Rc Auto: Italia record europeo di scatole nere grazie alle agevolazioni delle polizze
In Italia è boom di polizze assicurative dotate di scatola nera. Dal 2012 al 2016, infatti, i contratti assicurativi con black box sono saliti dal 4,4% al 16,2% del totale, pari a circa 4,5 milioni di polizze RC auto: numeri assolutamente ragguardevoli se consideriamo che in Germania, per esempio, le vetture con scatola nera sono in tutto 20 mila e negli altri Paesi dell’UE si viaggia su cifre più o meno simili.
La black box è un dispositivo satellitare dotato di un geo-localizzatore e di un accelerometro in grado di registrare tutti i movimenti del veicolo e lo stile di guida del conducente, quindi, almeno sulla carta, consentirebbe, in caso di sinistro, di aiutare a ricostruire le modalità di accadimento del sinistro stesso ed è per questo che le compagnie assicurative ne hanno promosso l’utilizzo a fronte di agevolazioni sul premio.
Il boom delle scatole nere in Italia è infatti favorito dal fatto che le compagnie assicurative offrono sconti anche del 25-30% sul normale premio ai clienti che installano il dispositivo sulla propria automobile, un vero toccasana in un mercato dove le tariffe sono collocate in una fascia più alta rispetto alla media europea. In questa maniera sono tutti soddisfatti: gli automobilisti risparmiano sul premio, mentre le compagnie si tutelano da eventuali frodi. Del resto chi accetta di essere connesso e monitorato con la black box è un cliente che già in partenza offre garanzie di minor rischio e per questo merita una tariffa privilegiata.
Ma non tutti sono d’accordo: secondo A.N.E.I.S. (Associazione Nazionale Esperti Infortunistica Stradale), infatti, l’installazione della scatola nera sul veicolo rappresenta una vera e propria “invasione della privacy” di cui gli assicurati non comprendono la portata. “In grave pericolo è la tutela della riservatezza e della privacy personale – spiega il Presidente A.N.E.I.S., Giovanni Polato – in quanto i dati registrati dalla scatola nera, possono essere divulgati senza il consenso del proprietario del veicolo. Non solo. La gestione e la ‘vendita’ di tutti questi dati (così come già accade per i social network è destinata a diventare una nuova area di business per le imprese di assicurazione, senza alcun vantaggio per gli assicurati”.
“Infine, – conclude il presidente Polato – giova ricordare che in caso di danneggiamento della scatola stessa, l’assicurato deve rimborsarne il costo all’assicurazione, così come a suo carico sono i costi di disinstallazione in caso di vendita del veicolo”.
pubblicato il 21 / 03 / 2017


