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Per combattere gli abusivi, regole più chiare e maggiori sanzioni. Lo chiedono gli operatori di settore

Durante i cinque giorni di Autopromotec, Assogomma, Federpneus, AIRP e CNA hanno promosso un sondaggio che ha coinvolto, nei cinque giorni di fiera, oltre 1300 visitatori di diversa estrazione e provenienza, tutti professionisti del settore dell’autoriparazione. Il campione degli intervistati è risultato essere in prevalenza composto da gommisti, seguito da meccatronici, da carrozzieri, da titolari di concessionaria e benzinai.

Scopo dell’indagine: raccogliere le opinioni di chi opera nel mondo dell’autoriparazione sulle normative che regolano e disciplinano l’attività di gommista.

Dai risultati, emerge chiaramente che tutte le categorie concordano sulla necessità di un miglioramento della legislazione vigente, che necessita di essere integrata con una attività di controllo e di sanzioni per chi è irregolare.

Nello specifico, il 91% degli intervistati è favorevole a ripristinare una lista delle attrezzature minime necessarie per esercitare la professione di gommista, un tempo prevista dalla legge 122/92 che disciplina il sistema di autoriparazione.

Tale legge, già lacunosa alla sua nascita, è diventata ormai obsoleta e le Associazioni della filiera ed i professionisti stessi dell’autoriparazione ne richiedono a gran voce un adeguamento tenuto conto delle sempre più stringenti e nuove esigenze tecnologiche.

Inoltre, è necessario definire sul territorio nazionale programmi unici per la formazione del responsabile tecnico di officina, disposizioni che contengano procedure corrette e sicure, dotazioni di attrezzature minime per operare che siano comunque sempre periodicamente tarate.

L’abolizione della lista delle attrezzature minime, introdotta dalla legge Monti del 2012, ha ottenuto il risultato di consentire, anche a chi gommista professionista non è, di poter mettere le mani sulle gomme della nostra auto, che è il primo elemento di sicurezza e l’unico punto di contatto tra il veicolo e il suolo.

Inoltre, oltre 9 gommisti su 10 sono d’accordo che la professione di gommista debba essere consentita esclusivamente alle imprese iscritte nell’apposito registro e che debba essere contemplata nelle specifiche categorie della CCIAA individuate dai codici Ateco 45.20.4 (0-1-2).

La stragrande maggioranza del campione ha anche accolto positivamente l’idea di rilasciare una certificazione di conformità ogni qual volta si effettui un intervento di cambio pneumatici.  Tuttavia, tra i gommisti, uno su quattro non ritiene indispensabile questa certificazione.

In tema sanzioni è opinione diffusa che vi sia la necessità che vengano introdotte, laddove mancanti, e che sia avviata un’attività di controllo per il rispetto di quanto previsto dalla legge.

Al momento non è invece prevista alcuna sanzione nel caso in cui il gommista non riporti separatamente in fattura o sullo scontrino, il prezzo del prodotto venduto distinto dal servizio prestato e dal contributo ambientale per lo smaltimento. Questa mancanza di certezza della pena è ovviamente foriera di irregolarità sempre più ampie.

Per questo motivo circa il 90% degli intervistati vorrebbe che le Associazioni della filiera promuovessero un’azione di rappresentanza incisiva nei confronti delle Autorità competenti perché gli obblighi vengano fatti rispettare anche con sanzioni specifiche.

In ultimo oltre il 92% del campione sarebbe interessato ad essere chiaramente identificabile attraverso l’apposizione di una targa che affermi l’idoneità a svolgere la professione di gommista, riportando ad esempio, il numero di iscrizione alla Camera di commercio e nell’Albo delle Imprese Artigiane con l’eventuale indicazione del nominativo del responsabile tecnico. Un modo semplice ed immediato per aiutare l’automobilista ad individuare con chiarezza chi opera nel rispetto delle regole.

L’indagine testimonia la forte volontà della categoria a rispettare le regole prendendo le distanze da chi invece le disattende.

Vale la pena di ricordare che un’indagine condotta dalla Polizia giudiziaria nel 2018 aveva portato alla luce una situazione di irregolarità nel 22% dei 749 esercizi controllati, con il 9% di abusivi.  Dati che meritano attenzione, ma che al tempo stesso confermano che l’80/90% dei punti vendita verificati è risultato in regola e vuole essere tutelato.

“L’indagine effettuata in Autopromotec – afferma Fabio Bertolotti, Direttore di Assogomma – è la dimostrazione della possibilità di lavorare insieme come filiera nell’interesse di tutti, ivi compresi gli automobilisti. I risultati confermano la volontà della rivendita di operare a favore della valorizzazione dei virtuosi prendendo le distanze da chi opera nel torbido.”

“Sono confortato dal risultato del sondaggio – dichiara Giuseppe Calì, Portavoce Nazionale gommisti di CNA – e mi auguro che si possa lavorare, quanto prima, alle modifiche delle Legge 122/92, soprattutto per quelle parti riguardanti la valorizzazione e la tutela delle professionalità del gommista.  Nel frattempo, sarebbe importante definire e condividere, in tempi brevi, una procedura per la realizzazione e diffusione della targa, da apporre presso le officine, in modo tale che l’utente venga correttamente informato sulle professionalità dell’azienda a cui sta richiedendo il servizio per il proprio veicolo”.

Giancarlo Veronesi, Presidente di Federpneus, commenta: “Emerge chiaramente la richiesta del nostro settore di tornare ad avere regole chiare e condivise, per una serie di vantaggi importanti quali aumentare la sicurezza della circolazione stradale, ridurre gli illeciti fiscali ed ambientali, arginare la concorrenza sleale da parte di operatori improvvisati. Secondo l’ultima campagna Vacanze Sicure sono ancora tante le auto italiane che circolano con pneumatici non conformi alla carta di circolazione o non omologati: chi li ha montati? Per questo è importante rivolgersi sempre a rivenditori qualificati”.

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