7 mesi per immatricolare un milione di vetture. Crescita lenta per un mercato che proietta i livelli del 1980

Sebbene da 14 mesi continui il trend positivo del mercato dell’auto in Italia e nonostante il 7° incremento positivo a doppia cifra, abbiamo dovuto attendere luglio per raggiungere il milione di vetture immatricolate. Storicamente i primi sette mesi dell’anno coprono oltre il 60% del totale, pertanto trovano ulteriore conferma le recenti previsioni del Centro Studi UNRAE su un 2015 da 1.535.000 vetture, tante quante se ne immatricolarono nel lontano 1980.

I dati diffusi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, infatti, indicano per il mese di luglio un mercato da 131.489 autovetture immatricolate con una crescita del 14,5% rispetto alle 114.793 registrate nello stesso periodo 2014. Nei sette mesi risultano vendute 1.005.409 vetture, mantenendo la crescita dell’anno al 15,2% rispetto ai risultati del gennaio-luglio dello scorso anno, quando si registrarono 872.856 immatricolazioni.

Il canale privati, in crescita del 20% conferma l’efficacia delle fortissime azioni promozionali dei mesi scorsi che hanno consentito la costituzione di un robusto portafoglio contratti, andato ora in evasione.

Continua il ridimensionamento del canale noleggio (modesto +5,2% in luglio), in particolare a causa del breve termine (-10,4%), dopo il forte incremento del parco dei primi mesi dell’anno ed in attesa di un nuovo impulso stagionale prevedibile con l’avvicinarsi del Giubileo. Il lungo termine, invece, segna un +9,5%, mentre resta stagnante il livello delle vendite a società (+2,9%).

“Siamo di fronte – afferma Massimo Nordio, Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere – ad una ripresa lenta e su valori ancora molto bassi per il potenziale del mercato italiano, con una sostituzione tuttora ritardata del parco anziano, vero nodo da sciogliere per una crescita concreta”.

Anche la raccolta contratti, secondo un primo scambio di informazioni fra UNRAE ed ANFIA, conferma un rallentamento dell’acquisizione: 112.000 unità nel mese di luglio, con un incremento del solo 10% rispetto allo scorso anno. La crescita dei 7 mesi, pertanto, scende sotto il 16% a circa 992.000 unità.

“I recenti dati ISTAT sull’andamento del Pil nel 1° trimestre – prosegue Nordio – hanno confermato, come sottolineiamo da tempo, la centralità e la capacità trainante del settore auto per la crescita del Paese”. L’ISTAT, infatti, ha evidenziato un incremento del Pil italiano dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, un ritorno – quindi – alla crescita dopo la stabilità registrata a fine 2014. La ripresa, ancora fragile, come osservato dai principali Istituti economici, è stata sostenuta nel 1° trimestre da alcuni fattori contingenti, tra i quali l’andamento del settore automotive, grazie al favorevole trend degli investimenti.

“La dimostrata centralità dell’auto nell’economia del Paese e la necessità di accelerare la sostituzione del parco anziano per risolvere problemi di sicurezza, costo sociale e ambiente, sono i temi che il decisore Pubblico dovrà affrontare in preparazione della Legge di Stabilità, con un piano di vera attenzione alle possibilità di spesa delle famiglie e alla gestione dei costi da parte delle aziende, con pacchetti di riduzione del carico fiscale mirati ed efficaci”, ha concluso il Presidente.

In mancanza di interventi strutturali, il mercato auto a fine 2015 esprimerà un livello di immatricolazioni, come stimato da UNRAE nei giorni scorsi, da 1.535.000 unità, in crescita del 12,8% e, complice l’esigenza imprescindibile di rinnovo del parco circolante, il 2016 dovrebbe, infine, raggiungere le 1.640.000 vetture immatricolate, in aumento del 6,9%.

Tornando all’analisi della struttura del mercato, la crescita a doppia cifra nel mese degli acquisti dei privati, consente a questo canale di raggiungere il 69% di quota di mercato, acquisendo più di 3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo 2014, soprattutto in seguito all’effetto mix canali di vendita per il ridimensionamento del noleggio. In crescita del 16,5% il cumulato dei primi 7 mesi, con una quota di poco al di sopra del gennaio-luglio dello scorso anno. Il noleggio, invece, scende in luglio al 13,3% di quota, mentre nel cumulato la sua rappresentatività è pari al 22,7%, con una crescita in volume del 18,4%, equamente bilanciata fra breve e lungo termine. Le società, cedendo oltre due punti percentuali nel mese, si portano al 17,7% del totale mercato (15,6% nei 7 mesi).

In forte crescita a doppia cifra le immatricolazioni di vetture a benzina in luglio (+36,6% in volume), con una quota che cresce di oltre 5 punti, raggiungendo il 32,5% del totale. Intorno all’11% l’incremento nel mese del diesel (che perde quasi due punti di quota) e delle vetture ibride, mentre cedono in volume Gpl (-5,9%), metano (-18,1%) e vetture elettriche (-14,3%).

