (27%), carburante (26%), casa ed energia (21%), ma anche le officine dovranno affilare le loro migliori armi per fidelizzare i clienti.

“Stando alle intenzioni dichiarate dagli automobilisti, ritroviamo oggi una fotografia molto simile a quella del 2013-2014, gli anni di peggiore crisi del mercato della cura e manutenzione dell’auto”, dice Marc Aguettaz. “Il prossimo anno, infatti, 15 automobilisti su 100 intendono ridurre la spesa per la manutenzione, 78 prevedono di rimanere stabili e solo 7 pensano di aumentare l’investimento.”

Il 2020 è stato insomma un anno di sofferenza anche per il comparto aftermarket, che ha perso il 13,6% del valore. In base però allo Smart Demand Planner di GiPA, uno strumento predittivo che consente di disegnare gli scenari del valore del sell-out e che viene aggiornato trimestralmente, il 2021 dovrebbe invertire la tendenza, segnando una crescita dell’8,1%. Il mercato dovrebbe raggiungere l’equilibrio, secondo GiPA, nel 2023.

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