Federauto scrive a Renzi: “La nostra sfida quotidiana è resistere alla crisi, la sua rilanciare l’economia”

Federauto raccoglie l’invito del Presidente del Consiglio Matteo Renzi e invia oggi una lettera con diverse proposte concrete, portate a conoscenza anche dei Ministri Padoan (Economia), Guidi (Sviluppo Economico) e Lupi (Trasporti). La missiva, firmata dal presidente Filippo Pavan Bernacchi e da tutti i presidenti delle associazioni di marca di autovetture, veicoli commerciali, industriali e autobus commercializzati in Italia, focalizza la crisi del settore automotive “che ha portato il mercato su volumi di vendita simili a quelli della fine degli anni ’70, determinando la dispersione di investimenti e capitali, imponendo un riposizionamento attuato attraverso dolorosi processi di ristrutturazione aziendale, licenziamenti di personale e massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali, con circa 57 milioni di ore di cassa integrazione nel biennio 2012-2013”. Calo di volumi di vendita e di fatturato che ha fatto introitare allo Stato, anche nel 2013, circa 3 miliardi di euro in meno.

La lettera di Federauto evidenzia al Presidente Renzi che l’impatto della crisi economico-finanziaria, amplificata dal peso delle manovre fiscali sull’acquisto degli autoveicoli e dai costi crescenti di utilizzo, ha portato l’Italia a “non tenere più il passo degli altri grandi mercati europei”, rammaricandosi del fatto che “il dialogo serrato con i Governi precedenti non ha portato alcun provvedimento concreto”. Salvo il varo di“pseudo incentivi” all’acquisto di auto superecologiche “che, come da noi denunciato più volte, hanno avuto e avranno l’unico effetto di bruciare risorse dello Stato senza ottenere alcunché: Le consigliamo di bloccare i fondi 2014-2015 e destinare le risorse ad altri”. Federauto pone anche un problema di efficacia del “tavolo di lavoro” già costituito, chiedendo che “il Governo, come in altri Paesi europei, mantenga il focus strategico sul settore automotive” con una analisi finalmente a tutto tondo e che riguardi anche il tema “dell’inadeguatezza del sistema di norme che, lungi dal garantire un equilibrato svolgimento delle relazioni contrattuali fra case auto e concessionari, non offre, ad esempio, alcuna tutela per gli investimenti effettuati in caso di interruzione del rapporto contrattuale”.

“La nostra sfida quotidiana è quella di non rassegnarci e di continuare ad impegnarci ogni giorno per reggere la crisi ma, senza risposte concrete del Governo, questo non potrà bastare”, così conclude Pavan Bernacchi sottoponendo all’attenzione dell’Esecutivo un “quadro di proposte finalizzate alla sostenibilità del mercato ed alla tenuta economica e sociale delle imprese che vi operano e a far sì che l’auto in Italia, come nei grandi mercati europei, torni a svolgere quel ruolo di sviluppo e promozionale sociale che ha sempre offerto”.

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