Il paradosso del DOT – Il punto di vista di Diego Sartoretto
Negli ultimi anni, grazie anche alle campagne informative di Assogomma, i consumatori hanno raggiunto una maggiore conoscenza e consapevolezza del prodotto pneumatico e, tra le cose che hanno subito imparato, c’è la lettura del DOT, che, tra le altre cose, dichiara la settimana e l’anno di produzione della gomma.
“Questo è diventato un grossissimo problema per i rivenditori, che non sono supportati come dovrebbero”, dice Diego Sartoretto, titolare di Sartoretto Pneumatici di Trevignano (TV). “Eppure sarebbe semplice: visto che il DOT è previsto solo per il mercato nordamericano, le Case potrebbero – come facevano qualche anno fa – mettere un codice decifrabile solo dai costruttori. Il fatto è che per i Produttori è più comodo produrre una gomma con le stesse marcature per tutti i mercati”. Insomma, secondo Sartoretto, il DOT assume i contorni di un circolo vizioso, in quanto costringe i rivenditori ad acquistare nuovi e più recenti prodotti, visto che è questo che pretende il cliente finale.
Ma andando alla sostanza delle cose, Sartoretto denuncia il fatto che sul DOT vige tra i consumatori un profondo malinteso, in quanto non è detto che la gomma fresca di produzione sia anche la migliore, anzi. “L’esperienza mi dice che una gomma troppo giovane presenta spesso grossissimi problemi di consumo”, afferma Sartoretto. “Ci vuole infatti un po’ di tempo perché tutti i componenti della mescola, che viene vulcanizzata, si consolidino tra di loro e forniscano al prodotto finito tenuta e prestazioni. Secondo le mie analisi, una gomma troppo ‘fresca’, prodotta da soli 2-5 mesi, ha un chilometraggio pari al 60% del prodotto un po’ più ‘stagionato’. Oltretutto si arriva al paradosso che i clienti, pensando di avere una gomma nuovissima e quindi con una tenuta superiore, la usino senza moderazione, arrivando addirittura a dimezzare la percorrenza totale”.
Ma qual è l’età ideale della gomma allora? Secondo Sartoretto il prodotto ideale dovrebbe avere tra i 10 e i 36 mesi di produzione, come dichiarano anche diverse piattaforme B2B on line. “Se spieghi queste cose all’utente, però, non vuole nemmeno ascoltare, perché teme che tu voglia vendergli delle gomme datate. Questo purtroppo è il risultato di una cattiva informazione”.
“E poi – e su questo sono tutti d’accordo – la cosa fondamentale è che la gomma venga conservata correttamente, in un luogo al riparo dalle intemperie e con una giusta temperatura. D’altronde, i magazzini dei rivenditori servono a questo!”, conclude Sartoretto.
pubblicato il 20 / 02 / 2017