Nessun rischio per la salute dalla gomma riciclata da PFU

Si è tenuta ieri al Ministero dell’Ambiente la presentazione dello studio realizzato da Bureau Veritas, CERISIE, Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri-IRCCS e Waste and Chemicals, promosso da Ecopneus (società consortile per la raccolta, il tracciamento e il recupero dei Pneumatici Fuori Uso) per verificare la non tossicità dei materiali derivanti dal riciclo dei PFU. L’incontro è stato aperto dal Sottosegretario all’Ambiente e alla Tutela del Territorio e del Mare Barbara Degani e ha visto la partecipazione dei due Presidenti delle Commissioni Ambiente di Camera e Senato, On. Ermete Realacci e Sen. Giuseppe Francesco Maria Marinello, oltre che di esperti di diversi Ministeri e Agenzie, di organismi tecnici e di ricerca e di rappresentanti della filiera industriale e di mercato.

Lo studio è stato strutturato su diverse fasi, finalizzate ad indagare il contenuto di IPA nei pneumatici giunti a fine vita, identificare eventuali differenze nella composizione chimica di pneumatici prodotti in stabilimenti europei o extra-europei e prima o dopo gennaio 2010 (data di messa al bando degli olii aromatici usati nella produzione di pneumatici), determinare l’effettiva biodisponibilità di tali sostanze negli scenari più comuni di impiego della gomma riciclata. Gli Istituti coinvolti sono stati Bureau Veritas per il campionamento e la classificazione dei PFU, i laboratori CERISIE, BIU-Biochemical Institute for Environmental Carcirogens e Tun Abdul Razak Research Center per la caratterizzazione, l’Istituto Mario Negri-IRCCS per i test di migrazione, Waste and Chemicals per le analisi dell’esposizione di lavoratori e atleti (nel caso, ad esempio, di utilizzo della gomma riciclata per campi di calcio artificiali) e successive analisi dei rischi.

“La ricerca è durata due anni ed è stata realizzata secondo le migliori tecniche disponibili. Siamo molto contenti che non sia emerso nessun possibile sospetto di rischio per la salute legato alla cessione di sostanze dannose da granuli e polverini di PFU in caso di esposizione dermica (contatto con la pelle) o inalatoria (anche solo mediante vicinanza). Questo peraltro non fa che confermare scientificamente e organicamente quanto noto dalla letteratura internazionale esistente sull’assenza di rischi tossicologici rilevanti associati all’impiego di gomma riciclata da PFU” afferma Giovanni Corbetta, Direttore Generale Ecopneus. “Qualsiasi, seppur minima, evidenza di rischio potenziale per la salute delle persone – siano essi utilizzatori o lavoratori – avrebbe comportato da parte nostra l’immediata interruzione di tutte le attività della filiera del riciclo fisico e ci avrebbe fatto virare immediatamente verso il recupero energetico, per la totalità dei volumi da noi trattati, pari a circa 250.000 tonnellate ogni anno”.

“Gli ultimi anni hanno cambiato la faccia alla filiera del riciclo degli pneumatici” dichiara il Sottosegretario all’Ambiente Barbara Degani. “Oggi ci rendiamo conto che esiste un sistema industriale qualificato, soggetto a varie forme di controllo e certificazione, che, grazie a una migliore gestione dei rifiuti, riesce a conseguire una qualità intrinseca dei materiali in gomma in termini prestazionali e ambientali.
Come Governo abbiamo il dovere di creare le migliori condizioni affinché possano svilupparsi sempre più imprese innovative “green” capaci di immettere nei mercati prodotti che siano sicuri da un punto di vista sanitario e ambientale e che siano piena espressione di quell’economia circolare verso cui l’Europa e il mondo intero stanno tendendo”.

Oggi, soltanto con gli addetti delle circa 100 aziende del sistema Ecopneus, la filiera del riciclo di PFU conta oltre 700 unità. Considerando anche l’indotto derivante da attività di produzione e di servizi collegate alla filiera e quello dei settori applicativi della gomma da riciclo, si configura un sistema di una rilevante consistenza, che investe con trend crescente (ca. 15 mil/euro – anno) e che ha buone potenzialità di sviluppo futuro sia economico che occupazionale.

© riproduzione riservata
made by nodopiano