L’industria automotive italiana riparte

In un contesto in cui la produzione industriale nel suo complesso, ad aprile 2015, secondo i dati ISTAT pubblicati oggi, cala dello 0,3% rispetto al mese precedente e segna un rialzo di appena lo 0,1% rispetto ad aprile 2014 (che porta il cumulato 2015 a -0,1%), l’industria automotive nel suo insieme1 scatta in avanti, con una crescita tendenziale del 31,3% nel mese e del 25,8% nei primi quattro mesi dell’anno corrente. Considerando il solo comparto delle autovetture, secondo i dati preliminari ANFIA, l’incremento tendenziale registrato ad aprile sale a oltre l’80%, determinando una crescita del 58% nel progressivo da inizio anno.

“Questi dati sono il frutto della graduale ripresa che sia il mercato italiano, sia il mercato europeo stanno mostrando da qualche mese – ha commentato Gianmarco Giorda, Direttore di ANFIA – e del successo dei due nuovi modelli, Fiat 500X e Jeep Renegade, prodotti nello stabilimento italiano di Melfi e lanciati alcuni mesi fa”.

“I volumi di export di autovetture prodotte in Italia – prosegue Giorda – sono raddoppiati nel primo quadrimestre 2015, passando da circa 60.000 unità esportate a gennaio-aprile 2014, a oltre 122.000. L’aumento della produzione di autoveicoli alimenta e traina, a sua volta, la crescita dei livelli produttivi della componentistica, che chiude il mese di aprile a +9,7% e il primo quadrimestre a +12,1% proprio grazie al volume degli ordinativi interni, saliti del 10,1% nel mese e del 7,1% nel progressivo 2015. E’ probabile che la ripartenza della domanda nei Paesi europei e anche in altri mercati di sbocco per l’industria italiana, come l’Area NAFTA, supporti la crescita della produzione di autovetture anche nei mesi a venire, consentendo di stimare il raggiungimento di un target attorno alle 650.000 unità prodotte. E’ fondamentale, a questo punto – conclude il Direttore ANFIA – che a fronte degli investimenti dell’industria, proseguano e si rafforzino politiche industriali in grado di mantenere adeguati livelli produttivi e occupazionali in un settore strategico per l’economia italiana”.

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