ANFIA sulla vicenda Volkswagen: allarmismo ingiustificato che mina la ripresa

In occasione della pubblicazione dei dati di andamento del mercato auto italiano, che a settembre è cresciuto del 17,1% rispetto allo stesso mese del 2014 e nei primi nove mesi dell’anno del 15,3%, Anfia ha affermato la propria posizione in merito al ‘dieselgate’, sottolineando che l’allarmismo ingiustificato rischia di minare un settore che sta trainando la ripresa del mercato.

“In riferimento alla vicenda Volkswagen, i fatti degli scorsi giorni e il successivo battage mediatico ci inducono a richiamare all’attenzione alcuni concetti – dichiara Roberto Vavassori, Presidente di ANFIA. Sicuramente si tratta di individuare chiaramente le responsabilità dell’accaduto, senza per questo stigmatizzare tutta la categoria dei Costruttori di autoveicoli.

Teniamo a ricordare che dal 1° settembre 2015 è obbligatorio mettere in commercio auto nuove esclusivamente di classe Euro 6 che, sia per quanto riguarda i modelli diesel che per i modelli a benzina, non sono assolutamente toccate dal problema del software Volkswagen.

Non dev’essere demonizzata un’intera tecnologia – quella del diesel di ultima generazione – che fa capo a un’importante filiera produttiva e di ricerca. Il clean diesel Euro 6, infatti, dà un contributo essenziale al raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 al 2020 (-15% circa, in media, rispetto a un veicolo equivalente alimentato a benzina), oltre ad aver conseguito un abbattimento degli NOX dell’84% rispetto ai motori diesel Euro 3.

ANFIA, inoltre, nel confermare la sua adesione agli orientamenti europei in favore della neutralità tecnologica, rileva con soddisfazione l’esistenza, in Italia, di una via alternativa per lo sviluppo della mobilità sostenibile, basata sulla forte diffusione delle tecnologie GPL e metano, anche grazie a un comparto produttivo nazionale di eccellenza e riconosciuta leadership mondiale. Sottolineiamo, poi, che l’obiettivo della Commissione Europea è di introdurre, a partire da settembre 2017, una nuova prova per misurare le emissioni nelle reali condizioni di guida (pacchetto RDE – Real Driving Emissions) con limiti obbligatori, rendendo così l’Unione Europea la prima regione al mondo ad adottare una prova in condizioni reali, su strada e non solo in laboratorio.

In conclusione, desideriamo ribadire che qualunque allarmismo relativo ai veicoli di nuova produzione è del tutto ingiustificato e rischia di minare la competitività del settore automotive europeo, un’importante industria che investe annualmente circa 40 miliardi di Euro in R&D, perlopiù per il potenziamento della sicurezza e delle performance ambientali dei prodotti, e che conta circa 12 milioni di addetti diretti e indiretti. In Italia, dove il comparto sta agendo da traino nella graduale ripresa dell’economia, i numeri parlano di 3 miliardi di investimenti annui in R&D e di 1,2 milioni di occupati”.

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