Continua la tendenza alla demotorizzazione

Nel 2013 il parco di autovetture circolanti in Italia ha perso 98.868 unità. A fronte di 1.308.922 nuove immatricolazioni, infatti, vi sono state 1.407.790 radiazioni, con un saldo negativo, come detto, di 98.868 unità. Questi dati derivano da un’elaborazione del Centro Studi Continental su base Aci.

La tendenza alla demotorizzazione, cioè alla diminuzione del parco circolante, trova conferma nei dati di quasi tutte le regionali italiane, tranne Trentino, Piemonte, Lazio e Toscana. In queste quattro regioni, come emerge dalla tabella qui accanto, il parco circolante di autovetture è cresciuto nel 2013 con aumenti che vanno dalle 52.392 unità del Trentino alle 25.702 unità della Toscana. In tutte le altre regioni italiane è stato registrato un calo: più moderato in Emilia Romagna (-1.625 unità), Valle d’Aosta (-2.545 unità) e Molise (-3.361unità) e molto accentuato in Sicilia (-30.752 unità), Puglia (-50.284 unità) e Campania (58.664 unità).

Sbaglierebbe però, commenta il Centro Studi Continental, chi volesse considerare il processo di demotorizzazione come un fenomeno quasi esclusivamente meridionale. Infatti anche in Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Veneto il saldo tra nuove immatricolazioni e radiazioni è fortemente negativo. Il processo di demotorizzazione deriva dalle difficoltà economiche che stanno costringendo un numero, per la verità ancora molto contenuto, di italiani a rinunciare all’automobile, vuoi perché non sono in grado di affrontare la spesa di sostituzione di un’auto ormai non più utilizzabile, vuoi perché i costi di gestione (carburante, assicurazione, manutenzione, ecc.) sono sempre più alti. Le difficoltà economiche, oltre alla scelta estrema ma ancora marginale di rinunciare all’auto, possono portare in alcuni casi anche a continuare a circolare in mancanza dell’assicurazione o senza le adeguate condizioni di sicurezza del veicolo, come emerge dai risultati dei controlli sempre più frequenti effettuati proprio su questi aspetti dalle forze dell’ordine. Tali comportamenti sono da stigmatizzare, ribadendo con fermezza che gli autoveicoli devono essere sottoposti a controlli periodici per garantire la sicurezza della circolazione. Vi sono anche accorgimenti che non costano nulla e che possono dare un contributo importante sia alla sicurezza che all’ambiente che al contenimento dei costi di esercizio degli autoveicoli, quali, per esempio, il controllo periodico dello stato e della pressione dei pneumatici.

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