Bridgestone chiude la fabbrica di Bari

Bridgestone Europe ha ufficialmente annunciato la decisione di chiudere la fabbrica di Modugno, in provincia di Bari, dove lavorano 950 dipendenti. La cessazione definitiva della produzione è prevista per la prima metà del prossimo anno, anche se non sono state date informazioni più precise, in quanto subordinate alle contrattazioni sindacali, a cui Bridgestone si dichiara immediatamente disponibile.

Lo stabilimento, che produce pneumatici vettura, è sorto nel 1962, è diventato Bridgestone nel 1988 ed è uno degli 8 del Gruppo in Europa; gli altri si trovano in Spagna, Francia, Polonia e Ungheria. L’azienda sottolinea che questa decisione non avrà nessuna conseguenza sulle altre strutture del Gruppo presenti in Italia, che rimane uno dei mercati chiave in Europa e dove sorgono anche il Centro Tecnico Europeo, nelle vicinanze di Roma, e la filale commerciale ad Agrate Brianza.

La drastica decisione è scaturita da un’approfondita analisi delle trasformazioni strutturali che si sono verificate negli ultimi due anni sul mercato dei pneumatici sia in Europa che nel mondo. Secondo le stime di Bridgestone e in considerazione anche dei dati di fonti indipendenti, il segmento dei pneumatici vettura in Europa è crollato dai 300 milioni di pezzi del 2011 ai 261 milioni del 2012 (-13%) e non è previsto fino al 2020 un recupero dei volumi al livello precedente al 2011. L’unico segmento che ha delle previsioni positive è quello Premium. Oltre al calo strutturale della domanda di pneumatici, il settore soffre la crescente pressione esercitata dai produttori dei Paesi emergenti, che si trovano in vantaggio in termini di competitività dei costi. Questi competitor continuano a incrementare la propria quota di mercato nel segmento di bassa gamma, dove godono di vantaggi significativi nei costi di produzione, a discapito delle aziende che producono in termini di qualità, come Bridgestone.

La risposta di Bridgestone Europe a queste dinamiche è rivedere le priorità della produzione per puntare sul segmento premium del mercato. Lo stabilimento di Bari, per processi, struttura e macchinari, si caratterizza invece soprattutto per la produzione di pneumatici considerati oggi di “uso generico” ed è pertanto penalizzato dal punto di vista dei costi da fattori come la logistica e l’approvvigionamento energetico.

In una nota, Bridgestone spiega che, nonostante i ripetuti sforzi per ristrutturare la fabbrica di Bari al fine di renderla competitiva per queste nuove sfide del mercato, purtroppo, dato il calo strutturale della domanda e lo slittamento strategico verso la produzione di prodotti di qualità superiore, non è rimasta all’azienda altra scelta che quella di procedere con la chiusura dello stabilimento. Bridgestone sottolinea che “questa decisione è stata presa dopo una attenta analisi di tutte le possibili alternative, nessuna delle quale è risultata fattibile”.

“L’azienda – si legge ancora nella nota – è disponibile fin da subito, in linea con la cultura del Gruppo, a iniziare la discussione per individuare la migliore soluzione per minimizzare il più possibile l’impatto sociale della chiusura della fabbrica sui circa 950 dipendenti coinvolti”. Bridgestone Europe si augura che il dialogo possa portare ad un accordo per la definizione di tempi, termini e modalità per la chiusura della fabbrica di Bari, che è prevista entro la prima metà del 2014.

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