Diritto al ritiro PFU, lo strumento di Confartigianato per evitare i fermi
Hanno partecipato un’ottantina di professionisti, tra gommisti, autoriparatori e carrozzieri, al corso organizzato a Treviso venerdì 5 dicembre da Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, per approfondire alcuni temi relativi all’attività di montaggio dei pneumatici. Confartigianto è infatti ormai diventato un interlocutore primario anche per i gommisti, partecipa ai tavoli istituzionali del settore ed è uno degli enti promotori della piattaforma di denuncia di illegalità CambioPulito, di cui a Treviso sono stati presentati i primi risultati.
Uno degli argomenti della serata è stato il cosiddetto “Diritto al ritiro” dei pneumatici fuori uso, un’iniziativa presentata alla platea da Giancarlo Milanese, responsabile automotive di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana: “Si tratta di un servizio esclusivo per le imprese associate. Confartigianato Imprese, a seguito di una serie di sondaggi, ha infatti deciso di dotarsi di questo strumento di tracciabilità della generazione di PFU, utile alle imprese e alla corretta gestione del sistema PFU”.
“Diritto al ritiro” rappresenta l’adozione volontaria da parte di un impresa associata di una scheda, nella quale inserire periodicamente i dati di acquisto dei pneumatici. Questo foglio excel è predisposto per generare la sommatoria di PFU, di cui l’impresa intende e ha diritto di disfarsi, chiamando l’operatore consortile prescelto che, a quel punto, è obbligato a procedere. In pratica, l’acquisto regolare di gomme, debitamente riportato nella scheda, dà diritto di esigere il ritiro del corrispondente quantitativo di PFU da parte dei Consorzi che hanno sottoscritto l’accordo.
“L’impresa associata che segnala l’adesione a questa procedura, – spiega Milanese – acquisisce la garanzia che non subirà nel corso di tutto l’anno un eventuale fermo del ritiro, se e quando i Consorzi dovessero proclamarlo”.
L’obiettivo di Confartigianto è proteggere gli associati dagli eventuali fermi, ma anche concorrere a restringere l’area di illegalità, che di fatto costringe i Consorzi a bloccare la raccolta di PFU per raggiungimento dei termini. “Estendendosi sempre più l’adesione a questo strumento, l’operatore che finirà per subire il fermo sarà sempre meno l’impresa regolare, come invece attualmente può accadere”, conclude Milanese. In breve, l’idea è di allearsi tra operatori corretti per lasciare all’angolo quelli che sono di fatto la causa del problema.
Aderire è molto semplice: dopo che l’impresa associata riceve la scheda excel, deve comunicare l’adesione all’Osservatorio che presiede al Protocollo d’intesa, attraverso una comunicazione (in questo caso) a Confartigianato Imprese Marca Trevigiana o al Consorzio di riferimento e procedere all’utilizzo della scheda stessa.
La serata trevigiana, che ha avuto un ottimo successo di adesione e partecipazione, ha evidenziato anche il fatto che il servizio di cambio e montaggio gomme è diventato un’attività trasversale, adottata ormai da quasi tutte le officine, che possono in questo modo offrire ai clienti un servizio completo e one stop. I numeri lo dimostrano anche nella provincia di Treviso, dove su 1.081 operatori automotive i gommisti puri sono solo 54, a fronte di 638 meccatronici.
Per quanto riguarda invece i numeri di Treviso in termini di gomme, si parla di 700 imprese attive, che vendono circa 480.000 pneumatici all’anno, generando 5.200 tonnellate di PFU. Gli autoveicoli circolanti immatricolati in provincia di Treviso sono 720.000.
pubblicato il 13 / 12 / 2017