I dipendenti di Subaru Italia si oppongo al trasferimento da Trento a Milano

Il 1° marzo da Tokyo è giunto a Subaru Italia l’annuncio del trasferimento della filiale italiana da Ala di Trento a Milano, ma i dipendenti non ci stanno e si sono riuniti di fronte al delegato provinciale FIOM, Michele Guarda, per fare il punto della situazione. La decisione, arrivata senza alcun preavviso, appare irrevocabile e diverrà esecutiva entro il 30 giugno. La scelta adottata dall’azienda trova riscontro in motivazioni di visibilità del Brand che nella realtà del capoluogo lombardo troverebbe maggiore prestigio e riscontro. La decisione è stata presa dalla Casa Madre con l’ausilio di una consulenza strategica effettuata dalla Deloitte, la quale ha reputato il sito trentino meno rappresentativo di una locazione nella periferia di Milano.

Subaru Italia impiega 52 collaboratori impiegati in mansioni di Sales, Marketing, Logistica, After Sales e Amministrazione 43 dei quali radicati sul territorio.

“Siamo infuriati – dice il rappresentante della FIOM – perché questa decisione non ha nessuna ragione di natura economica, non ha giustificazioni in un bilancio negativo ma semplicemente Tokyo ha deciso di trasferire la sede operativa da Ala a Milano senza nessuna motivazione plausibile e credibile”.

Il sindaco di Ala di Trento, Luigino Peroni dichiara che lo scontro con l’azienda sarà duro fin dall’inizio: “Saremo a fianco di tutti i dipendenti della società”. Incalza Alessandro Olivi, assessore all’Industria della Provincia di Trento: “Siamo stupiti e amareggiati di non aver avuto alcuna informazione ne tantomeno colloquio atto ad applicare tutte le forme di tutela per i lavoratori di Subaru Italia. Questa sarà la nostra missione”.

Si è anche già svolto un incontro fra il presidente di Confindustria Paolo Mazzalai e il Presidente di Subaru Italia Toshili Kageyama. Ne è scaturita la richiesta da parte di Mazzalai di revoca della decisione di trasferimento della sede.

Sia Mazzalai che Olivi convengono sulla disponibilità di aprire un tavolo di trattative concreto per impedire la scelta di Subaru sottolineando che con le parti interlocutorie trentine le opportunità offerte sarebbero decisamente superiori rispetto alle stesse in territorio lombardo.

Nel frattempo i dipendenti di Subaru Italia comunicano – scusandosi per i disagi che le loro decisioni creeranno – dichiarano da oggi lo sciopero sino al giorno 8 marzo, in attesa di comunicazioni da parte della società ma "con la determinazione di prolungare lo stesso fino a data da definirsi".

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