In Italia più della metà del parco circolante di autobus, veicoli commerciali e industriali è ante Euro 4
Al 30 giugno 2016 in Italia più della metà del parco circolante di veicoli industriali, veicoli commerciali leggeri e autobus è ante Euro 4, cioè costituito da veicoli immatricolati prima del 2006 e che hanno livelli di sicurezza e di inquinamento lontani da quelli dei modelli di più recente produzione. I veicoli Euro 0, Euro 1, 2 e 3 sono infatti il 70% del parco circolante di veicoli industriali, il 63,9% di quello degli autobus e il 58,9% di quello dei veicoli commerciali leggeri. Se si prendono in considerazione le autovetture, invece, le ante Euro 4 restano ampiamente sotto la metà del parco circolante (40,6%). Questi dati, che derivano da un’elaborazione dell’Osservatorio sulla Mobilità sostenibile di Airp (Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici) sulla base di dati Unrae, mettono dunque in evidenza che il parco veicolare è caratterizzato da una maggiore obsolescenza in quei segmenti di veicoli che, per loro conformazione, consumano di più e quindi impattano in misura maggiore sull’ambiente, ovvero veicoli commerciali leggeri, veicoli industriali e autobus. Ciò significa anche che vi è ancora margine per il rinnovo del parco circolante in questi segmenti di veicoli, margine che è sicuramente più ampio rispetto a quello che caratterizza il segmento delle autovetture.
Tornando all’elaborazione di Airp, è interessante notare come vi sia ancora una quota consistente di Euro 0 e 1 nel segmento dei veicoli industriali (24,4%) e dei veicoli commerciali leggeri (20%). La diffusione dei veicoli Euro 3 appare più concentrata nel segmento dei veicoli industriali (27,7%) e in quello degli autobus (27,2%), mentre tra le autovetture prevalgono gli Euro 4 (32,6%). Ad ogni modo, la necessità di rinnovare il parco circolante è oggi un tema di grande priorità. Gli anni della crisi hanno rallentato questo rinnovamento e per questo in circolazione vi sono ancora mezzi ante Euro 4 e quindi non aggiornati con le ultime novità tecnologiche sul versante della sicurezza e della compatibilità ambientale. Sebbene sia difficile che il processo di rinnovamento possa attuarsi in tempi brevi, è tuttavia possibile ridurre l’effetto negativo sull’ambiente e sulla sicurezza degli autoveicoli, e in particolare di quelli più datati, adottando accorgimenti e comportamenti virtuosi attraverso le revisioni obbligatorie per legge, gli interventi di manutenzione e i controlli periodici dello stato d’usura e della pressione di gonfiaggio dei pneumatici, che hanno una notevole influenza sulla stabilità del veicolo, sui consumi di carburante e sulle emissioni di CO2. Inoltre, una soluzione eccellente per migliorare l’impatto ambientale di tutti gli autoveicoli e garantire al contempo la massima sicurezza, sottolinea Airp, è l’utilizzo di pneumatici ricostruiti. La ricostruzione dei pneumatici, infatti, è un’attività dalle forti valenze ecologiche in quanto consente di dare una seconda vita ai pneumatici usati che altrimenti verrebbero smaltiti nell’ambiente. I pneumatici ricostruiti sono assolutamente sicuri, poiché sono sottoposti agli stessi testi di efficienza e durata dei pneumatici nuovi prima di essere immessi sul mercato.
Il settore dei pneumatici ricostruiti, tra l’altro, sarà tra i protagonisti di Autopromotec (la più specializzata rassegna internazionale delle attrezzature e dell’aftermarket automobilistico, in programma a Bologna dal 24 al 28 maggio prossimi), che vedrà tra gli espositori anche i più importanti produttori di apparecchiature, prodotti e tecnologie per la ricostruzione.
pubblicato il 12 / 05 / 2017