Sotto il profilo dei segmenti, spingono in luglio le vendite delle city car (A), utilitarie (B) e medie (C), con buone crescite a doppia cifra. In leggero attivo nel mese anche il segmento D, mentre riducono i propri volumi le vetture dei segmenti superiori e alto di gamma.

Infine, i trasferimenti di proprietà comprensivi delle minivolture (i trasferimenti temporanei al concessionario in attesa della rivendita al cliente finale) accelerano la crescita: +11,6% in luglio, con 406.614 unità rispetto alle 364.390 del luglio dello scorso anno. Nei 7 mesi l’incremento del mercato delle auto usate è pari all’8,7% con 2.690.806 vetture trasferite, contro le 2.474.716 del gennaio-luglio 2014.

Più ottimista Roberto Vavassori, Presidente di ANFIA: “Un’altra crescita a doppia cifra, la settima consecutiva, caratterizza l’andamento del mercato auto a luglio, sostenuto dal trend crescente degli ordini, che si riflette anche in un deciso aumento della produzione nazionale. I volumi totalizzati nel mese, non distanti da quelli di luglio 1983, ci ricordano, comunque, che siamo appena nella prima fase di uscita dalla crisi e che molti mesi ancora ci separano dal raggiungimento delle dimensioni ideali per un mercato come quello italiano, da noi stimate intorno a 1,8 milioni di unità all’anno. Il successo dei nuovi modelli Fiat 500X e Jeep Renegade prodotti nello stabilimento di Melfi ha sicuramente contribuito a determinare un buon risultato di vendita. Ricordiamo che, per le sole autovetture, la produzione nazionale risulta in rialzo del 63% nel 1° semestre 2015, con oltre 343.000 unità prodotte, circa 130.000 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Numeri, questi ultimi, che confermano la centralità del settore per la nostra economia – circa 1,2 milioni di addetti tra diretti e indiretti e un’intera filiera che, nel 2012, ha generato il 4,6% del valore aggiunto nazionale, circa 65 miliardi di Euro2 – e la necessità di sostenerlo con politiche industriali adeguate. Incide sui risultati di mercato anche una ripresa fisiologica della domanda di sostituzione delle vetture circolanti in Italia. Del resto, in mancanza di modelli e soluzioni alternative al trasporto privato – l’auto rimane, infatti, l’opzione preferita dagli italiani, con una quota modale al 68,7%, che equivale all’82,7% della distribuzione dei soli mezzi motorizzati – la sostituzione della vettura non è rinviabile all’infinito”.

Per Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto: “L’apertura del secondo semestre dell’anno con una crescita a doppia cifra conferma il trend in atto. L’anno in corso potrebbe chiudersi a 1.500.000 pezzi. Lo stesso volume consuntivato nel 1980. Si può gioire del fatto che siamo tornati indietro di 35 anni? A nostro avviso no. Tra l’altro facciamo presente che il mondo nel 1980 era completamente diverso. Era in atto la Guerra Fredda e il Muro di Berlino divideva metaforicamente l’Unione Sovietica dagli Stati Uniti. Bill Gates con il sistema operativo DOS poneva le basi per la diffusione dei Personal Computer, la Fiat presentava la Panda, Canale 5 iniziava le trasmissioni, John Lennon veniva ucciso da un pazzo; ma è anche l’anno della tragedia di Ustica, della strage di Bologna, del terremoto dell’Irpinia… Io ero ragazzo e ricordo che giocavo con Pac-Man, mentre i concessionari d’auto chiudevano bilanci degni di questo nome. In altre parole tra il 2015 e il 1980 c’è una distanza siderale”.

Federauto ad ogni modo ritiene positiva la conferma della crescita a doppia cifra anche per il primo mese del II semestre. Segno che probabilmente i volumi del 2014 erano, nonostante la crisi feroce, “incomprimibili”.

Conclude Pavan Bernacchi: “Dopo un trend negativo di diversi anni, è legittimo porsi delle domande su quelli che potranno essere gli sviluppi. La nostra opinione è che un paio di anni fa abbiamo toccato il fondo del barile e che assisteremo a dei numeri in aumento. E auspichiamo che la crescita, anche se lenta, sarà costante. Per continuare su questa strada timidamente positiva occorre che per l’economia italiana si apra a una fase di vera ripresa che spinga i consumi interni. E che il grande assente, ossia il Governo, a cui non finiremo di rimproverare la latitanza nei confronti del nostro settore, si decida a mettere mano alla fiscalità sull’auto riservandole uno spazio negli annunciati propositi di riforma del Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Per i fatturati che esprimiamo, per le tasse che paghiamo e per gli occupati della filiera, l’automotive se lo merita”.

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