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Europa: raccolto e trattato il 92% dei PFU

ETRMA, European Tyre and Rubber Manufacturers’ Association, ha raccolto e analizzato i dati relativi alla gestione dei pneumatici a fine vita nel 2017 in 32 Paesi (EU28, Norvegia, Serbia, Svizzera e Turchia).

Secondo l’associazione dei produttori europei, il 92% dei PFU prodotti nei 32 Paesi sono stati raccolti e trattati per essere trasformati in altri materiali o energia. Il percorso del restante 8% non è stato tracciato.

Questo risultato è paragonabile a quello degli anni precedenti, quanto il tasso di trattamento PFU ha oscillato tra il 93 e il 95%.

L’industria europea del settore si impegna per contribuire ad un sistema economico innovativo e sostenibile e la gestione dei PFU è normata e organizzata in tutti i Paesi. Le cosiddette materie prime seconde, prodotte con i PFU, sempre di più rappresentano risorse importanti per settori industriali come l’edilizia, l’automotive e il cemento.

L’analisi dettagliata dei dati (come si vede nella tabella in fondo all’articolo) mostra che, rispetto all’anno precedente, il numero di PFU in Europa (3,4 MT) nel 2017 è aumentato di circa il 4% rispetto all’anno precedente.

Circa 1,96 milioni di tonnellate di pneumatici sono stati trattati mediante recupero di materiale. Questa cifra comprende 1,47 milioni di tonnellate, inviate al processo di granulazione per ottenere i tre componenti principali del pneumatico: gomma, acciaio e tessuto; 326.000 tonnellate di PFU sono state incorporate nel cemento; 105.000 tonnellate sono state utilizzate nelle applicazioni di ingegneria civile. Alcune altre applicazioni minori in processi come pirolisi, acciaierie e fonderie e altri usi completano questa analisi.

La gestione dei PFU nel 2017 si completa con 1,18 Mt di pneumatici che avviati al recupero energetico, principalmente nei forni per cemento (83%), e integrati con il loro uso in impianti di riscaldamento urbano e centrali elettriche (17%).

La quantità di PFU immagazzinata o sconosciuta e in attesa di trattamento, è leggermente superiore alle cifre dell’anno precedente di 50.000 tonnellate. Ciò è dovuto all’implementazione di nuove normative in alcuni Paesi e all’obbligo di raccolta e trattamento di una percentuale più elevata in altri, che ha dato come risultato una maggiore quantità di pneumatici in attesa di trattamento.

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