Condannati 11 ex dirigenti Pirelli per morti dovute all’amianto

Sono stati tutti condannati, con pene diverse, gli 11 ex dirigenti Pirelli imputati di cooperazione in omicidio colposo e lesioni gravissime in relazione alle morti di 24 operai, dovute all’esposizione alle fibre di amianto nelle fabbriche di via Ripamonti e viale Sarca. Ludovico Grandi e Gianfranco Bellingeri, amministratori delegati Pirelli negli anni ’80, sconteranno rispettivamente a 4 anni e 8 mesi e a 3 anni e 6 mesi di carcere. Condanne anche per Guido Veronesi (6 anni e 8 mesi), fratello dell’oncologo ed ex ministro Umberto Veronesi, Gabriele Battaglioli (3 anni), Piero Giorgio Sierra (6 anni e 8 mesi, ex presidente dell’Associazione italiana per la ricerca sul cancro), Omar Liberati (3 anni e 6 mesi), Gavino Manca (5 anni e 6 mesi), Armando Moroni (3 anni), Roberto Picco (3 anni), Carlo Pedone (3 anni) e Luciano Isola (7 anni e 8 mesi, la pena più pesante inflitta).

Secondo il capo di imputazione formulato dal pm di Milano Giulio Benedetti, poi sostituito dal collega Maurizio Ascione, “la morte per mesotelioma pleurico o lesioni gravissime ai propri dipendenti per mesoteliomi e asbestosi pleuriche” è stata causata dagli imputati che hanno agito con “imprudenza, negligenza, imperizia e in violazione della normativa sulla sicurezza del lavoro, in particolare il dpr 303/56”

Gli operai hanno lavorato per lungo tempo esposti alle fibre di amianto che erano disperse nell’aria. Gli imputati non avrebbero installato sistemi di aspirazione e raccoglimento polveri per proteggerli, mentre secondo il pm Pirelli avrebbe dovuto adottare misure di contenimento o pretendere che venissero adottate.

Il Tribunale di Milano ha anche condannato gli imputati e il responsabile civile Pirelli Tyre Spa al pagamento di una provvisionale complessiva da 520 mila euro per le parti civili e al risarcimento dei danni da quantificare in sede civile. In particolare è stata disposta una provvisionale da 200 mila euro per la moglie e la figlia di un operaio, 300 mila euro per l’Inail e 20 mila euro per Medicina Democratica e l’Associazione italiana esposti amianto. La maggior parte dei parenti delle vittime avevano già ricevuto un risarcimento fuori dibattimento e si erano ritirati dal processo.

“Prendiamo atto con rammarico dell’odierna sentenza di primo grado e aspettiamo di leggere le motivazioni non appena saranno depositate. Sulla base delle evidenze scientifiche a oggi disponibili emerse nel corso della fase dibattimentale del processo, siamo certi della correttezza dell’operato dei nostri assistiti per i fatti contestati risalenti a oltre 25 anni fa, e presenteremo impugnazione in appello” hanno affermato gli avvocati di Pirelli e degli ex dirigenti Pirelli.

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