Il Ministero cinese: i dazi statunitensi violano le norme del commercio internazionale

Le mosse delle autorità commerciali degli Stati Uniti circa la possibile reintroduzione dei dazi sulle importazioni di gomme cinesi sono state applaudite dal sindacato che rappresenta molti lavoratori statunitensi dell’industria del pneumatico, ma la Cina ha dichiarato che questo non solo contraddice le regole del commercio internazionale e il diritto nazionale, ma ogni nuova attività antidumping o dazio compensativo che emergerà dalle indagini in corso non raggiungerà il risultato desiderato.

Il 15 luglio, il Dipartimento del Commercio statunitense ha annunciato di aver avviato inchieste su dazi antidumping e compensativi per quel che riguarda le importazioni di alcuni tipi di pneumatici per autovetture e autocarri leggeri provenienti dalla Repubblica popolare cinese. Le indagini sono iniziate in risposta ad una petizione presentata il 3 giugno dalla United Steelworkers (USW), il sindacato dei lavoratori metallurgici statunitense; si prevede che la US International Trade Commission fornirà le sue decisioni preliminari sulla questione il primo agosto, e se dovesse decidere che vi è un’indicazione ragionevole che questi pneumatici importati danneggino volontariamente l’industria nazionale statunitense o minaccino di farlo, le indagini continueranno e il Dipartimento del Commercio molto probabilmente darà la decisione preliminare sui dazi compensativo nel settembre 2014 e la decisione preliminare sui dazi antidumping nel mese di dicembre 2014.

Il Ministero cinese del commercio pensa che la petizione dell’USW contenga “gravi difetti” e non sia supportata da molte aziende del settore dei pneumatici negli Stati Uniti, come la TIA, Tire Industry Association. Il ministero ha rilasciato una dichiarazione il 18 luglio in cui si esprime la sua “ferma opposizione” ad un accertamento che ritiene di essere “in violazione delle norme del WTO e del diritto interno degli Stati Uniti.”  Il ministero ha anche commentato che le misure antidumping precedentemente attuate dagli Stati Uniti nel 2009 non sono riuscite a dare benefici sostanziali all’industria dei pneumatici nazionale del paese.”

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