L’appello alla professionalità dei gommisti di CNA: non è un obbligo, ma è un dovere garantire i servizi essenziali
Si è scatenata in queste ore sui social network la preoccupazione dei gommisti e delle officine relativamente al decreto che prevede la chiusura di una serie di esercizi commerciali. I gommisti non sono infatti contemplati espressamente, come attività professionale, ma va da sé che, per garantire trasporti merci, mobilità sanitari e forze dell’ordine e tutti gli spostamenti necessari, anche l’assistenza pneumatici deve essere garantita.
E quindi? Moltissimi gommisti hanno deciso di chiudere, sia per paura del contagio, che per la scarsità del lavoro. Molti hanno deciso di chiudere, pubblicando però su social e serranda, la disponibilità a garantire i servizi davvero essenziali. Altri ancora, sono rimasti aperti, magari riducendo il personale e sicuramente applicando una serie di misure atte a prevenire il contagio dei gommisti stessi e dei clienti. Il DPCM non prevede infatti l’obbligo di restare aperti, ma afferma che i gommisti non sono obbligati a chiudere. La differenza è sostanziale.
L’appello di Giuseppe Calì, rappresentante dei gommisti CNA
“Siamo una filiera di servizio e quindi non possiamo chiudere, ma non perché ci sia un obbligo normativo o da parte delle associazioni di categoria. Non dobbiamo chiudere per dovere professionale: dobbiamo garantire l’assistenza alle aziende agricole, che non si fermano, agli autocarri, che trasportano le derrate alimentari, le ambulanze, i medici, gli infermieri, le forze dell’ordine. Se poi qualcuno non ha clienti di questo tipo e vuole chiudere, è libero di farlo.”
Fa dunque appello alla responsabilità professionale Giuseppe Calì, rappresentante della categoria dei gommisti a livello nazionale di CNA. Il messaggio è infatti quello di non pensare tanto alle normative, quanto alla propria coscienza e garantire il servizio indispensabile, magari anche a spot.
“Per garantire il servizio, naturalmente, ci si può organizzare con forze ridotte, anche per il lavoro è calato. Possiamo anche chiudere, lasciando però la disponibilità per le emergenze, anche questa è una soluzione possibile. Non possiamo però chiudere del tutto; con tutte le precauzioni, ma se necessario dobbiamo essere al fianco di chi è in prima linea: ambulanze, carabinieri, medici, ecc. La scelta non deve essere una questione di convenienza, ma di dovere professionale.
La conclusione è dunque quella di moderare le polemiche e l’ansia, assumerci ciascuno la responsabilità di applicare tutte le regole necessarie per evitare la diffusione del contagio e decidere, con serenità, se proseguire l’attività o chiudere per i prossimi giorni, al massimo garantendo, su chiamata, i servizi necessari. Quali siano i clienti essenziali è chiaro; su quali siano invece i servizi necessari, da un punto di vista tecnico, nessuno meglio dei gommisti lo può stabilire.
Calì: “E’ un’occasione per comprendere il nostro valore”
“E’ fondamentale che comprendiamo l’importanza della nostra funzione, – conclude Calì, invitando i colleghi ad un atteggiamento costruttivo – sia per la sicurezza stradale, sia per il servizio di assistenza che offriamo a chi garantisce un servizio essenziale per la comunità. Cerchiamo di vivere questo momento di emergenza come un’opportunità per cominciare a capire e valutare bene chi siamo e cosa offriamo, piuttosto che regalare servizi.”